Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti per le Sentenze del Giudice di Pace
Quando è possibile contestare una sentenza davanti alla Corte di Cassazione? Un’ordinanza recente chiarisce i limiti stringenti, soprattutto per i reati di competenza del Giudice di Pace. Il caso in esame ha portato a una dichiarazione di ricorso inammissibile, confermando che non basta essere in disaccordo con la valutazione dei fatti per ottenere un nuovo giudizio. Analizziamo insieme la decisione per capire le regole del gioco processuale.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine da una condanna per il delitto di lesioni emessa dal Giudice di Pace. La persona condannata, ritenendo ingiusta la decisione, ha proposto appello davanti al Tribunale, il quale ha però confermato la sentenza di primo grado. Non arrendendosi, la ricorrente ha presentato un ultimo ricorso alla Corte di Cassazione, sperando di ribaltare il verdetto. Il motivo principale del ricorso era l’inosservanza della legge processuale e una presunta illogicità della motivazione basata su un travisamento delle prove.
Le Norme sul Ricorso in Cassazione per Reati Minori
Il cuore della questione risiede nelle norme che regolano l’accesso alla Corte di Cassazione. La ricorrente lamentava una valutazione errata delle prove, una critica che rientra nelle cosiddette ‘doglianze in punto di fatto’. Tuttavia, la legge stabilisce paletti molto precisi. In particolare, il combinato disposto degli articoli 606, comma 2-bis, del codice di procedura penale e 39-bis del d.lgs. 274/2000 (come modificato nel 2018) stabilisce una regola ferrea: per i reati di competenza del Giudice di Pace, il ricorso in Cassazione è consentito solo per violazione di legge.
Questo significa che non si può chiedere alla Suprema Corte di rivalutare come sono andati i fatti o se le prove sono state interpretate correttamente dal giudice di merito. L’unico controllo ammesso è sulla corretta applicazione delle norme giuridiche.
Le Motivazioni della Cassazione sul Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha respinto il ricorso dichiarandolo inammissibile. Le motivazioni sono state chiare e duplici.
In primo luogo, i giudici hanno ribadito un principio cardine del nostro ordinamento: la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Le critiche mosse dalla ricorrente erano mere ‘doglianze in punto di fatto’, ovvero un tentativo di rimettere in discussione l’apprezzamento delle prove fatto dal Tribunale. Questo tipo di contestazione è precluso in sede di legittimità.
In secondo luogo, e in modo ancora più dirimente, la Corte ha applicato la normativa specifica per i reati di competenza del Giudice di Pace. Le modifiche legislative introdotte nel 2018 hanno ristretto ulteriormente le maglie del ricorso. Per queste sentenze, l’unica via percorribile è quella della ‘violazione di legge’. Poiché i motivi presentati dalla ricorrente non rientravano in questa categoria, il ricorso è stato giudicato inammissibile a priori, senza nemmeno entrare nel merito delle argomentazioni.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione
Questa ordinanza è un monito importante per chiunque intenda impugnare una sentenza, specialmente se proveniente dalla giurisdizione del Giudice di Pace. La decisione sottolinea che un ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma comporta anche conseguenze economiche. La ricorrente è stata infatti condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.
L’insegnamento pratico è duplice: prima di presentare un ricorso in Cassazione, è fondamentale un’attenta analisi dei motivi, che devono essere strettamente giuridici e non fattuali. Inoltre, per i reati minori, lo spazio di manovra è ancora più ridotto, essendo limitato alla sola denuncia di una violazione di legge. Un’impugnazione fondata su argomenti non consentiti dalla legge è destinata a fallire, con un aggravio di costi per il proponente.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si basava su contestazioni relative alla valutazione dei fatti e delle prove (‘doglianze in punto di fatto’), mentre la legge, per i reati di competenza del Giudice di Pace, consente il ricorso in Cassazione solo per ‘violazione di legge’.
È sempre possibile appellare una sentenza della Corte d’Appello in Cassazione?
No, non è sempre possibile per qualsiasi motivo. Il ricorso in Cassazione è limitato a specifici motivi previsti dalla legge, come la violazione di legge o vizi di motivazione. Per i reati di competenza del Giudice di Pace, i motivi sono ancora più ristretti e limitati alla sola violazione di legge.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in questo caso?
La dichiarazione di inammissibilità ha comportato la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 3639 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 3639 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 27/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a MESSINA il 01/02/1973
avverso la sentenza del 25/03/2024 del TRIBUNALE di MESSINA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
R.g. 30675-2024 – Rel. COGNOME – Ud. 27.11.2024 –
Rilevato che COGNOME NOME ricorre avverso la sentenza del Tribunale di Messina che ha confermato la pronunzia del giudice di pace con la quale la ricorrente era stata ritenuta responsabile del delitto di lesioni;
Considerato che il primo ed unico motivo di ricorso – con cui la ricorrente denunzia l’inosservanza della legge processuale e la manifesta illogicità della motivazione in ordine al travisamento delle risultanze probatorie sulle quali si è basata la dichiarazione di responsabilità – non è consentito dalla legge in sede di legittimità sia perché costituito da mere doglianze in punto di fatto, sia perché, ai sensi degli artt. 606, comma 2-bis, cod. proc. pen. e 39-bis del d.lgs. n. 28 agosto 2000, n. 274 (introdotti dal d. Igs. 6 febbraio 2018, n. 11, entrato in vigore il 6 marzo 2018), avverso le sentenze di appello pronunciate per reati di competenza del giudice di pace può essere proposto ricorso per cassazione solo per violazione di legge;
Ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 27 novembre 2024.