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Ricorso inammissibile: le ragioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, analizzando tre motivi di doglianza. La decisione si fonda su principi consolidati: l’inammissibilità per aspecificità quando si critica solo una delle plurime ragioni della decisione di merito, la manifesta infondatezza di un motivo su attenuanti già concesse, e l’impossibilità di rivalutare in sede di legittimità la quantificazione della pena, se non arbitraria. La Corte ha quindi confermato la condanna dell’imputato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando e Perché la Cassazione Chiude le Porte

Un ricorso inammissibile rappresenta un ostacolo insormontabile per chi cerca giustizia davanti alla Suprema Corte di Cassazione. Con l’ordinanza n. 13237 del 2024, la Settima Sezione Penale ci offre un chiaro vademecum sui vizi che portano a tale esito, ribadendo principi procedurali fondamentali. Il caso riguarda un’imputata che ha impugnato una sentenza della Corte d’Appello, sollevando questioni sulla particolare tenuità del fatto, sulla concessione di attenuanti e sulla quantificazione della pena. Vediamo come la Corte ha smontato, uno per uno, i motivi del ricorso.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un’imputata avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro. I motivi di ricorso vertevano su tre punti principali:

1. Il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
2. La mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche in regime di prevalenza sulle aggravanti.
3. L’eccessiva quantificazione della pena inflitta.

Tutti i motivi, tuttavia, sono stati respinti dalla Suprema Corte, che ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile.

Analisi del Ricorso Inammissibile da Parte della Cassazione

La Corte di Cassazione ha esaminato ciascun motivo, evidenziando le ragioni procedurali e di merito che ne determinavano l’inammissibilità.

Il Principio delle Plurime “Rationes Decidendi”

Sul primo motivo, relativo all’art. 131-bis c.p., la Corte ha applicato un principio consolidato. La Corte d’Appello aveva negato la non punibilità basandosi su due distinte ed autonome ragioni: la non tenuità della condotta e la presenza di precedenti specifici indicativi di abitualità. Il ricorrente, nel suo atto, si era limitato a criticare solo una di queste motivazioni. La Cassazione ha ricordato che, in presenza di plurime rationes decidendi (ciascuna di per sé sufficiente a sorreggere la decisione), il ricorso che ne critica solo una è inammissibile per aspecificità. È necessario “smontare” tutte le fondamenta della decisione per sperare in un suo annullamento.

Le Circostanze Attenuanti e la Manifesta Infondatezza

Il secondo motivo è stato giudicato manifestamente infondato. La difesa lamentava la mancata applicazione delle attenuanti generiche in prevalenza sulle aggravanti. Tuttavia, la Corte ha rilevato due elementi decisivi: primo, non risultavano contestate circostanze aggravanti nel processo; secondo, le attenuanti generiche erano state di fatto concesse, comportando una riduzione di un terzo della pena. La doglianza era quindi palesemente priva di fondamento logico e fattuale.

La Discrezionalità del Giudice sulla Quantificazione della Pena

Infine, la critica sulla quantificazione della pena è stata liquidata come meramente riproduttiva di censure già esaminate e respinte nel merito. La Corte Suprema ha ribadito che la graduazione della pena rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito, il quale deve attenersi ai principi degli artt. 132 e 133 del codice penale. Tale valutazione è insindacabile in sede di legittimità, a meno che non sia frutto di un ragionamento palesemente illogico o arbitrario. Nel caso di specie, la pena era stata fissata in misura vicina al minimo edittale, escludendo ogni profilo di arbitrarietà.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione dell’ordinanza si basa su rigorosi principi di diritto processuale. L’inammissibilità deriva non da un’analisi del “fatto” (preclusa alla Cassazione), ma da un controllo sulla corretta formulazione dei motivi di ricorso e sul rispetto delle regole procedurali. La Corte ha inteso sanzionare la presentazione di un’impugnazione carente nei suoi presupposti essenziali: la specificità dei motivi, la fondatezza delle censure e il rispetto dei limiti del giudizio di legittimità. La decisione di condannare il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende è la conseguenza diretta della declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito importante per tutti gli operatori del diritto. La preparazione di un ricorso per cassazione richiede un’analisi meticolosa della sentenza impugnata, identificando tutte le rationes decidendi e formulando critiche puntuali e non meramente ripetitive. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma comporta anche un aggravio di spese per l’assistito. La decisione sottolinea come il giudizio di legittimità non sia una terza istanza di merito, ma un rigoroso controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione.

Quando un ricorso per cassazione è considerato inammissibile per aspecificità?
È considerato inammissibile per aspecificità quando si limita a criticare solo una delle plurime ragioni giuridiche (rationes decidendi), autonome e sufficienti, che la corte di merito ha posto a fondamento della sua decisione.

Può la Corte di Cassazione riesaminare la congruità della pena decisa dal giudice di merito?
No, la quantificazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito e non può essere rivalutata dalla Corte di Cassazione, a meno che la determinazione non sia frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico.

Cosa accade se in un ricorso si lamenta la mancata concessione di un beneficio che in realtà è già stato applicato?
Il motivo di ricorso viene dichiarato manifestamente infondato, poiché la doglianza si basa su un presupposto fattuale errato. In questo caso, le attenuanti generiche erano già state concesse e avevano prodotto una riduzione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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