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Ricorso inammissibile: marijuana e uso personale

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per la detenzione illecita di 394 dosi di marijuana. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso, focalizzati sulla tesi dell’uso personale e della lieve entità del fatto, costituivano mere doglianze di fatto, generiche e già respinte correttamente in appello. Di conseguenza, la condanna è diventata definitiva, con l’aggiunta del pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. La vicenda riguarda un caso di detenzione di sostanze stupefacenti, ma le conclusioni della Corte offrono spunti preziosi su come strutturare un ricorso efficace. L’esito è stato un ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una sentenza della Corte d’Appello di Lecce, che aveva confermato la condanna di un individuo per il reato di detenzione illecita di marijuana. La quantità sequestrata era significativa, pari a 394 dosi. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su due argomenti principali: la destinazione della sostanza ad uso esclusivamente personale e, in subordine, la qualificazione del fatto come di lieve entità.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha analizzato i motivi del ricorso e li ha giudicati non meritevoli di accoglimento, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza del ricorrente, ma si ferma a un livello precedente: valuta se il ricorso possiede i requisiti legali per essere esaminato. In questo caso, la risposta è stata negativa.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Inammissibile?

La Corte ha fornito una motivazione chiara e netta. I motivi presentati dal ricorrente sono stati definiti come “mere doglianze in punto di fatto, generiche e meramente riproduttive” di argomenti già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello.

In altre parole, l’imputato non ha contestato un errore di diritto commesso dai giudici di merito (ad esempio, un’errata interpretazione di una norma), ma ha tentato di ottenere una nuova valutazione dei fatti. Ha chiesto alla Cassazione di riconsiderare le prove per concludere, diversamente da quanto fatto in appello, che la droga fosse per uso personale o che il fatto fosse lieve.

Questo tipo di richiesta è precluso in sede di legittimità. La Corte di Cassazione, infatti, è “giudice del diritto”, non “del fatto”. Il suo compito è assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, non ricostruire gli eventi come un terzo grado di giudizio. Poiché i giudici d’appello avevano fornito una motivazione logica e giuridicamente corretta per escludere l’uso personale e la lieve entità, la Cassazione non ha potuto far altro che constatare la correttezza del loro operato e l’inammissibilità delle censure proposte.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione sottolinea un aspetto cruciale per chiunque intenda impugnare una sentenza penale davanti alla Corte di Cassazione. Un ricorso inammissibile non solo rende definitiva la condanna, ma comporta anche conseguenze economiche. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Questa pronuncia serve da monito: per avere una possibilità di successo in Cassazione, è indispensabile formulare censure precise, che evidenzino vizi di legittimità (violazioni di legge o difetti logici manifesti nella motivazione della sentenza impugnata) e non si limitino a riproporre una diversa lettura delle prove o dei fatti già ampiamente vagliati nei gradi di merito.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano considerati mere doglianze di fatto, generiche e ripetitive di argomenti già adeguatamente valutati e respinti dalla Corte d’Appello con motivazioni giuridicamente corrette e prive di vizi logici.

Quali tipi di argomenti non possono essere presentati in un ricorso in Cassazione?
In Cassazione non è possibile presentare argomenti che richiedano una nuova valutazione dei fatti o delle prove (le cosiddette “doglianze in punto di fatto”). Il ricorso deve concentrarsi esclusivamente su presunti errori di diritto o vizi logici evidenti nella motivazione della sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta due conseguenze principali: la sentenza di condanna diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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