Ricorso Inammissibile: Quando la Critica alla Pena non Basta
L’esito di un processo penale non si conclude sempre con la sentenza di primo grado. Spesso, la parte soccombente cerca di ribaltare la decisione attraverso i mezzi di impugnazione. Tuttavia, per accedere ai gradi di giudizio superiori, come la Corte di Cassazione, è necessario che il ricorso sia fondato su motivi specifici e validi. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce i limiti entro cui è possibile contestare una sentenza, dichiarando un ricorso inammissibile quando questo si concentra su aspetti discrezionali del giudice, già adeguatamente motivati.
I Fatti del Caso
Un imputato, a seguito della condanna ricevuta dalla Corte d’Appello, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione. Il fulcro della sua contestazione non riguardava la ricostruzione dei fatti o la sua colpevolezza, bensì il trattamento punitivo che gli era stato riservato. In particolare, il ricorrente lamentava l’illogicità della motivazione e la violazione di legge in relazione agli articoli 62-bis (attenuanti generiche) e 133 (gravità del reato: valutazione agli effetti della pena) del codice penale. Sostanzialmente, riteneva che la pena inflitta fosse ingiusta e che la Corte d’Appello non avesse motivato in modo adeguato la sua decisione in merito.
La Decisione della Corte sul ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha respinto il gravame senza entrare nel merito della questione. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa decisione non significa che la Corte abbia ritenuto giusta o sbagliata la pena applicata, ma semplicemente che il motivo addotto dal ricorrente non era idoneo a essere discusso in quella sede. Di conseguenza, la Corte ha confermato la sentenza della Corte d’Appello e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Decisione
Il cuore della pronuncia risiede nella distinzione tra il controllo di legittimità, proprio della Cassazione, e il giudizio di merito, di competenza dei tribunali e delle corti d’appello. La Suprema Corte ha chiarito che il motivo di ricorso era ‘indeducibile’, ovvero non proponibile, poiché verteva sul trattamento punitivo. I giudici hanno sottolineato che la sentenza della Corte d’Appello era sorretta da una motivazione ‘sufficiente e non illogica’ e aveva adeguatamente esaminato le argomentazioni difensive.
In altre parole, la Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito sulla congruità della pena, a meno che la motivazione di quest’ultimo non sia manifestamente illogica, contraddittoria o del tutto assente. Poiché nel caso di specie la Corte d’Appello aveva fornito una giustificazione coerente per le sue decisioni sanzionatorie, la critica del ricorrente si risolveva in una mera richiesta di nuova valutazione, inammissibile in sede di legittimità. Il ricorso inammissibile è quindi la sanzione processuale per chi tenta di trasformare la Cassazione in un terzo grado di merito.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione deve basarsi su vizi di legge e non su un disaccordo con le valutazioni discrezionali del giudice di merito, se adeguatamente motivate. Le implicazioni pratiche sono rilevanti: chi intende impugnare una sentenza deve formulare censure precise, che evidenzino un errore di diritto o un vizio logico grave nella motivazione. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche un’ulteriore sanzione economica, che funge da deterrente contro impugnazioni dilatorie o palesemente infondate. Per gli operatori del diritto, ciò sottolinea la necessità di una scrupolosa analisi preliminare prima di intraprendere la via del ricorso in Cassazione.
Quando un ricorso in Cassazione sul trattamento punitivo è considerato inammissibile?
Un ricorso è considerato inammissibile quando contesta la valutazione discrezionale del giudice sulla pena (trattamento punitivo), se tale valutazione è supportata da una motivazione sufficiente, logica e non contraddittoria che ha tenuto conto delle argomentazioni difensive.
Qual è il ruolo della Corte di Cassazione nella valutazione della pena?
La Corte di Cassazione non ha il compito di riesaminare nel merito la congruità della pena decisa dai giudici dei gradi inferiori. Il suo ruolo è quello di verificare la legittimità della decisione, controllando che la motivazione fornita sia logica, coerente e priva di errori di diritto.
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo la conferma della sentenza impugnata, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, da versare alla Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 19805 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 19805 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 20/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a NAPOLI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 12/04/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso proposto da NOME COGNOME;
ritenuto che l’unico motivo di ricorso, che contesta l’illogicità della motivazione e la violazione della legge penale in relazione agli artt. 62 bis e 133 cod. pen., è indeducibile poiché afferente al trattamento punitivo che è sorretto da sufficiente e non illogica motivazione e da adeguato esame delle deduzioni difensive (si veda, in particolare, pag. 2 della sentenza impugnata);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 20/02/2024
Il Consigliere Estensore