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Ricorso inammissibile: limiti alla Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per furto, ribadendo i propri limiti giurisdizionali. La Corte chiarisce che non può riesaminare le prove o i fatti del processo, ma solo verificare la corretta applicazione della legge. Vengono respinti i motivi relativi alla valutazione delle prove, alla mancata concessione delle attenuanti generiche e al riconoscimento della recidiva, poiché tendevano a una rivalutazione del merito, non consentita in sede di legittimità.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Non Può Riesaminare i Fatti

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha riaffermato un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio sul merito, ma di un organo di legittimità. Questo significa che non può rivalutare le prove o sostituire il proprio giudizio a quello dei giudici dei gradi precedenti. La pronuncia in esame offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga rigettato quando tenta di superare questi confini, chiedendo alla Corte di fare ciò che la legge non le consente.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna per il reato di furto, aggravato dalla recidiva, confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato, non rassegnato alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a tre distinti motivi per cercare di annullare la sentenza di condanna.

I Motivi del Ricorso

L’imputato ha basato la sua difesa su tre pilastri principali:

1. Erronea valutazione delle prove: Si lamentava una violazione delle norme sulla valutazione della prova (art. 192 c.p.p.) e sulla motivazione della sentenza (art. 546 c.p.p.), sostenendo che il giudizio di colpevolezza non fosse supportato da elementi sufficienti a superare ogni ragionevole dubbio.
2. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Il ricorrente contestava la decisione del giudice di non applicare le attenuanti generiche, ritenendo la motivazione del diniego carente o illogica.
3. Errato riconoscimento della recidiva: Infine, si criticava la motivazione con cui era stata riconosciuta e applicata l’aggravante della recidiva.

Le Motivazioni della Cassazione: Analisi di un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in ogni suo punto, fornendo spiegazioni dettagliate che delineano con precisione i limiti del proprio sindacato.

Per quanto riguarda il primo motivo, la Corte ha sottolineato che le censure relative alla valutazione delle prove, anche se presentate come violazioni di legge, miravano in realtà a ottenere una nuova e diversa lettura degli elementi probatori. Questo tipo di richiesta è preclusa in sede di legittimità. La Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare se il giudice di merito abbia applicato correttamente la legge e abbia fornito una motivazione logica e non contraddittoria. Inoltre, ha chiarito che la violazione dell’art. 192 c.p.p. non è una di quelle sanzionate a pena di nullità che possono essere fatte valere con il motivo di cui all’art. 606, comma 1, lett. c) c.p.p.

In relazione al secondo motivo, quello sulle attenuanti generiche, i giudici hanno ribadito un principio consolidato: per negare le attenuanti, il giudice di merito non è tenuto a esaminare analiticamente ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole. È sufficiente che egli indichi le ragioni decisive del suo convincimento, basandosi sugli elementi ritenuti più rilevanti. Nel caso di specie, la motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata esente da vizi logici evidenti e, pertanto, incensurabile.

Infine, anche il terzo motivo sulla recidiva è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha spiegato che un vizio di motivazione, per essere rilevante in Cassazione, deve emergere in modo palese dal testo della sentenza, come una contraddizione logica interna o un contrasto con massime di esperienza consolidate. Tali difetti non sono stati riscontrati nella sentenza impugnata.

Conclusioni: Il Ruolo della Corte di Cassazione

La decisione si conclude con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza serve come un importante promemoria: il ricorso per Cassazione è uno strumento per correggere errori di diritto, non per tentare di ottenere una terza valutazione dei fatti. La motivazione della sentenza di merito può essere contestata solo se manifestamente illogica o contraddittoria, non se semplicemente non condivisa dall’imputato. Preparare un ricorso efficace significa comprendere e rispettare i rigidi confini del giudizio di legittimità.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove di un processo?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove o rivalutare i fatti. Il suo compito è esclusivamente quello di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

Come deve motivare un giudice il diniego delle attenuanti generiche?
Non è necessario che il giudice analizzi ogni singolo elemento a favore o contro l’imputato. È sufficiente che la sua motivazione si basi sugli elementi ritenuti decisivi per la decisione, spiegando in modo logico perché le attenuanti non sono state concesse.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito delle questioni sollevate. La sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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