LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: limiti alla Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per ricettazione. La sentenza sottolinea che la Corte non può riesaminare nel merito le prove, come le intercettazioni, né considerare motivi di ricorso che propongono una mera lettura alternativa dei fatti già correttamente valutati dalla Corte d’Appello. Il ricorso è stato giudicato generico e ripetitivo, non conforme ai requisiti di specificità richiesti dalla legge.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione non riesamina le prove

Il ricorso alla Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma il suo ruolo non è quello di un terzo processo. La Corte non riesamina i fatti, ma valuta la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione delle sentenze precedenti. Una recente pronuncia della Seconda Sezione Penale chiarisce perfettamente i confini di questo giudizio, dichiarando un ricorso inammissibile perché mirava a una rivalutazione delle prove, in particolare delle intercettazioni, già esaminate nei gradi di merito.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna per il reato di ricettazione (art. 648 c.p.), confermata sia in primo grado che dalla Corte d’Appello di Torino. La responsabilità dell’imputato era stata affermata sulla base di un compendio probatorio che includeva, in modo significativo, i risultati di alcune intercettazioni telefoniche.

I Motivi del Ricorso e le ragioni del ricorso inammissibile

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione lamentando diversi vizi. In sintesi, la difesa sosteneva che:
1. La motivazione della sentenza d’appello fosse manifestamente illogica e apparente, basata su mere “clausole di stile” senza un’analisi concreta delle censure difensive.
2. Vi fosse stata una violazione di legge (artt. 192 e 533 c.p.p.) e un travisamento della prova, poiché i giudici di merito avrebbero interpretato erroneamente il contenuto delle intercettazioni.
3. La responsabilità era stata desunta da conversazioni tra terzi, senza riscontri adeguati a carico del ricorrente.

La difesa, in sostanza, proponeva una lettura alternativa delle prove, ritenendo che le intercettazioni avessero un significato diverso da quello attribuito dai giudici. Questo approccio, tuttavia, si è scontrato con i limiti strutturali del giudizio di legittimità, portando a un esito di ricorso inammissibile.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sul principio consolidato secondo cui il giudizio di cassazione non può trasformarsi in una nuova valutazione dei fatti. I giudici hanno ritenuto che i motivi presentati non denunciassero reali vizi di legittimità, ma si limitassero a reiterare le stesse doglianze già respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi specificamente con le argomentazioni di quest’ultima.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha articolato la sua decisione su alcuni pilastri fondamentali della procedura penale:

1. Divieto di Rivalutazione del Merito: I giudici hanno ribadito che non è compito della Cassazione offrire una diversa interpretazione delle prove, come le intercettazioni. Tale attività è riservata ai giudici di primo e secondo grado. Proporre una lettura alternativa delle captazioni costituisce una “doglianza di natura fattuale” non consentita in sede di legittimità.

2. Specificità dei Motivi di Ricorso: Il ricorso è stato giudicato privo della necessaria specificità. Invece di individuare vizi logici o giuridici precisi nella sentenza impugnata, si è limitato a riproporre le tesi difensive, ignorando le risposte fornite dalla Corte d’Appello. Questo rende il motivo generico e, di conseguenza, inammissibile.

3. Corretto Uso dei Vizi di Motivazione: La Corte ha precisato che la denuncia di un vizio di motivazione non può servire a introdurre una censura sulla valutazione delle prove. Inoltre, la violazione dell’art. 192 c.p.p. (relativo alla valutazione della prova) non può essere dedotta come violazione di legge (art. 606, comma 1, lett. c, c.p.p.), ma deve rientrare, se ne sussistono i presupposti, nel vizio di motivazione (lett. e), i cui limiti di ammissibilità sono molto stringenti.

4. Valore delle Intercettazioni tra Terzi: La sentenza ha anche confermato che le conversazioni intercettate, anche quelle a cui l’imputato non partecipa direttamente, costituiscono una fonte di prova diretta e non necessitano obbligatoriamente di riscontri esterni. La loro valutazione è rimessa al libero convincimento razionalmente motivato del giudice.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia offre una lezione cruciale per la redazione di un ricorso per cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con la valutazione delle prove fatta dai giudici di merito. Per avere una possibilità di successo, è necessario dimostrare che la sentenza impugnata presenta un errore di diritto o un’irragionevolezza manifesta nel percorso logico seguito dal giudice. Un ricorso inammissibile è la sanzione processuale per chi tenta di ottenere dalla Suprema Corte un terzo grado di giudizio sul fatto, un compito che non le compete. La condanna dell’imputato è quindi diventata definitiva, con l’ulteriore obbligo di pagare le spese processuali e una somma in favore della cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano generici, ripetitivi di censure già respinte in appello e miravano a ottenere una nuova valutazione delle prove (in particolare delle intercettazioni), attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di dare una diversa interpretazione alle intercettazioni telefoniche?
No, non è possibile. L’interpretazione del contenuto delle intercettazioni è una valutazione di fatto riservata ai giudici di primo e secondo grado. La Cassazione può intervenire solo se la motivazione su questo punto è manifestamente illogica, contraddittoria o inesistente, non se è semplicemente opinabile.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro, a titolo di sanzione, in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati