LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: motivazione e intercettazioni

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un indagato contro un’ordinanza di custodia cautelare per reati di stampo mafioso. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi addotti, che riguardavano la presunta mancanza di autonoma motivazione del provvedimento, l’inutilizzabilità delle intercettazioni e la carenza di gravi indizi. La Corte ha ribadito che le intercettazioni tramite captatore informatico sono regolate dalla legge in vigore al momento dell’iscrizione del procedimento originario e che la valutazione sulla gravità indiziaria, se logicamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione sui Limiti del Controllo di Legittimità

Quando un ricorso arriva davanti alla Corte di Cassazione, non è detto che venga esaminato nel merito. Se i motivi presentati sono generici, fattuali o non pertinenti al giudizio di legittimità, il risultato è una dichiarazione di ricorso inammissibile. Una recente sentenza della Suprema Corte offre un chiaro esempio di questo principio, affrontando questioni cruciali come l’autonomia della motivazione dei provvedimenti cautelari e la disciplina delle intercettazioni tramite captatore informatico.

I Fatti del Caso: Misure Cautelari e Ricorso per Cassazione

Il caso riguarda un individuo sottoposto a misura di custodia cautelare in carcere per una serie di gravi reati, tra cui associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.), turbata libertà degli incanti e tentata estorsione, aggravati dal metodo mafioso. L’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari era stata confermata dal Tribunale del riesame. Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, articolando diverse censure volte a smontare l’impianto accusatorio e la validità del provvedimento restrittivo.

I Motivi del Ricorso: Una Critica a 360 Gradi

La difesa ha basato il proprio ricorso su cinque motivi principali:
1. Vizio di motivazione: Si lamentava che il Tribunale non avesse fornito una valutazione autonoma, ma si fosse limitato a ripercorrere la motivazione del primo giudice, trattando peraltro la posizione del ricorrente in modo cumulativo con quella di altri coindagati.
2. Inutilizzabilità delle intercettazioni: Si contestava l’uso delle intercettazioni ambientali effettuate con un captatore informatico (trojan), sostenendo che non rispettassero i requisiti più stringenti introdotti dalla normativa post-2020.
3. Carenza di gravità indiziaria: Secondo la difesa, gli indizi a carico dell’indagato per i reati contestati erano basati su mere presunzioni e non su prove concrete.
4. Errata applicazione dell’aggravante mafiosa: Si negava la sussistenza dell’aggravante dell’uso del metodo mafioso.
5. Insussistenza delle esigenze cautelari: Infine, si contestava la necessità della misura cautelare, data l’assenza di un’alta probabilità di reiterazione del reato e il tempo trascorso dai fatti.

La Decisione della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato tutte le doglianze, dichiarando il ricorso integralmente inammissibile. La motivazione della Corte si concentra sulla natura dei motivi proposti, ritenuti per lo più generici e orientati a una rivalutazione del merito dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.

Analisi sulla Motivazione e le Intercettazioni

Sul primo punto, la Corte ha specificato che il Tribunale aveva, in realtà, esercitato il proprio dovere di valutazione autonoma, richiamando esplicitamente le pagine del provvedimento in cui venivano esaminati gli elementi a carico del singolo ricorrente. La trattazione congiunta di più posizioni non implica, di per sé, un difetto di motivazione.

Di particolare interesse è la risposta sul tema delle intercettazioni. La difesa sosteneva l’applicazione delle nuove e più severe regole sull’uso dei trojan, in vigore per i procedimenti iscritti dopo il 31 agosto 2020. La Cassazione ha chiarito un punto fondamentale: la disciplina applicabile è quella vigente al momento dell’iscrizione del procedimento originario nel quale le intercettazioni sono state autorizzate. Poiché il procedimento era del 2018, le vecchie e meno restrittive norme erano correttamente state applicate, rendendo le intercettazioni pienamente utilizzabili.

Le Valutazioni sul Ricorso Inammissibile

Anche gli altri motivi sono stati giudicati inammissibili perché tendevano a sollecitare una nuova lettura delle prove. La Corte ha ricordato che il suo compito non è quello di stabilire se gli indizi siano sufficienti, ma solo di verificare che la motivazione del giudice di merito sia logica, coerente e non manifestamente illogica. Nel caso di specie, la motivazione sulla gravità indiziaria, basata sulla commissione di altri reati e sull’intervento in vicende private per affermare il proprio ruolo, è stata ritenuta incensurabile.

le motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione si fondano sul principio secondo cui il giudizio di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di merito. I motivi di ricorso devono denunciare vizi di legge o difetti di motivazione macroscopici, non semplicemente proporre una lettura alternativa delle prove. La Corte ha ritenuto che il Tribunale avesse correttamente motivato la propria decisione, sia confermando la validità delle intercettazioni sulla base del principio tempus regit actum (la legge applicabile è quella del tempo in cui l’atto è compiuto), sia costruendo un quadro indiziario logico e coerente. La genericità delle censure difensive, che non si confrontavano specificamente con le argomentazioni del provvedimento impugnato, ha portato inevitabilmente alla declaratoria di inammissibilità.

le conclusioni

Questa sentenza ribadisce un insegnamento cruciale per chiunque si approcci al giudizio di Cassazione: un ricorso inammissibile è la conseguenza di motivi non adeguatamente formulati. Non basta dissentire dalla decisione di merito; è necessario individuare precisi errori di diritto o vizi logici radicali nella motivazione. La decisione sottolinea inoltre l’importanza del momento di iscrizione del procedimento per determinare la normativa applicabile agli atti di indagine, un principio di fondamentale importanza in un contesto di continue riforme processuali.

Quando un ricorso per Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi presentati sono generici, si limitano a contestare la valutazione dei fatti operata dai giudici di merito senza individuare specifici vizi di legge, oppure non si confrontano adeguatamente con le ragioni della decisione impugnata.

Come si determina la legge applicabile alle intercettazioni tramite captatore informatico se il procedimento si sviluppa nel tempo?
La legge applicabile è quella in vigore al momento dell’iscrizione del procedimento penale nel quale l’autorizzazione alle intercettazioni è stata emessa. Le modifiche normative successive non si applicano retroattivamente a tali procedimenti.

Può la Corte di Cassazione valutare la sufficienza degli indizi di colpevolezza?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove e valutare nel merito la sufficienza degli indizi. Il suo compito è limitato a un controllo sulla logicità e coerenza della motivazione con cui il giudice di merito ha giustificato la ritenuta gravità indiziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati