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Ricorso inammissibile: limiti dell’appello concordato

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una sentenza di ‘patteggiamento in appello’. La decisione chiarisce che l’accordo preclude la possibilità di contestare la responsabilità o la valutazione di cause di non punibilità, limitando l’impugnazione ai soli vizi della volontà o all’illegalità della pena.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: I Limiti del Patteggiamento in Appello

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale della procedura penale: i confini dell’impugnazione di una sentenza emessa a seguito di ‘concordato in appello’. La Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale, dichiarando il ricorso inammissibile e chiarendo che l’accordo sulla pena in secondo grado comporta una rinuncia a contestare la responsabilità, limitando drasticamente i motivi di ricorso.

I Fatti del Caso: Dall’Accordo in Appello al Ricorso in Cassazione

Il caso nasce da una sentenza della Corte di Appello di Catania, che, in parziale riforma di una precedente decisione, aveva ridotto la pena inflitta a un imputato per reati legati agli stupefacenti. Questa riduzione era avvenuta sulla base di un accordo tra le parti, secondo la procedura prevista dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, comunemente nota come ‘patteggiamento in appello’. La pena era stata così determinata in quattro anni e otto mesi di reclusione, oltre a una multa di 20.000 euro.

Nonostante l’accordo, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione. Il motivo sollevato era uno solo: la presunta violazione di legge e il vizio di motivazione riguardo alla mancata valutazione di una causa di non punibilità, come previsto dall’art. 129 del codice di procedura penale.

La Decisione della Corte: Dichiarato il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso manifestamente inammissibile. La decisione si fonda su un’interpretazione consolidata dei limiti posti all’impugnazione delle sentenze che recepiscono un accordo sulla pena in grado di appello. In conseguenza della declaratoria di inammissibilità, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 4.000 euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso Inammissibile è la Scelta Corretta

Le motivazioni della Corte sono chiare e didattiche. Il punto centrale è la natura stessa del concordato in appello (art. 599-bis c.p.p.), che ha una fisionomia diversa rispetto al patteggiamento in primo grado (art. 444 c.p.p.).

Differenza tra Concordato in Appello e Patteggiamento in Primo Grado

Mentre il patteggiamento in primo grado si basa sull’accettazione dei termini dell’accusa, il concordato in appello si innesta sulla rinuncia ai motivi di impugnazione. Questo significa che, accettando di concordare la pena, l’imputato implicitamente rinuncia a contestare la propria responsabilità e la qualificazione giuridica del fatto, elementi già cristallizzati nella sentenza di primo grado. Di conseguenza, non può poi lamentare in Cassazione la mancata valutazione di cause di proscioglimento ex art. 129 c.p.p., poiché tale doglianza rientra tra quelle a cui ha rinunciato.

I Motivi (Non) Consentiti per l’Impugnazione

La giurisprudenza citata dalla Corte stabilisce che il ricorso contro una sentenza di concordato in appello è ammissibile solo in casi eccezionali e specifici:

1. Vizi della volontà: Se si dimostra che il consenso dell’imputato all’accordo era viziato.
2. Vizi del consenso del P.M.: Se emergono problemi relativi al consenso prestato dal pubblico ministero.
3. Contenuto difforme: Se la pronuncia del giudice è diversa dall’accordo raggiunto tra le parti.
4. Illegalità della pena: Se la pena applicata è illegale, ovvero non rientra nei limiti edittali o è di una specie diversa da quella prevista dalla legge per quel reato. Questa è l’unica ipotesi in cui la Corte di Cassazione può intervenire d’ufficio.

Qualsiasi altro motivo, inclusa la critica alla determinazione della pena (se non illegale) o alla valutazione della colpevolezza, è precluso e rende il ricorso inammissibile.

Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rafforza un orientamento giurisprudenziale consolidato, offrendo un importante monito per la difesa. La scelta di accedere al concordato in appello è una decisione strategica che deve essere ponderata con attenzione, poiché comporta conseguenze processuali significative. Accettando l’accordo, si ottiene una riduzione della pena ma si perde quasi ogni possibilità di contestare la sentenza di condanna in Cassazione. La porta del ricorso rimane aperta solo per vizi procedurali specifici o per una palese illegalità della sanzione, rendendo vana ogni successiva doglianza sul merito della vicenda processuale.

È possibile impugnare in Cassazione una sentenza di ‘patteggiamento in appello’ per contestare la colpevolezza o chiedere il proscioglimento?
No. Secondo la Corte, l’accordo sulla pena in appello (art. 599-bis c.p.p.) si fonda sulla rinuncia ai motivi di impugnazione, inclusi quelli relativi alla responsabilità e alla valutazione delle cause di non punibilità (art. 129 c.p.p.). Pertanto, un ricorso basato su tali motivi è inammissibile.

Quali sono gli unici motivi per cui è ammesso un ricorso contro una sentenza emessa a seguito di concordato in appello?
Il ricorso è ammissibile solo se si lamentano vizi relativi alla formazione della volontà della parte di accedere all’accordo, al consenso del pubblico ministero, a un contenuto della sentenza difforme dall’accordo, oppure se la pena inflitta è illegale (cioè non prevista dalla legge o fuori dai limiti edittali).

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La declaratoria di inammissibilità del ricorso comporta, per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, il cui importo viene stabilito dal giudice in base alla colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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