Ricorso inammissibile: l’errore che può costare caro
Nel labirinto delle procedure legali, un singolo errore formale può avere conseguenze definitive e costose. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ce lo ricorda, dichiarando un ricorso inammissibile non per il merito della questione, ma per un vizio di forma fondamentale: la presentazione diretta da parte dell’imputato. Questo caso sottolinea un principio cardine della procedura penale: l’importanza imprescindibile dell’assistenza di un difensore tecnico.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello. L’imputato, condannato per il reato previsto dall’art. 385 bis del codice penale, ha deciso di impugnare la decisione rivolgendosi direttamente alla Corte di Cassazione. Anziché affidarsi a un avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori, ha redatto e proposto personalmente l’atto di ricorso, un’iniziativa che si è rivelata fatale per le sue speranze di revisione della condanna.
La Decisione della Corte e il ricorso inammissibile
La Suprema Corte, una volta esaminato l’atto, non è nemmeno entrata nel merito delle argomentazioni difensive. L’esito è stato immediato e perentorio: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, non solo la condanna precedente è diventata definitiva, ma l’imputato è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. Una decisione che funge da severo monito sull’importanza del rispetto delle norme procedurali.
Le Motivazioni: Perché la Firma dell’Imputato Rende il Ricorso Inammissibile?
La motivazione della Corte è tanto semplice quanto rigorosa e si fonda su un pilastro della procedura penale italiana. Per la presentazione del ricorso in Cassazione, la legge richiede tassativamente che l’atto sia sottoscritto da un difensore abilitato al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori. Non è ammessa la difesa personale.
Questa regola non è un mero formalismo. Essa garantisce che le questioni portate all’attenzione della Suprema Corte siano tecnicamente ben formulate e pertinenti ai soli motivi di legittimità, unico ambito di competenza della Cassazione. La Corte non riesamina i fatti, ma valuta la corretta applicazione della legge. La presenza di un legale specializzato è quindi considerata indispensabile per filtrare le questioni e assicurare l’efficienza del sistema giudiziario.
La proposta personale del ricorso da parte dell’imputato costituisce, quindi, un vizio insanabile che impedisce al giudice di esaminare la fondatezza delle doglianze. L’atto è considerato giuridicamente inesistente ai fini della sua valutazione nel merito.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia
Le implicazioni di questa ordinanza sono chiare e dirette. Innanzitutto, chiunque intenda impugnare una sentenza penale in Cassazione deve obbligatoriamente avvalersi di un avvocato cassazionista. Il ‘fai-da-te’ legale, in questo contesto, non solo è inefficace, ma è anche controproducente.
In secondo luogo, la dichiarazione di inammissibilità comporta conseguenze economiche significative. Oltre a dover sostenere le spese del procedimento, il ricorrente viene condannato al pagamento di una sanzione pecuniaria, che nel caso di specie ammonta a 3.000 euro. Questo importo non è una multa per il reato originario, ma una sanzione per aver attivato inutilmente la macchina della giustizia con un atto non conforme alla legge.
In sintesi, questa pronuncia ribadisce che la forma, nel diritto, è sostanza. Affidarsi a un professionista qualificato non è una scelta, ma un requisito fondamentale per far valere i propri diritti nelle sedi giudiziarie superiori.
Un imputato può presentare personalmente un ricorso in Cassazione?
No, la legge processuale penale non lo consente. Il ricorso davanti alla Corte di Cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori.
Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Se un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina le questioni di merito. La sentenza impugnata diventa definitiva e l’appellante viene condannato al pagamento delle spese processuali.
Qual è la conseguenza economica di un ricorso inammissibile?
Oltre al pagamento delle spese processuali, chi presenta un ricorso inammissibile viene condannato a versare una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende. Nel caso specifico, la somma è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 33010 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 33010 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 20/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a POLLENA TROCCHIA 11 14/10/1982
avverso la sentenza del 10/10/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 9213/2025
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti, la sentenza impugnata (condanna per il reato previsto dall’art. 385 bis cod. Esaminato il ricorso;
Ritenuto il ricorso inammissibile perché proposto personalmente dall’imputato;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 20 giugno 2025.