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Ricorso inammissibile: limiti del giudizio di Cassazione

La Cassazione dichiara un ricorso inammissibile per appropriazione indebita, confermando la condanna. I motivi, già respinti in appello, miravano a una rilettura dei fatti, non consentita in sede di legittimità. Il ricorrente è condannato a pagare spese e sanzioni.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Conferma la Condanna Senza Riesaminare i Fatti

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio dei limiti del giudizio di Cassazione e delle conseguenze di un ricorso inammissibile. Il caso riguarda una condanna per appropriazione indebita, ma il cuore della decisione della Suprema Corte non risiede nel merito del reato, bensì nelle ragioni puramente procedurali che hanno portato a rigettare l’appello del condannato, rendendo la sua condanna definitiva. Analizziamo come la Corte ha motivato la sua decisione, delineando principi fondamentali della procedura penale.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna in Appello al Ricorso in Cassazione

Un soggetto, condannato in primo grado e in appello per il reato di appropriazione indebita, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. I motivi del suo ricorso erano principalmente quattro:

1. Errata applicazione della legge penale (art. 646 c.p.) e vizio di motivazione sulla sussistenza del reato.
2. Mancata assunzione di una prova ritenuta decisiva (l’esame di un testimone a discarico).
3. Carenza di motivazione riguardo alla quantificazione del risarcimento del danno stabilito in favore della parte civile.

L’imputato, in sostanza, chiedeva alla Suprema Corte una nuova valutazione del materiale probatorio che aveva portato alla sua condanna nei due gradi di giudizio precedenti.

L’Analisi della Corte: Perché il Ricorso è Inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile, smontando punto per punto le argomentazioni della difesa. La decisione si fonda su principi cardine che regolano il giudizio di legittimità.

Motivi Generici che rendono il Ricorso Inammissibile

I primi motivi di ricorso sono stati giudicati ‘aspecifici’. La Corte ha sottolineato che l’appellante si era limitato a riproporre le stesse doglianze già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Questo tipo di ricorso non attacca le specifiche ragioni legali della sentenza di secondo grado, ma tenta di ottenere una terza valutazione dei fatti. La Cassazione ha ribadito che il suo ruolo non è quello di una ‘terza istanza’ di merito; non può rileggere le prove o scegliere una ricostruzione dei fatti diversa da quella, logicamente motivata, dei giudici precedenti.

Il Rifiuto di Nuove Prove in Appello

Anche il motivo relativo alla mancata assunzione di un testimone è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha ricordato che la rinnovazione dell’istruttoria in appello è un istituto eccezionale. Il giudice d’appello può ricorrervi solo se non è in grado di decidere sulla base degli atti già presenti. In questo caso, la Corte d’Appello aveva spiegato in modo coerente perché l’esame del testimone non era necessario, dato che il quadro probatorio era già chiaro e l’attendibilità della persona offesa era stata ampiamente verificata.

La Congruità del Risarcimento del Danno

Infine, per quanto riguarda il risarcimento del danno, la Suprema Corte ha stabilito che la motivazione della Corte territoriale era congrua, coerente con le prove emerse e priva di illogicità manifeste. Anche in questo caso, il ricorso mirava a un riesame del merito, vietato in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile perché non contestava vizi di legge, ma chiedeva un inammissibile riesame dei fatti. Le argomentazioni del ricorrente sono state ritenute una semplice riproposizione di doglianze già respinte, senza un reale confronto con la motivazione della sentenza d’appello. La decisione evidenzia che il giudizio di Cassazione è un controllo sulla corretta applicazione delle norme (giudizio di legittimità) e non una nuova valutazione delle prove (giudizio di merito). La ‘doppia conforme’ dei giudizi precedenti, unita alla logicità delle loro motivazioni, ha reso la ricostruzione dei fatti insindacabile in questa sede.

Conclusioni: Le Conseguenze di un Ricorso Inammissibile

La declaratoria di inammissibilità ha comportato conseguenze economiche significative per il ricorrente. Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, a titolo sanzionatorio per aver proposto un ricorso con profili di colpa. Inoltre, è stato condannato a rifondere le spese legali sostenute dalla parte civile nel giudizio di Cassazione. Questa ordinanza serve da monito: un ricorso in Cassazione deve basarsi su solidi e specifici motivi di diritto, altrimenti il rischio non è solo il rigetto, ma anche l’imposizione di ulteriori sanzioni economiche.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e i fatti di un processo?
No, la Corte di Cassazione svolge un giudizio di legittimità, non di merito. Non può effettuare una ‘rilettura’ degli elementi probatori o adottare nuovi parametri di valutazione dei fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione delle sentenze precedenti.

Quando un motivo di ricorso viene considerato ‘aspecifico’ o ‘manifestamente infondato’?
Un motivo è ‘aspecifico’ quando si limita a ripetere le stesse lamentele già presentate e respinte in appello, senza confrontarsi specificamente con le ragioni della decisione impugnata. È ‘manifestamente infondato’ quando la sua mancanza di fondamento è palese, come nel caso della richiesta di una nuova prova (esame di un testimone) quando il quadro probatorio è già chiaro e completo.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Oltre alla conferma della condanna, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali, a rifondere le spese legali sostenute dalla parte civile nel giudizio di Cassazione e, se si ravvisa una colpa nella proposizione del ricorso, al pagamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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