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Ricorso inammissibile: limiti appello patteggiamento

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza di patteggiamento per un reato in materia di stupefacenti. Il ricorrente lamentava la mancata motivazione del giudice nel negare la sostituzione della pena detentiva con i lavori di pubblica utilità. La Suprema Corte, confermando la decisione, ha condannato l’imputato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, ribadendo i rigidi limiti all’impugnazione delle sentenze di applicazione della pena su richiesta delle parti.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione sui Limiti del Patteggiamento

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 25162/2025, offre un importante chiarimento sui limiti di impugnazione delle sentenze di patteggiamento, concludendo con una dichiarazione di ricorso inammissibile. Questo caso analizza la situazione in cui un imputato contesta la mancata motivazione del giudice riguardo al rigetto di una pena alternativa, come i lavori di pubblica utilità. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

Il Caso: Un’Istanza di Patteggiamento Respinta

La vicenda giudiziaria ha origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal Tribunale di Novara per un reato previsto dall’art. 73, comma 4, del d.P.R. 309/90, concernente la materia degli stupefacenti.

L’imputato, tramite il suo difensore, aveva presentato ricorso per cassazione lamentando un vizio di motivazione. In particolare, sosteneva che il giudice di merito avesse respinto una precedente istanza di patteggiamento, che prevedeva la sostituzione della pena detentiva con i lavori di pubblica utilità, senza una giustificazione adeguata. Secondo la difesa, il giudice non avrebbe considerato la possibilità di applicare specifiche prescrizioni, previste dall’art. 58 della legge 689/81, per mitigare il rischio di reiterazione del reato da parte dell’imputato.

I Motivi del Ricorso e le Conseguenze del ricorso inammissibile

Il nucleo della contestazione si fondava sulla presunta carenza di motivazione dell’ordinanza che aveva respinto la richiesta di pena alternativa. La difesa riteneva che una valutazione più approfondita delle “opportune prescrizioni” avrebbe potuto portare a un esito diverso, consentendo la sostituzione della pena detentiva. La questione centrale, quindi, era se tale doglianza potesse legittimare un ricorso in Cassazione contro una sentenza di patteggiamento, un percorso notoriamente stretto e limitato dalla legge. La decisione finale ha confermato come un motivo di questo tipo conduca a un esito di ricorso inammissibile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso presentato dall’imputato inammissibile. I giudici hanno implicitamente richiamato i limiti tassativi all’impugnazione delle sentenze di patteggiamento, come delineati dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale. Questi limiti sono molto stringenti e non consentono, di norma, di contestare la valutazione del giudice sulla congruità della pena o sulla scelta tra diverse sanzioni.

La Corte ha stabilito che le censure sollevate dal ricorrente non rientravano tra quelle ammesse dalla legge. Di conseguenza, non essendo ravvisabile un’assenza di colpa da parte dell’imputato nella presentazione di un ricorso privo dei presupposti legali, la Suprema Corte ha proceduto con le statuizioni di rito.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha comportato due conseguenze dirette per il ricorrente:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: Come prassi in caso di soccombenza, le spese del procedimento sono state addebitate all’imputato.
2. Condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria: In aggiunta alle spese, è stata disposta la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione prevista specificamente per i casi di inammissibilità del ricorso per cassazione, quando non vi sia colpa nella determinazione della causa (richiamando la sentenza della Corte Costituzionale n. 186/2000).

Questa sentenza ribadisce il principio secondo cui la scelta del patteggiamento comporta una significativa limitazione del diritto di impugnazione, circoscritto a specifici vizi di legge e non esteso a valutazioni di merito del giudice, come quella relativa all’opportunità di concedere pene alternative.

Cosa succede quando un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo la sentenza, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso quantificata in tremila euro, a favore della Cassa delle ammende.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento per contestare il rigetto dei lavori di pubblica utilità?
La sentenza dimostra che i motivi di ricorso avverso una sentenza di patteggiamento sono limitati dalla legge. Un vizio di motivazione sul rigetto di una pena alternativa, come i lavori di pubblica utilità, non rientra tra le censure ammesse, portando a una dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

Qual era il reato al centro del procedimento di patteggiamento?
Il procedimento di patteggiamento riguardava un reato previsto dall’articolo 73, comma 4, del d.P.R. 309/90, che disciplina le fattispecie di minore gravità in materia di sostanze stupefacenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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