LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: motivazione e sanzioni

Un soggetto, condannato per omesso versamento della cauzione, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando un vizio di motivazione sul diniego delle attenuanti generiche. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché manifestamente infondato, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando l’appello è privo di fondamento

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non tutte le impugnazioni vengono esaminate nel merito. Un’ordinanza recente della Suprema Corte chiarisce le conseguenze di un ricorso inammissibile, specialmente quando i motivi addotti sono palesemente infondati. Il caso analizzato riguarda la condanna per omesso versamento della cauzione e le pesanti conseguenze economiche per chi tenta un’impugnazione senza solide basi giuridiche.

I fatti di causa

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di omesso versamento della cauzione, previsto dall’art. 76 del d.lgs. n. 159 del 2011. La decisione, emessa in primo grado dal Tribunale, era stata pienamente confermata dalla Corte di Appello. Nonostante la doppia pronuncia di colpevolezza, l’imputato decideva di proseguire la sua battaglia legale presentando ricorso alla Corte di Cassazione.

I motivi del ricorso: una contestazione sulla motivazione

L’unico motivo di doglianza sollevato dal ricorrente riguardava un presunto vizio di motivazione. Nello specifico, si contestava il fatto che i giudici di merito non avessero adeguatamente spiegato le ragioni per cui erano state negate le circostanze attenuanti generiche. Secondo la difesa, tale omissione rappresentava un errore di diritto tale da giustificare l’annullamento della sentenza impugnata.

La decisione della Corte sul ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. La ragione di tale drastica decisione risiede nel fatto che i motivi proposti sono stati ritenuti ‘manifestamente infondati’. Questo significa che, ad un primo e superficiale esame, le ragioni dell’appello apparivano prive di qualsiasi pregio giuridico, quasi pretestuose.

Le motivazioni

I giudici della Suprema Corte hanno sottolineato che la motivazione fornita dalla Corte di Appello riguardo al trattamento sanzionatorio, e quindi anche al diniego delle attenuanti, era ‘del tutto congrua ed immune da vizi in diritto’. In altre parole, la sentenza di secondo grado aveva spiegato in modo sufficiente e corretto perché non si riteneva di concedere uno sconto di pena. La lamentela del ricorrente è stata quindi giudicata un tentativo infruttuoso di rimettere in discussione una valutazione di merito che non spetta al giudice di legittimità.

Le conclusioni

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato conseguenze economiche significative per il ricorrente. In applicazione dell’art. 616 del codice di procedura penale, egli è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. La Corte ha specificato che tale sanzione è dovuta in quanto non sono emersi elementi per escludere la colpa del ricorrente nella determinazione della causa di inammissibilità. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione non è uno strumento per tentare la sorte, ma un rimedio serio che richiede motivi validi e fondati. Un’impugnazione superficiale o pretestuosa non solo non porta ad alcun risultato, ma si traduce in un’ulteriore condanna economica.

Quando un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo quanto emerge dal provvedimento, un ricorso può essere dichiarato inammissibile quando è proposto per motivi manifestamente infondati, cioè quando le ragioni dell’impugnazione appaiono palesemente prive di fondamento giuridico.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta, per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. Inoltre, può comportare la condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una sanzione di tremila euro?
È stato condannato a pagare la sanzione pecuniaria perché, secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, in assenza di elementi che escludano la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (come in questo caso), il giudice dispone tale condanna. L’importo è stato ritenuto congruo dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati