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Ricorso inammissibile: limiti del giudizio in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per danneggiamento e lesioni. L’ordinanza chiarisce che la Cassazione non può riesaminare i fatti e che la mera riproposizione dei medesimi motivi di appello rende l’impugnazione inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando i Motivi non Bastano

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede una strategia precisa e il rispetto di limiti rigorosi. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga rapidamente respinto quando si tenta di ottenere un nuovo giudizio sui fatti o quando ci si limita a ripetere argomenti già bocciati. Analizziamo questo caso per capire i confini del giudizio di legittimità e le conseguenze di un’impugnazione mal formulata.

I Fatti del Processo

Il caso nasce da un ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Milano, che aveva confermato la sua condanna per i reati di danneggiamento (art. 635 c.p.) e lesioni personali (art. 582 c.p.). L’imputato, attraverso il suo difensore, ha sollevato due principali motivi di doglianza davanti alla Corte di Cassazione:

1. Vizio di motivazione sul reato di danneggiamento: Si contestava la sussistenza dell’elemento soggettivo del reato, ovvero il dolo. Secondo la difesa, la motivazione della Corte d’Appello era carente e basata su un’errata interpretazione delle prove, in particolare della testimonianza di un testimone oculare.
2. Vizio di motivazione sul reato di lesioni: Anche in questo caso, si contestava la motivazione della sentenza riguardo alla responsabilità penale, sostenendo che non fosse adeguatamente provata.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con una sintetica ma incisiva ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile in ogni sua parte. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. La Corte ha inoltre rilevato la tardività di una memoria difensiva depositata a ridosso dell’udienza.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

La decisione della Suprema Corte si fonda su principi consolidati della procedura penale che delimitano chiaramente il suo ambito di intervento. Vediamo nel dettaglio le ragioni per cui ciascun motivo è stato respinto.

Primo Motivo: il Divieto di Ricostruzione dei Fatti

In merito alla contestazione sul reato di danneggiamento, la Corte ha sottolineato che il ricorso mirava a una “inammissibile ricostruzione dei fatti”. Il ricorrente, infatti, non contestava un vero vizio logico nella motivazione della Corte d’Appello, ma proponeva una valutazione delle prove diversa da quella fatta dal giudice di merito. La Cassazione ricorda che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio dove si può riesaminare il merito della vicenda, ma è una sede di legittimità: il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza sia logica e non contraddittoria. Poiché la Corte d’Appello aveva spiegato in modo coerente (pagine da 16 a 19 della sentenza) le ragioni del suo convincimento, basandosi sulla testimonianza oculare e analizzando il movente, ogni tentativo di proporre una “lettura alternativa” è precluso in questa sede.

Secondo Motivo: la Reiterazione delle Stesse Argomentazioni

Anche il secondo motivo, relativo alle lesioni personali, è stato giudicato inammissibile, ma per una ragione diversa: era “totalmente reiterativo”. Questo significa che la difesa si è limitata a ripresentare in Cassazione le stesse identiche argomentazioni già esposte (e respinte) nel giudizio d’appello, senza confrontarsi criticamente con le specifiche ragioni addotte dalla Corte d’Appello per respingerle. La sentenza impugnata aveva infatti una motivazione logica e argomentata (pagine 19 e 20), basata su dichiarazioni testimoniali e documentazione medica. Un ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, deve attaccare specificamente la struttura logico-giuridica della decisione di secondo grado, non può essere una semplice riproposizione di censure generiche.

Conclusioni: Lezioni Pratiche dalla Sentenza

Questa ordinanza ribadisce due concetti fondamentali per chiunque intenda affrontare un giudizio in Corte di Cassazione. Primo, è inutile e controproducente chiedere alla Suprema Corte di rivalutare le prove o di sostituire il proprio apprezzamento dei fatti a quello dei giudici di merito. Il ricorso deve concentrarsi esclusivamente su vizi di legittimità, come l’errata applicazione di una norma di legge o una palese illogicità della motivazione. Secondo, è essenziale che i motivi del ricorso siano specifici e critici nei confronti della sentenza impugnata. La mera riproposizione di vecchi argomenti configura un ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Questa decisione serve da monito: il ricorso per cassazione è uno strumento tecnico che va utilizzato con perizia, non un’ulteriore chance per ridiscutere l’intera vicenda processuale.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati non erano consentiti in sede di legittimità. Il primo motivo mirava a una nuova valutazione dei fatti, mentre il secondo si limitava a ripetere argomenti già respinti in appello senza criticare la specifica motivazione della sentenza impugnata.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘reiterativo’?
Significa che il motivo ripropone le stesse identiche questioni e argomentazioni già presentate e decise nel precedente grado di giudizio (in questo caso, l’appello), senza confrontarsi con le ragioni specifiche per cui la Corte d’Appello le aveva respinte. È considerato un difetto che porta all’inammissibilità.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove, come la testimonianza di una persona?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è rivalutare le prove (come testimonianze o documenti), ma controllare che i giudici dei gradi inferiori abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e coerente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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