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Ricorso inammissibile: minacce a medici in ospedale

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per minacce al personale sanitario e rifiuto di fornire le generalità. Il ricorso è stato respinto per genericità e manifesta infondatezza, poiché tentava di ottenere una nuova valutazione dei fatti, non consentita in questa sede. La Corte ha confermato la congruità della pena inflitta, basata anche sui precedenti penali e la personalità dell’imputato.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna per Minacce a Personale Sanitario

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6700/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile presentato da un cittadino, confermando la sua condanna per aver minacciato il personale sanitario e per essersi rifiutato di fornire le proprie generalità. Questa decisione ribadisce principi fondamentali sia del diritto processuale penale che della tutela degli operatori sanitari.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla preoccupazione di un uomo per le condizioni di salute della madre ricoverata in una struttura ospedaliera. Nel tentativo di accedere al luogo dove si trovava la donna, l’uomo ha proferito frasi minacciose nei confronti degli operatori sanitari in servizio. Il suo comportamento non solo ha coartato l’azione del personale, ma ha anche generato un disservizio ospedaliero. Successivamente, all’arrivo delle forze dell’ordine, l’individuo si è rifiutato di fornire le proprie generalità per l’identificazione, nonostante l’invito a seguirli.

La Corte d’Appello aveva già confermato la condanna, ritenendo provate le condotte sulla base delle testimonianze delle persone offese e di altri testi.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Ricorso Inammissibile

Il fulcro della decisione della Suprema Corte risiede nella dichiarazione di ricorso inammissibile. I giudici hanno stabilito che i motivi presentati dalla difesa erano generici e manifestamente infondati. In sostanza, l’imputato non ha sollevato questioni di legittimità (cioè di corretta applicazione della legge), ma ha tentato di ottenere una diversa lettura dei fatti e una nuova valutazione delle prove.

Questo tipo di richiesta non è consentita davanti alla Corte di Cassazione, il cui compito non è riesaminare il merito della vicenda, ma verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le norme e motivato la loro decisione in modo logico e coerente. Poiché la motivazione della Corte d’Appello è stata ritenuta lineare e congrua, il ricorso non poteva che essere respinto.

Le Motivazioni della Condanna

La Corte ha evidenziato come la sentenza impugnata avesse adeguatamente giustificato ogni aspetto della condanna:

1. Le Minacce e il Disservizio: Le frasi pronunciate avevano un chiaro contenuto minatorio ed erano idonee sia a intimidire il personale sia a creare un’interruzione del pubblico servizio ospedaliero.
2. Il Dolo Specifico: L’intenzione dell’imputato era palesemente quella di minacciare per raggiungere uno scopo preciso: accedere al luogo dove si trovava la madre. Questo integra il cosiddetto dolo specifico del reato.
3. Il Rifiuto di Generalità: È stato accertato il reiterato rifiuto di fornire le proprie generalità agli agenti intervenuti per l’identificazione.

Le Conclusioni sulla Pena

Infine, la Cassazione ha ritenuto corretta anche la valutazione sulla pena inflitta. I giudici di merito avevano negato la sostituzione della pena detentiva e commisurato la sanzione tenendo conto di elementi sfavorevoli all’imputato, quali i suoi precedenti penali, la pervicacia dimostrata nel suo agire e una personalità valutata negativamente. La pena, prossima ai minimi edittali, è stata quindi considerata del tutto proporzionata. La decisione si è conclusa con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per genericità e manifesta infondatezza, poiché mirava a ottenere una nuova valutazione dei fatti e delle prove, un’attività non consentita in sede di legittimità, a fronte di una motivazione della corte d’appello considerata logica e lineare.

Quali comportamenti hanno portato alla condanna dell’imputato?
L’imputato è stato condannato per aver pronunciato frasi dal contenuto minatorio verso il personale sanitario al fine di accedere al luogo dove si trovava la madre ricoverata, creando un disservizio ospedaliero, e per essersi rifiutato di fornire le proprie generalità agli agenti intervenuti.

Quali elementi ha considerato la Corte per confermare la pena inflitta?
La Corte ha ritenuto la pena proporzionata e adeguatamente motivata sulla base dei precedenti penali dell’imputato, della pervicacia dimostrata nel suo comportamento e della sua personalità negativa, elementi che hanno anche giustificato il diniego della sostituzione della pena detentiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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