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Ricorso inammissibile: limiti del giudizio di Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un soggetto condannato per la violazione del foglio di via obbligatorio. L’ordinanza chiarisce che il ricorso non può essere una mera ripetizione dei motivi d’appello, né può richiedere una nuova valutazione dei fatti o dell’attendibilità dei testimoni, compiti esclusivi dei giudici di merito. La Corte ribadisce così i limiti del proprio sindacato di legittimità, confermando la decisione impugnata.

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Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta a Nuove Valutazioni

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sui limiti del giudizio di legittimità, chiarendo perché un ricorso inammissibile viene rigettato quando si limita a riproporre questioni già decise o a chiedere un riesame dei fatti. La Suprema Corte di Cassazione, con questa decisione, ribadisce il proprio ruolo di giudice della legge e non del fatto, tracciando una linea netta tra le competenze dei diversi gradi di giudizio.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla condanna di un individuo per aver violato una misura di prevenzione, specificamente un foglio di via obbligatorio con divieto di fare ritorno in un determinato Comune. Questa misura, disposta dal Questore, è prevista dall’art. 76 del D.Lgs. 159/2011 per soggetti ritenuti socialmente pericolosi. Dopo la condanna in primo grado, la Corte d’Appello confermava la sentenza, ritenendo adeguatamente motivato sia il provvedimento del Questore sia il giudizio di colpevolezza. Contro tale decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso e il Conseguente Ricorso Inammissibile

L’imputato basava il suo ricorso su tre motivi principali, tutti respinti dalla Suprema Corte che ha bollato l’intero atto come un ricorso inammissibile.

Primo Motivo: Critica alla Motivazione

Il ricorrente contestava la correttezza della motivazione sulla sua responsabilità penale. La Corte ha rilevato che tali doglianze erano una semplice e pedissequa reiterazione di quelle già presentate e respinte in appello. Un ricorso in Cassazione deve contenere una critica argomentata e specifica alla sentenza impugnata, non limitarsi a ripetere argomenti già disattesi.

Secondo Motivo: Inattendibilità di un Testimone

Il secondo motivo mirava a contestare l’attendibilità delle dichiarazioni di un testimone. Anche in questo caso, la Corte ha dichiarato l’inammissibilità, sottolineando che una tale richiesta si traduce in un tentativo di ottenere una nuova e diversa valutazione dei fatti. La valutazione delle prove e della credibilità dei testimoni è, per legge, di competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non può essere oggetto del sindacato di legittimità, a meno che la motivazione non sia palesemente illogica o contraddittoria.

Terzo Motivo: Mancata Concessione delle Attenuanti Generiche

Infine, il ricorrente lamentava la mancata applicazione delle circostanze attenuanti generiche. La Corte ha ritenuto il motivo manifestamente infondato, poiché la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione logica e coerente per negarle. Il giudice di merito non è tenuto a esaminare analiticamente tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli, ma è sufficiente che indichi quelli ritenuti decisivi per la sua scelta.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, nel dichiarare il ricorso inammissibile, ha riaffermato principi consolidati della procedura penale. Il fulcro della decisione risiede nella distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. La Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si possono rimettere in discussione i fatti accertati nelle sedi precedenti. Il suo compito è limitato a verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Come citato nell’ordinanza (richiamando la sentenza Petrella delle Sezioni Unite), il sindacato della Corte ha un “orizzonte circoscritto” e non può spingersi fino a verificare la rispondenza della motivazione alle acquisizioni processuali. Qualsiasi tentativo di ottenere una “rilettura” degli elementi di fatto, come nel caso della valutazione testimoniale, esula dai poteri della Corte (sentenza Dessimone).

Le Conclusioni

L’ordinanza consolida un principio fondamentale: per accedere al giudizio di Cassazione, è necessario formulare censure che attengano a vizi di legge o a palesi illogicità della motivazione, non alla ricostruzione dei fatti. La decisione di dichiarare il ricorso inammissibile serve da monito: la strategia processuale di riproporre in modo identico le argomentazioni già respinte in appello è destinata al fallimento. Per gli avvocati, ciò significa dover elaborare motivi di ricorso specifici, che identifichino con precisione i vizi della sentenza di secondo grado, senza sperare in un nuovo esame del merito. Per i cittadini, è la conferma che il processo ha una sua progressione logica e che, una volta accertati i fatti nei primi due gradi, la discussione in Cassazione si sposta su un piano puramente giuridico.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte in appello, se non presenta critiche specifiche alla sentenza impugnata, o se chiede alla Corte di rivalutare i fatti e le prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito.

La Corte di Cassazione può valutare l’attendibilità di un testimone?
No, la valutazione dell’attendibilità di un testimone e degli elementi di prova è una prerogativa esclusiva del giudice di merito (primo e secondo grado). La Corte di Cassazione può solo controllare che la motivazione del giudice su tale valutazione sia logica e non presenti vizi giuridici.

È sufficiente che il giudice neghi le attenuanti generiche senza analizzare ogni elemento?
Sì, secondo la giurisprudenza costante, non è necessario che il giudice di merito, nel motivare il diniego delle attenuanti generiche, prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli. È sufficiente che faccia riferimento a quelli che ha ritenuto decisivi per la sua decisione, purché la motivazione sia esente da illogicità evidenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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