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Ricorso inammissibile: limiti alla Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per furto e uso indebito di carta bancomat. Il ricorso contestava unicamente la quantificazione della pena. La Corte ha stabilito che la valutazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità, a meno che non sia palesemente illogica o immotivata, confermando così la condanna al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Non Riesamina la Pena

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sui limiti del giudizio in Corte di Cassazione, specialmente quando l’oggetto della contestazione è la misura della pena. Un recente caso ha visto il rigetto di un appello, definito come ricorso inammissibile, perché le censure mosse dall’imputato non rientravano tra quelle che la Suprema Corte è autorizzata a valutare. Questo provvedimento chiarisce la natura del sindacato di legittimità e la discrezionalità del giudice di merito.

I Fatti del Processo

Il ricorrente era stato condannato nei precedenti gradi di giudizio per i reati di furto e di indebito utilizzo di una carta bancomat. Non contestando la propria colpevolezza, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione lamentandosi esclusivamente della determinazione del trattamento sanzionatorio, ovvero della quantità di pena inflittagli dalla Corte di Appello di Catania. Secondo la difesa, la pena era eccessiva e non correttamente motivata.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22698/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, non solo ha confermato la sentenza impugnata, ma ha anche condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende. La Corte non è entrata nel merito della congruità della pena, ma si è fermata a un esame preliminare sulla validità del ricorso stesso.

Le Motivazioni del Ricorso Inammissibile

La ragione fondamentale della decisione risiede nella natura stessa del giudizio di Cassazione. La Corte ha sottolineato i seguenti punti chiave:

1. Natura Ripetitiva dei Motivi: Il ricorso si limitava a riproporre le stesse doglianze già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza introdurre nuovi profili di illegittimità. I giudici di secondo grado avevano già fornito una motivazione logica e giuridicamente corretta (ai fogli 3 e 4 della sentenza) per giustificare la pena inflitta.
2. Discrezionalità del Giudice di Merito: La graduazione della pena, ai sensi degli articoli 132 e 133 del codice penale, è un’attività che rientra pienamente nel potere discrezionale del giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Questo potere permette al giudice di adattare la sanzione alle specificità del caso concreto, tenendo conto della gravità del reato e della capacità a delinquere del reo.
3. Limiti del Sindacato di Legittimità: La Corte di Cassazione non è un “terzo giudice” del fatto. Il suo compito, definito sindacato di legittimità, è controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito sulla misura della pena, a meno che la decisione impugnata non sia frutto di un mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico, cosa che nel caso di specie non è stata riscontrata.

Poiché la motivazione della Corte d’Appello era ritenuta sufficiente e non viziata da illogicità, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale penale: non è sufficiente essere insoddisfatti della pena ricevuta per poterla contestare con successo in Cassazione. È necessario dimostrare che il giudice di merito abbia commesso un errore di diritto o abbia motivato la sua scelta in modo manifestamente illogico o contraddittorio. Un ricorso inammissibile perché basato su critiche alla valutazione discrezionale del giudice non solo non porta ad alcun risultato positivo, ma comporta anche ulteriori oneri economici per il ricorrente, come la condanna al pagamento delle spese e della sanzione alla Cassa delle Ammende.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché contestava unicamente la misura della pena, una valutazione che rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Inoltre, i motivi erano una mera riproposizione di doglianze già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello con motivazione logica e sufficiente.

La Corte di Cassazione può modificare la pena decisa da un altro giudice?
No, la Corte di Cassazione non può, di regola, modificare la pena. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge. Può annullare una decisione sulla pena solo se questa è frutto di un errore di diritto, di un’applicazione arbitraria dei criteri legali o se la motivazione è palesemente illogica o assente.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta il rigetto del ricorso senza esaminarne il merito. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende, come avvenuto in questo caso con la condanna al pagamento di 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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