Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello in Cassazione è Destinato al Fallimento
Presentare un ricorso in Cassazione non significa ottenere un terzo grado di giudizio per riesaminare i fatti. La Suprema Corte ha un ruolo ben preciso: verificare la corretta applicazione della legge. Un recente provvedimento ha ribadito questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile e condannando il proponente al pagamento delle spese e di una sanzione. Analizziamo questa decisione per capire i limiti del giudizio di legittimità.
Il Caso in Analisi
Un individuo, condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello, ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione. Le sue doglianze si basavano su due punti principali:
1. Errata valutazione delle prove: L’imputato contestava la ricostruzione dei fatti e la valutazione delle prove sulla sua responsabilità penale, proponendo una versione alternativa. In particolare, si sottolineava che la persona offesa lo aveva riconosciuto nonostante si fosse presentato sotto falso nome.
2. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: Si lamentava il fatto che i giudici di merito non avessero concesso la diminuzione di pena prevista dalle attenuanti generiche.
La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9362 del 2024, ha respinto completamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a un livello procedurale, ritenendo che le censure mosse non fossero ammissibili in quella sede. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni
La decisione della Suprema Corte si fonda su principi consolidati della procedura penale. Vediamo nel dettaglio le ragioni che hanno portato a questa conclusione.
I Limiti della Valutazione dei Fatti in Cassazione
Il primo motivo di ricorso è stato giudicato privo di “concreta specificità”. La difesa, secondo la Corte, non ha evidenziato errori di diritto o vizi logici nella motivazione della sentenza impugnata, ma ha tentato di ottenere una nuova valutazione delle prove. Questo è un compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado (giudici di merito). La Corte di Cassazione svolge un “sindacato di legittimità”, ovvero controlla che la legge sia stata applicata correttamente, non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici precedenti. Chiedere alla Cassazione di riconsiderare le prove equivale a chiederle di fare qualcosa che va oltre i suoi poteri, rendendo il ricorso inammissibile.
Il Diniego delle Attenuanti Generiche
Anche il secondo motivo è stato ritenuto “manifestamente infondato”. La giurisprudenza costante afferma che, per negare le attenuanti generiche, il giudice non è obbligato a esaminare e confutare ogni singolo elemento favorevole all’imputato. È sufficiente che la motivazione si concentri sugli elementi negativi ritenuti decisivi o sulla semplice assenza di elementi positivi meritevoli di considerazione. Nel caso di specie, la Corte ha rilevato che i giudici di merito avevano ampiamente e correttamente motivato la loro decisione, rendendo la riproposizione della stessa doglianza in Cassazione un mero tentativo dilatorio.
Le Conclusioni
Questa ordinanza è un chiaro monito: il ricorso in Cassazione non è una terza possibilità per discutere i fatti di un processo. Deve essere fondato su precise violazioni di legge o su vizi logici evidenti nella motivazione della sentenza. Proporre un appello generico, che si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello o a chiedere una nuova valutazione delle prove, conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. Le conseguenze non sono solo la conferma della condanna, ma anche un ulteriore esborso economico per le spese processuali e la sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Posso chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e i fatti del mio processo?
No. La Corte di Cassazione svolge un controllo di legittimità, verificando solo la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Non può effettuare una nuova valutazione delle prove o una ricostruzione alternativa dei fatti, poiché questo compito spetta ai giudici di primo e secondo grado. Un ricorso che tenta di farlo è considerato inammissibile.
Perché il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche è stato considerato un motivo infondato?
Secondo la giurisprudenza consolidata, il giudice di merito non è tenuto a prendere in considerazione ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole per negare le attenuanti. È sufficiente che motivi la sua decisione facendo riferimento agli elementi negativi ritenuti decisivi o all’assenza di elementi positivi rilevanti, come avvenuto nel caso di specie. La riproposizione di tale doglianza è stata quindi ritenuta infondata.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, viene condannato al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso specifico è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 9362 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 9362 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 06/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a PESCARA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 02/05/2023 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letti i ricorsi presentati, con distinti atti, dal difensore di NOME COGNOME; ritenuto che la censura, in punto di prova della penale responsabilità, è priva di concreta specificità e tende a prefigurare una rivalutazione delle fonti probatorie e/o un’alternativa ricostruzione dei fatti mediante criteri di valutazione diversi da quelli adottati dal giudice del merito, estranee al sindacato del presente giudizio ed avulse da pertinente individuazione di specifici e decisivi travisamenti di emergenze processuali valorizzate dai giudicanti, considerato che la persona offesa ha riconosciuto l’imputato, presentatosi sotto falso nome;
considerato che il motivo inerente al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche è manifestamente infondato alla luce della consolidata giurisprudenza di legittimità, secondo cui, nel motivare il diniego della diminuente richiesta, non è necessario che il giudice di merito prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o rilevabili dagli atti, ma è sufficiente congruo riferimento agli elementi negativi ritenuti decisivi o rilevanti ovvero all’assenza di elementi positivi, rimanendo disattesi o superati tutti gli altri da ta valutazione, come avvenuto nella specie (si vedano, in particolare, pagg. 3 e 4);
che, invero, i giudici del merito hanno ampiamente vagliato e disatteso, con corretti argomenti logici e giuridici, le doglianze difensive dell’appello, meramente riprodotte in questa sede (si veda pag. 3);
rilevato, pertanto, che i ricorsi devono essere dichiarati inammissibili, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, il 6 febbraio 2024.