Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Non Può Riesaminare i Fatti
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano, ma non è una terza possibilità di discutere i fatti. Un’ordinanza recente chiarisce perfettamente i confini del giudizio di legittimità, dichiarando un ricorso inammissibile perché basato su una richiesta di rivalutazione delle prove, attività non consentita alla Suprema Corte. Questo caso offre spunti cruciali per comprendere come e perché un appello possa essere respinto prima ancora di essere discusso nel merito.
I Fatti del Caso
Un cittadino, condannato dal Tribunale per il reato di porto di coltelli al di fuori della propria abitazione, ha deciso di impugnare la sentenza direttamente davanti alla Corte di Cassazione. Il suo ricorso si basava su un unico motivo: contestare la valutazione delle prove che aveva portato alla sua condanna. In sostanza, chiedeva ai giudici supremi di riesaminare le stesse prove già valutate dal giudice di merito per arrivare a una conclusione diversa.
La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione, con una decisione netta, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa pronuncia non entra nel merito della colpevolezza o innocenza del ricorrente, ma si ferma a un livello precedente, quello procedurale. La Corte ha stabilito che le richieste avanzate non rientravano tra quelle che possono essere esaminate in sede di legittimità. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, una sanzione tipica per i ricorsi ritenuti inammissibili.
Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Inammissibile?
Le motivazioni della Corte sono un compendio dei principi fondamentali che regolano il giudizio di Cassazione. Due sono i pilastri su cui si fonda la decisione:
Il Divieto di Rivalutazione delle Prove
Il punto centrale è che la Corte di Cassazione non è un “giudice di terzo grado” dove si può ripetere il processo. Il suo compito, definito “giudizio di legittimità”, è verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza impugnata sia logica e non contraddittoria. Chiedere alla Corte di rivalutare la gravità, la precisione e la concordanza degli indizi, o più in generale le prove, significa chiederle di fare il lavoro del giudice di merito, operazione non consentita. Il sindacato della Cassazione si limita a un controllo esterno sulla struttura logico-giuridica della motivazione.
La Violazione del Principio di Autosufficienza
Il ricorrente aveva anche lamentato un “travisamento della prova”, sostenendo che i giudici non avessero considerato la spiegazione da lui fornita ai Carabinieri al momento del fatto. Tuttavia, anche questa doglianza è stata respinta. Per denunciare un travisamento, infatti, è necessario rispettare il “principio di autosufficienza del ricorso”. Questo significa che il ricorso deve contenere in sé tutti gli elementi per essere valutato, senza che i giudici debbano consultare altri atti del processo. Nel caso specifico, il ricorrente avrebbe dovuto trascrivere integralmente nel suo ricorso l’atto probatorio (ad esempio, il verbale con le sue dichiarazioni) che a suo dire era stato travisato. Non avendolo fatto, ha reso la sua censura inammissibile.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia
Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: il ricorso non può essere una semplice riproposizione delle proprie tesi fattuali già respinte nei gradi di merito. È necessario, invece, individuare specifici vizi di legittimità, come un’errata interpretazione di una norma di legge o un difetto logico palese nella motivazione della sentenza. La sanzione pecuniaria inflitta serve anche da monito a non intraprendere ricorsi temerari o palesemente infondati, che finiscono solo per aggravare il carico di lavoro della giustizia e comportare costi aggiuntivi per il ricorrente.
Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte lo ha dichiarato inammissibile principalmente per due motivi: in primo luogo, perché il ricorrente chiedeva una nuova valutazione delle prove, cosa che non rientra nei poteri della Cassazione; in secondo luogo, perché la censura relativa al travisamento della prova violava il principio di autosufficienza del ricorso, non avendo allegato o trascritto l’atto probatorio rilevante.
Cosa si intende per ‘giudizio di legittimità’?
Per ‘giudizio di legittimità’ si intende il compito specifico della Corte di Cassazione, che consiste nel controllare la corretta applicazione delle norme di legge e la coerenza logica della motivazione delle sentenze dei giudici di merito, senza poter riesaminare i fatti o le prove del caso.
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende a titolo di sanzione per aver presentato un ricorso infondato.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2580 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 2580 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 05/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a PIAGGINE il 23/01/1963
avverso la sentenza del 17/04/2024 del TRIBUNALE di VALLO DELLA LUCANIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
Ritenuto in fatto e considerato in diritto
Rilevato che NOME COGNOME ricorre per cassazione contro il provvedimento indicato in intestazione;
Ritenuto che l’unico motivo del ricorso propone una deduzione non consentita in sede di legittimità, perché consiste in una mera richiesta di rivalutazione delle evidenze probatorie s base delle quale i giudici del merito sono pervenuti al giudizio di responsabilità per il por coltelli fuori della propria abitazione, operazione non consentita in sede di legitt (Sez. 2, Sentenza n. 9106 del 12/02/2021, COGNOME, Rv. 280747; Sez. 3, Sentenza n. 18521 del 11/01/2018, COGNOME, Rv. 273217; Sez. 2, n. 29480 del 07/02/2017, COGNOME, Rv. 270519), in cui il sindacato sulla correttezza della valutazione della prova non può consiste nella rivalutazione della gravità, della precisione e della concordanza degli indizi, dato ch comporterebbe inevitabilmente apprezzamenti riservati al giudice di merito, ma deve limitarsi a controllo logico e giuridico della struttura della motivazione, al fine di verificare se sia st esatta applicazione ai criteri legali ed alle regole della logica nell’interpretazione dei probatori, mentre la deduzione di travisamento della prova per mancata valutazione della spiegazione sul porto di uno dei coltelli che sarebbe stata immediatamente fornita dall’imputat ai Carabinieri è introdotta in violazione del principio di autosufficienza del ricorso, perch allega né trascrive integralmente l’atto probatorio da cui si dovrebbe desumere l’avvenut travisamento in violazione del principio di autosufficienza del ricorso (Sez. 2, Sentenza n. 206 del 11/04/ 2017, COGNOME, rv. 270071; Sez. 4, n. Sentenza n. 46979 del 10/11/2015, RAGIONE_SOCIALE rv. 265053; Sez. 2, Sentenza n. 26725 del 01/03/2013, Natale, rv. 256723);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento, nonché al versamento in favore della Cassa delle ammende di una somma determinata, in via equitativa, nella misura indicata in dispositivo;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 5 dicembre 2024.