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Ricorso inammissibile: limiti e conseguenze in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il ricorso è stato respinto perché le critiche mosse alla valutazione delle prove erano generiche e di competenza esclusiva del giudice di merito. Di conseguenza, a causa del ricorso inammissibile, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione

Quando si impugna una sentenza, è fondamentale comprendere i limiti entro cui può muoversi il giudice dell’impugnazione. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione chiarisce perfettamente le conseguenze di un ricorso inammissibile, specialmente quando si tenta di rimettere in discussione la valutazione delle prove, competenza esclusiva dei giudici di merito. Analizziamo questa ordinanza per capire perché il ricorso è stato respinto e quali sono state le conseguenze per il ricorrente.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo. Il ricorrente contestava la decisione dei giudici di secondo grado, sollevando questioni relative sia all’interpretazione del materiale probatorio sia alla mancata applicazione di una specifica norma del codice penale.

Le Doglianze del Ricorrente e i Limiti del Giudizio di Cassazione

Le critiche mosse dal ricorrente si concentravano su due punti principali:

1. Valutazione delle prove: Il ricorrente sosteneva che la Corte d’Appello avesse apprezzato in modo errato le prove raccolte, giungendo a conclusioni ingiuste.
2. Mancata applicazione dell’art. 393-bis c.p.: Si lamentava la non applicazione della causa di non punibilità prevista per chi reagisce a un atto arbitrario di un pubblico ufficiale, sostenendo che ci fosse stato un errore di valutazione sul fatto.

Tuttavia, è cruciale ricordare che la Corte di Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si riesaminano i fatti. Il suo compito è quello di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, non di sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile basandosi su argomentazioni chiare e consolidate. I giudici hanno spiegato che le critiche mosse erano estranee ai poteri di controllo della Cassazione.

Sulla Valutazione delle Prove

La Corte ha ribadito che l’apprezzamento delle prove è di competenza esclusiva dei giudici di merito. Nel caso specifico, la Corte d’Appello di Palermo aveva fornito una motivazione “congrua e adeguata”, priva di vizi logici e basata su corretti criteri di inferenza e “massime di esperienza”. Pertanto, tentare di contestare tale valutazione in sede di legittimità è un’operazione non consentita.

Sulla Mancata Applicazione dell’Art. 393-bis c.p.

Anche su questo punto, il ricorso è stato giudicato infondato. I giudici hanno definito le doglianze “del tutto generiche”. Per poter invocare con successo l’errore sul fatto, il ricorrente avrebbe dovuto fornire elementi oggettivi concreti, capaci di dimostrare che l’atto del pubblico ufficiale era percepito come arbitrario. In assenza di tali elementi, la doglianza si riduce a una mera affermazione non supportata da prove, insufficiente a invalidare la decisione dei giudici di merito.

Le Conclusioni: Conseguenze dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità non è priva di conseguenze. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la parte privata che lo ha proposto viene condannata a pagare le spese del procedimento. Inoltre, la Corte impone il pagamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, un ente che finanzia progetti di reinserimento per i detenuti. In questo caso, la somma è stata quantificata in 3.000,00 euro, ritenuta equa in considerazione delle questioni sollevate. Questa ordinanza serve da monito: un ricorso in Cassazione deve essere fondato su vizi di legittimità specifici e non può trasformarsi in un tentativo di ottenere una nuova valutazione dei fatti.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché le doglianze del ricorrente riguardavano la valutazione delle prove, materia di esclusiva competenza dei giudici di merito, e perché le critiche sulla mancata applicazione dell’art. 393-bis c.p. sono state ritenute generiche e prive di elementi oggettivi a supporto.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Come stabilito dall’art. 616 c.p.p., il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove di un processo?
No, la Corte di Cassazione non riesamina le prove né i fatti del processo. Il suo compito è unicamente quello di verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Come specificato nell’ordinanza, la valutazione del materiale probatorio è di esclusiva competenza dei giudici di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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