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Ricorso inammissibile: limiti del giudizio di Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, ribadendo che non si può chiedere un nuovo esame delle prove in sede di legittimità. Il ricorso è stato giudicato generico e un tentativo di ottenere un terzo grado di merito, specialmente riguardo la valutazione della prova e la motivazione della pena.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta a Nuove Valutazioni

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio dei rigorosi paletti che delimitano il giudizio della Corte di Cassazione, confermando come un ricorso inammissibile sia la conseguenza inevitabile di motivi non conformi alla sua funzione. La vicenda riguarda un imputato che, dopo la condanna confermata in appello, ha tentato di portare la sua causa davanti alla Suprema Corte, contestando la valutazione delle prove e la pena inflitta. L’esito, tuttavia, è stato una secca dichiarazione di inammissibilità.

I Fatti del Processo e i Motivi del Ricorso

Il ricorrente, già condannato dalla Corte d’Appello, ha proposto ricorso per Cassazione lamentando presunte violazioni di legge penale e processuale. In particolare, la difesa si è concentrata sulla violazione delle norme che regolano la valutazione della prova (art. 192 c.p.p.), sostenendo che gli elementi a carico non fossero stati correttamente ponderati dai giudici di merito.

Inoltre, è stata mossa una critica al trattamento sanzionatorio, ritenuto eccessivo. L’obiettivo del ricorrente era, di fatto, ottenere una riconsiderazione complessiva della sua posizione, sia in termini di colpevolezza che di entità della pena.

Limiti del Giudizio di Legittimità e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha immediatamente respinto le argomentazioni della difesa, qualificando il ricorso inammissibile in ogni sua parte. I giudici hanno ribadito un principio fondamentale del nostro ordinamento: la Cassazione è una Corte di legittimità, non un terzo grado di giudizio del merito. Questo significa che il suo compito non è rivalutare i fatti o le prove, ma solo verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge.

Contestare la valutazione delle prove, come ha fatto il ricorrente, è possibile solo se si dimostra che la motivazione della sentenza impugnata è totalmente mancante, palesemente contraddittoria o manifestamente illogica. Non è sufficiente proporre una propria lettura alternativa delle prove, sperando che la Cassazione la sostituisca a quella dei giudici di merito. L’ordinanza sottolinea che i motivi del ricorso erano un mero tentativo di ottenere un riesame dei fatti, compito che esula completamente dai poteri della Suprema Corte.

La Genericità del Motivo sulla Pena

Anche la doglianza relativa alla pena è stata giudicata inammissibile, ma per una ragione diversa: la sua assoluta genericità. La Corte d’Appello aveva motivato la severità della sanzione evidenziando un elemento specifico: la minaccia era stata perpetrata con l’uso di una pistola. Questo fattore, secondo i giudici di merito, aumentava la gravità della condotta al punto da escludere l’applicazione dell’attenuante della speciale tenuità del danno.

Il ricorso, tuttavia, non si è confrontato con questa specifica argomentazione, rimanendo ‘silente’ sul punto. Un motivo di ricorso, per essere ammissibile, deve criticare specificamente le ragioni della decisione impugnata, non limitarsi a una lamentela generale.

Le Motivazioni della Corte

La decisione della Corte si fonda su tre pilastri argomentativi. Primo, la critica alla valutazione delle prove non è un valido motivo di ricorso in Cassazione se si traduce in una semplice richiesta di rilettura del materiale probatorio. Secondo, il ricorso non può trasformare la Corte di legittimità in un terzo giudice del merito. Terzo, i motivi di impugnazione devono essere specifici e non generici, confrontandosi puntualmente con la motivazione della sentenza che si intende contestare, cosa che non è avvenuta per quanto riguarda il trattamento sanzionatorio.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma con forza la natura e i limiti del giudizio di Cassazione. Chi intende presentare un ricorso deve formulare censure precise, focalizzate su errori di diritto o vizi logici gravi della motivazione, e non su un disaccordo con l’interpretazione dei fatti data dai giudici di primo e secondo grado. La conseguenza di un ricorso mal impostato, come in questo caso, è la sua inammissibilità, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile contestare la valutazione delle prove in Cassazione?
No, la Corte di Cassazione non è un giudice del merito e non può riesaminare le prove. Si può contestare la motivazione della sentenza solo se è mancante, contraddittoria o manifestamente illogica, non per proporre una diversa interpretazione delle prove.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano concettualmente errati. Pretendeva un riesame del merito della vicenda proponendo una lettura alternativa delle prove, compito che non spetta alla Corte di Cassazione. Inoltre, il motivo sulla pena era troppo generico.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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