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Ricorso inammissibile: le motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per evasione. La Corte ha ritenuto manifestamente infondata la censura relativa al presunto vizio di mente, confermando la decisione della Corte d’Appello che aveva già escluso tale circostanza con una motivazione logica e coerente. La pronuncia ribadisce che un ricorso inammissibile comporta la condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna per Evasione

Quando si impugna una sentenza, è fondamentale che i motivi del ricorso siano solidi e pertinenti. Un ricorso basato su argomentazioni deboli o non consentite dalla legge rischia di essere dichiarato ricorso inammissibile, con conseguenze negative per chi lo propone. È quanto accaduto in un recente caso deciso dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 13427/2024, che ha respinto l’appello di un imputato condannato per evasione, confermando la decisione dei giudici di merito.

I Fatti del Caso: L’Appello contro la Condanna

La vicenda giudiziaria ha origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Salerno per il reato di evasione, previsto dall’articolo 385 del Codice Penale. L’imputato, non accettando la decisione, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione.

Il principale motivo di doglianza si basava su due punti collegati: la presunta esistenza di un vizio parziale o totale di mente e la conseguente richiesta di rinnovare l’istruttoria dibattimentale per accertare tale condizione. In sostanza, la difesa sosteneva che lo stato mentale dell’imputato non fosse stato adeguatamente valutato nei precedenti gradi di giudizio e che fosse necessario un nuovo esame delle prove.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il caso e ha concluso per la palese infondatezza del motivo presentato. Di conseguenza, ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Questa decisione significa che i giudici supremi non sono entrati nel merito della questione (ovvero, non hanno discusso se l’imputato avesse o meno un vizio di mente), poiché hanno ritenuto che il ricorso stesso mancasse dei presupposti minimi per essere esaminato. La condanna della Corte d’Appello è diventata così definitiva. Oltre a ciò, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, una sanzione prevista proprio per i casi di inammissibilità.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Ritenuto Infondato

La Corte ha spiegato in modo chiaro e sintetico le ragioni della sua decisione. Il fulcro della motivazione risiede nel fatto che la Corte d’Appello aveva già affrontato e risolto le questioni sollevate dalla difesa in modo logico, coerente e puntuale.

In particolare, i giudici di secondo grado avevano:
1. Escluso il vizio di mente: Sulla base dell’intero impianto probatorio raccolto durante il processo, la Corte territoriale aveva motivatamente escluso la presenza di un’infermità mentale, sia parziale che totale, al momento dei fatti.
2. Rigettato la rinnovazione dell’istruttoria: La Corte d’Appello aveva fornito valide ragioni per cui non era necessario procedere a una nuova fase di raccolta prove, ritenendo quelle già acquisite sufficienti e complete per decidere.

La Cassazione ha quindi ritenuto che il ricorso non facesse altro che riproporre una critica alla valutazione dei fatti già correttamente operata dai giudici di merito, una censura che non è consentita in sede di legittimità. Il ricorso era, in conclusione, “manifestamente infondato”.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza offre spunti di riflessione importanti. In primo luogo, ribadisce che il giudizio in Cassazione non è un terzo grado di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione delle sentenze precedenti. Non si possono semplicemente riproporre le stesse argomentazioni già respinte, sperando in una diversa valutazione dei fatti.

In secondo luogo, evidenzia le conseguenze negative di un ricorso inammissibile. Oltre a non ottenere il risultato sperato, il ricorrente subisce una condanna economica che serve anche da deterrente contro la presentazione di impugnazioni puramente dilatorie o pretestuose. Per affrontare con successo un processo penale, è quindi cruciale basare la propria strategia difensiva su argomenti giuridicamente solidi e pertinenti al grado di giudizio in cui ci si trova.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché ha ritenuto il motivo di appello ‘manifestamente infondato’. La Corte d’Appello aveva già fornito una motivazione logica, coerente e puntuale per escludere il vizio di mente dell’imputato e per non rinnovare l’istruttoria, rendendo la censura proposta in Cassazione priva di fondamento.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di rivalutare le prove, come l’esistenza di un vizio di mente?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità e non di merito. Non può effettuare una nuova valutazione delle prove o dei fatti, ma solo controllare che la motivazione della sentenza impugnata sia esente da vizi logici o violazioni di legge. Nel caso specifico, la motivazione è stata giudicata adeguata.

Quali sono le conseguenze concrete di un ricorso dichiarato inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende. Inoltre, la sentenza impugnata diventa definitiva e non può più essere contestata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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