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Ricorso inammissibile: le conseguenze per il ricorrente

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato dalla parte civile contro una sentenza di assoluzione per il reato di molestie. Il ricorso è stato giudicato aspecifico e manifestamente infondato, poiché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello. Di conseguenza, la parte ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando l’Appello Costa Caro

Presentare un’impugnazione contro una decisione giudiziaria è un diritto fondamentale, ma deve essere esercitato con cognizione di causa. Un ricorso inammissibile, specialmente davanti alla Corte di Cassazione, non solo non porta al risultato sperato, ma può comportare significative conseguenze economiche. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di questa dinamica, sottolineando l’importanza di formulare motivi di ricorso specifici e pertinenti.

I Fatti del Caso: Un’Assoluzione Contestata

La vicenda trae origine da un procedimento penale per il reato di molestia o disturbo alle persone (art. 660 c.p.). Inizialmente, la Corte d’Appello aveva confermato l’assoluzione dell’imputato. La parte civile, ovvero la persona che si riteneva offesa dal reato, non accettando la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione. La tesi della ricorrente era che la condotta dell’imputato integrasse pienamente il reato contestato, soprattutto in considerazione di una sua particolare condizione di fragilità, e che la Corte d’Appello avesse errato nel valutarne la rilevanza penale.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito della questione (cioè non ha stabilito se l’imputato fosse colpevole o innocente), ma si è fermata a un livello preliminare, di pura procedura. La Corte ha ritenuto che il ricorso fosse manifestamente infondato e, soprattutto, aspecifico. Questo significa che la parte ricorrente non ha sollevato critiche nuove e puntuali contro la sentenza d’appello, ma si è limitata a riproporre le stesse identiche doglianze già esaminate e respinte nel grado precedente. Un ricorso, per essere ammissibile, deve confrontarsi specificamente con le motivazioni della sentenza che si impugna, spiegando perché e dove il giudice precedente avrebbe sbagliato. In mancanza di questo confronto critico, l’atto è considerato generico e, quindi, non meritevole di essere esaminato.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che il motivo di ricorso si rivelava del tutto “aspecifico”, poiché non si confrontava con le argomentazioni della sentenza impugnata che avevano già affrontato e risolto le questioni sollevate. Riproporre le medesime ragioni di doglianza senza criticare la logica della decisione precedente equivale a chiedere un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, cosa non consentita in sede di legittimità. La Cassazione, infatti, non è un “terzo grado” di giudizio dove si rivalutano le prove, ma un giudice della legittimità, che controlla la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Per questa ragione, la manifesta infondatezza e l’aspecificità dei motivi hanno condotto inevitabilmente alla declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche

Le conseguenze di un ricorso inammissibile sono severe. Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata non solo al pagamento delle spese del procedimento, ma anche al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende. Nel caso di specie, la somma è stata fissata in 3.000 euro. Questa sanzione ha lo scopo di disincentivare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate. La lezione pratica è chiara: prima di impugnare una sentenza, è cruciale condurre un’analisi approfondita per verificare la sussistenza di validi motivi di critica alla decisione, che siano specifici e non una mera ripetizione di argomenti già sconfessati. In caso contrario, il tentativo di ottenere giustizia può trasformarsi in un ulteriore costo economico.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è manifestamente infondato, cioè privo di basi legali evidenti, o quando i suoi motivi sono aspecifici, ovvero non si confrontano criticamente con le ragioni della sentenza impugnata ma si limitano a ripetere argomentazioni già respinte.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria (nel caso specifico, 3.000 euro) a favore della cassa delle ammende.

Perché è importante formulare motivi di ricorso specifici?
È fondamentale perché la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito, ma un giudice di legittimità. Il ricorso deve quindi dimostrare un errore di diritto o un vizio logico nella motivazione della sentenza precedente, e non semplicemente riproporre una diversa valutazione dei fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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