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Ricorso inammissibile: le conseguenze della genericità

Un individuo, condannato per spaccio di lieve entità, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando un’eccessiva severità della pena. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché le motivazioni erano generiche e non contestavano specificamente le argomentazioni della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva giustificato la pena sulla base dei precedenti penali e del comportamento negativo dell’imputato. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Cara

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede precisione e un confronto puntuale con la decisione impugnata. Un recente caso esaminato dalla Suprema Corte dimostra come un ricorso inammissibile per genericità non solo sia destinato al fallimento, ma comporti anche significative conseguenze economiche per il ricorrente. L’ordinanza in esame offre uno spunto cruciale per comprendere i requisiti di ammissibilità di un’impugnazione e i criteri che guidano i giudici nella determinazione della pena.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello. Un soggetto era stato riconosciuto colpevole del reato di spaccio di sostanze stupefacenti di lieve entità, previsto dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti. La pena inflitta era di 6 mesi di reclusione e 1.600,00 euro di multa, tenendo conto anche della recidiva contestata.
Insoddisfatto della decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, criticando esclusivamente la motivazione relativa al trattamento sanzionatorio, ritenuto eccessivamente severo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso proposto totalmente inammissibile. Secondo i giudici supremi, l’atto di impugnazione non si confrontava minimamente con il percorso argomentativo seguito dalla Corte d’Appello. Invece di contestare con precisione i punti della sentenza, il ricorrente si è limitato a invocare genericamente un giudizio diverso sulla determinazione della pena, senza fornire elementi specifici a supporto della sua tesi.

Le Motivazioni: la specificità contro un ricorso inammissibile

Il cuore della decisione risiede nella valutazione della Corte territoriale, che i giudici di legittimità hanno ritenuto solida e coerente. La Corte d’Appello aveva giustificato la congruità della pena valorizzando diversi elementi:

1. La capacità a delinquere: L’imputato presentava numerosi precedenti specifici in materia di stupefacenti.
2. La recidiva: I precedenti penali impedivano di escludere l’aggravante della recidiva.
3. Il contegno negativo: Durante la fase cautelare, l’imputato aveva violato per ben tre volte la misura dell’obbligo di dimora, dimostrando una scarsa affidabilità e un’inclinazione a trasgredire le prescrizioni dell’autorità giudiziaria.

Sulla base di questi fattori, la pena, pur essendo leggermente superiore al minimo edittale, è stata considerata pienamente giustificata in relazione alla personalità dell’imputato. La Corte di Cassazione ha quindi concluso che i motivi del ricorso erano generici e non scalfivano la solidità della motivazione della sentenza impugnata.

Conclusioni: Le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile

La declaratoria di inammissibilità ha comportato, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, due importanti conseguenze per il ricorrente. In primo luogo, è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento. In secondo luogo, è stato condannato al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria viene irrogata quando non emergono elementi per ritenere che il ricorrente abbia agito senza colpa nel determinare la causa di inammissibilità. Questo caso ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, specialmente in sede di legittimità, deve essere esercitato con serietà e rigore tecnico, pena l’applicazione di sanzioni che ne disincentivano l’abuso.

Quando un ricorso in Cassazione è considerato generico e quindi inammissibile?
Un ricorso è considerato generico quando non si confronta specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, ma si limita a richiedere una diversa valutazione dei fatti senza indicare precise violazioni di legge o vizi di motivazione.

Quali elementi ha considerato la Corte d’Appello per giustificare la pena inflitta?
La Corte ha considerato la capacità a delinquere del condannato, i suoi numerosi precedenti penali specifici che hanno giustificato il riconoscimento della recidiva, e il suo comportamento negativo durante la fase cautelare, avendo violato più volte l’obbligo di dimora.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, equitativamente fissata dal giudice (in questo caso 3.000,00 euro), in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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