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Ricorso inammissibile: limiti alla Cassazione

Un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza presenta ricorso in Cassazione. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, sottolineando che non può riesaminare i fatti già valutati dai giudici di merito e confermando la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Non Può Riesaminare i Fatti

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un importante chiarimento sui confini del giudizio di legittimità, specialmente nei casi in cui la difesa tenta di ottenere una nuova valutazione delle prove. Il caso riguarda una condanna per guida in stato di ebbrezza, ma il principio affermato è di portata generale: la Suprema Corte non è un ‘terzo grado’ di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. L’esito, un ricorso inammissibile, sottolinea una regola fondamentale del nostro sistema processuale.

Il Caso: Dalla Condanna per Guida in Stato di Ebbrezza al Ricorso

Un automobilista veniva condannato sia in primo grado che in appello per il reato previsto dall’art. 186, comma 2, del Codice della Strada. Ritenendo ingiusta la decisione, proponeva ricorso per Cassazione attraverso il suo difensore, articolando due principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso: Un Tentativo di Riesaminare i Fatti

Il ricorso si basava su due argomenti principali, entrambi finalizzati a scardinare la decisione della Corte d’Appello.

La Critica alla Valutazione delle Prove

Il primo motivo, pur presentato come un ‘vizio di legittimità’, mirava in realtà a contestare la ricostruzione dei fatti e l’apprezzamento del materiale probatorio effettuati dai giudici di merito. La difesa, in sostanza, chiedeva alla Cassazione di riesaminare le prove e giungere a una conclusione diversa da quella della Corte d’Appello.

La Richiesta di Applicazione della Particolare Tenuità del Fatto

In secondo luogo, il ricorrente lamentava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale. Secondo la difesa, le circostanze del reato erano tali da giustificare l’esclusione della punibilità.

Le Motivazioni della Suprema Corte: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha respinto entrambi i motivi, dichiarando l’intero ricorso inammissibile. Le motivazioni della decisione sono nette e ribadiscono principi consolidati.

La Corte ha chiarito che il primo motivo era inaccettabile perché invadeva un campo riservato esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Questi ultimi avevano già fornito una motivazione ‘congrua e adeguata’, priva di vizi logici e basata su corretti criteri di inferenza. La Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici che hanno esaminato direttamente le prove.

Riguardo al secondo motivo, la Suprema Corte ha stabilito che la Corte d’Appello aveva correttamente escluso l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La decisione era fondata sul ‘rilevato disvalore oggettivo della condotta’, un elemento apprezzato con un ragionamento logico e coerente con le risultanze processuali. Anche in questo caso, la valutazione del giudice di merito è stata considerata insindacabile in sede di legittimità.

Conclusioni: L’Importanza di Distinguere tra Merito e Legittimità

Questa ordinanza è un chiaro monito: il ricorso in Cassazione non è una terza istanza per discutere i fatti. Il suo scopo è garantire l’uniforme interpretazione e la corretta applicazione della legge. Quando un ricorso, come in questo caso, si limita a criticare la valutazione delle prove senza individuare un reale vizio di legittimità, il suo destino è segnato: l’inammissibilità. La conseguenza per il ricorrente non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso ammonta a tremila euro.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, pur prospettando vizi di legittimità, in realtà mirava a ottenere una nuova valutazione dei fatti e delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non alla Corte di Cassazione.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove di un caso?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo ruolo è controllare la corretta applicazione delle norme di diritto e la logicità della motivazione, ma non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella espressa nelle sentenze dei gradi precedenti.

Per quale motivo non è stata concessa la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La causa di non punibilità prevista dall’art. 131-bis c.p. è stata esclusa perché i giudici di merito hanno ritenuto che la condotta dell’imputato avesse un ‘disvalore oggettivo’ tale da non poter essere considerata di particolare tenuità. Questa valutazione, essendo stata motivata in modo logico e coerente, non è stata ritenuta censurabile dalla Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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