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Ricorso inammissibile: limiti del giudizio di Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di due imputati condannati per furto aggravato e altri reati. La decisione sottolinea che un ricorso inammissibile è tale quando i motivi sono generici, tentano di ottenere una nuova valutazione dei fatti (preclusa in sede di legittimità) o sollevano questioni non dedotte in appello. La Corte ribadisce il proprio ruolo di giudice di legittimità, non di merito.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando i Motivi non Bastano

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9068/2024, ha fornito importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi, ribadendo i confini invalicabili del giudizio di legittimità. Il caso analizzato riguarda la condanna per furto aggravato e altri reati, ma i principi espressi hanno una valenza generale e costituiscono un monito fondamentale per la redazione degli atti di impugnazione. Comprendere perché un ricorso inammissibile viene dichiarato tale è cruciale per evitare la chiusura definitiva del processo con la conferma della condanna.

I Fatti del Processo

Due soggetti, condannati in primo e secondo grado per furto aggravato, danneggiamento e, per uno dei due, anche per sottrazione di cose sottoposte a sequestro, presentavano ricorso per Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria. Le loro difese si basavano su diverse censure, che andavano dalla presunta illogicità della motivazione alla violazione di legge in merito agli elementi del reato e alla mancata concessione di circostanze attenuanti.

Analisi del Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha analizzato separatamente i motivi di ricorso, dichiarandoli tutti inammissibili per ragioni diverse ma convergenti, che delineano con precisione i limiti dell’impugnazione in sede di legittimità.

La Genericità e l’Indeterminatezza del Motivo

Il primo ricorrente lamentava una motivazione carente e illogica, in quanto non avrebbe acquisito elementi di prova a sostegno di una ricostruzione alternativa dei fatti. La Corte ha respinto questa doglianza definendola generica. Un ricorso inammissibile per genericità si verifica quando l’appellante non indica specificamente gli elementi su cui si fonda la sua critica, impedendo al giudice di comprendere il nucleo della censura. Non è sufficiente affermare che la motivazione è illogica; è necessario, ai sensi dell’art. 581 c.p.p., specificare quali passaggi della sentenza sono viziati e perché.

Il Divieto di ‘Rilettura’ dei Fatti

Il secondo ricorrente, tra i vari motivi, contestava la valutazione del dolo (l’elemento soggettivo del reato). La Cassazione ha dichiarato questo motivo inammissibile perché mirava a ottenere una ‘rilettura’ degli elementi di fatto. Il compito della Suprema Corte non è quello di riesaminare le prove e sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, ma solo di verificare se la motivazione di quest’ultimo sia esente da vizi logici e giuridici. Tentare di proporre una diversa interpretazione del materiale probatorio esula dai poteri del giudice di legittimità.

Motivi Nuovi e Attenuanti

Altri due motivi presentati dal secondo ricorrente sono stati respinti per ragioni procedurali. La richiesta di concessione dell’attenuante del contributo di minima importanza (art. 114 c.p.) è stata dichiarata inammissibile perché non era stata sollevata come motivo di appello, in violazione dell’art. 606, comma 3, c.p.p. La censura sulla mancata concessione delle attenuanti generiche è stata invece ritenuta manifestamente infondata, poiché la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione adeguata, e non è necessario che il giudice analizzi ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, essendo sufficiente che si concentri su quelli decisivi.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

L’ordinanza riafferma con forza la natura del giudizio di Cassazione come controllo di legittimità e non come un terzo grado di merito. I ricorsi devono essere formulati in modo specifico, chiaro e pertinente, rispettando le preclusioni processuali. La Corte ha stabilito che non può essere richiesto un nuovo giudizio sui fatti, mascherato da presunte violazioni di legge o vizi di motivazione. I giudici di merito hanno la competenza esclusiva per la valutazione delle prove, e tale valutazione è insindacabile in Cassazione se supportata da una motivazione coerente e priva di palesi errori logici o giuridici.

Conclusioni

La decisione in esame è un chiaro esempio delle conseguenze di un’impugnazione mal formulata. Un ricorso inammissibile non solo porta alla conferma immediata della condanna, ma comporta anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Questa pronuncia serve da guida pratica, evidenziando che il successo di un ricorso in Cassazione dipende non dal tentativo di rimettere in discussione i fatti, ma dalla capacità di individuare e argomentare con precisione specifici errori di diritto o vizi logici manifesti nella sentenza impugnata.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se è generico e non specifica le ragioni della censura, se mira a ottenere una nuova valutazione dei fatti già giudicati, oppure se introduce motivi di doglianza che non erano stati presentati nel precedente grado di appello.

Cosa significa che la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità?
Significa che il suo compito non è riesaminare le prove o i fatti del caso (giudizio di merito), ma solo verificare che i giudici dei gradi inferiori abbiano applicato correttamente la legge e abbiano fornito una motivazione logica e non contraddittoria per la loro decisione.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità rende definitiva la sentenza di condanna impugnata. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un ricorso non consentito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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