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Ricorso inammissibile: limiti del giudizio di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di lieve entità. Il ricorso era basato su un presunto vizio di motivazione riguardo all’identificazione dell’imputato. La Suprema Corte ha stabilito che il ricorso era un tentativo inammissibile di ottenere una nuova valutazione dei fatti, ribadendo che il suo ruolo è limitato al controllo della coerenza logica della sentenza impugnata, la quale, nel caso di specie, era ben motivata sulla base delle osservazioni dirette degli agenti, della corrispondenza fisica e del ritrovamento di tracce di sostanza stupefacente. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando le Doglianze sui Fatti non Trovano Spazio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7262 del 2024, offre un’importante lezione sui limiti del giudizio di legittimità. La decisione chiarisce perché un ricorso inammissibile non può trasformare la Suprema Corte in un terzo grado di giudizio, dove riesaminare le prove e i fatti. Il caso riguarda un uomo condannato per spaccio di sostanze stupefacenti che ha tentato, senza successo, di contestare la sua identificazione davanti alla Cassazione.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna per Spaccio al Ricorso

La vicenda processuale ha origine con la condanna di un individuo alla pena di un anno e sei mesi di reclusione e 2.400 euro di multa per il reato di cessione di sostanze stupefacenti di lieve entità, previsto dall’art. 73, comma 5, del D.P.R. 309/1990. La condanna, emessa dal GUP del Tribunale di Arezzo e confermata dalla Corte d’Appello di Firenze, si basava su prove solide.

L’imputato decideva di presentare ricorso per cassazione, lamentando un vizio di motivazione. In particolare, sosteneva che la sua identificazione da parte dell’acquirente della sostanza fosse inattendibile e che i giudici di merito non avessero valutato adeguatamente questo aspetto. Il suo obiettivo era scardinare l’impianto accusatorio mettendo in dubbio l’elemento chiave della sua colpevolezza: essere proprio lui la persona che aveva ceduto la droga.

La Decisione della Corte di Cassazione: Il Ricorso è Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente: quello procedurale. La Corte ha stabilito che i motivi presentati dall’imputato non erano ammissibili in quella sede, poiché miravano a una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa al giudice di legittimità.

Le Motivazioni: I Limiti del Giudizio di Legittimità

La Suprema Corte ha articolato la sua decisione sulla base di principi consolidati della procedura penale, ribadendo la natura e i confini del proprio ruolo. Le motivazioni possono essere riassunte in tre punti fondamentali.

Il Divieto di Rivalutazione dei Fatti

Il compito della Corte di Cassazione non è quello di essere un “giudice di terza istanza” per riesaminare le prove. Il suo controllo è limitato alla “legittimità”, ovvero alla verifica che i giudici di merito abbiano applicato correttamente la legge e abbiano costruito un percorso logico-argomentativo coerente e privo di vizi manifesti. Il ricorso dell’imputato, invece, tendeva proprio a questo: riproporre censure “in punto di fatto” già esaminate e respinte nei gradi precedenti, chiedendo alla Cassazione di sostituire la propria valutazione a quella della Corte d’Appello.

La Coerenza Logica della Sentenza Impugnata

La Corte ha ritenuto che la motivazione della sentenza d’appello non fosse affatto illogica o carente. Anzi, era fondata su una pluralità di elementi convergenti:

1. Osservazione diretta: Gli agenti di polizia avevano osservato e controllato direttamente il ricorrente mentre, insieme a un’altra persona, effettuava cessioni di stupefacenti.
2. Corrispondenza fisica: L’imputato era l’unico soggetto presente che corrispondeva alle caratteristiche fisiche (altezza, stazza, calvizie) descritte dall’acquirente.
3. Prove materiali: Solo l’imputato era stato trovato in possesso di un involucro contenente tracce di polvere bianca.

Questi elementi, valutati nel loro insieme, costituivano una base logica solida per affermare la responsabilità dell’imputato, al di là di ogni ragionevole dubbio.

La Genericità del Motivo di Ricorso

Infine, la Corte ha sottolineato come il ricorso non si confrontasse specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata. Piuttosto che evidenziare una specifica illogicità nel ragionamento dei giudici d’appello, l’imputato si era limitato a riproporre le stesse doglianze già respinte, senza una critica mirata. Questo rende il ricorso generico e, quindi, inammissibile.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche di un Ricorso Inammissibile

L’ordinanza ha implicazioni pratiche significative. In primo luogo, la condanna a carico del ricorrente è diventata definitiva. In secondo luogo, a causa della declaratoria di inammissibilità, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale. Questa pronuncia serve da monito: il ricorso per cassazione è uno strumento straordinario, da utilizzare per denunciare errori di diritto o vizi logici macroscopici, non per tentare una terza valutazione dei fatti nella speranza di un esito diverso.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione contesta la ricostruzione dei fatti?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. La Corte di Cassazione non ha il potere di riesaminare le prove o di rivalutare i fatti del caso; il suo compito è solo quello di controllare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata.

Su quali elementi si basava la condanna confermata dalla Corte d’Appello?
La condanna era basata su tre elementi principali: l’osservazione diretta degli agenti di polizia durante la cessione, la corrispondenza tra le caratteristiche fisiche dell’imputato e la descrizione fornita dall’acquirente, e il ritrovamento di un involucro con tracce di sostanza stupefacente in suo possesso.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, equitativamente fissata dal giudice, in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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