LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: le conseguenze dei motivi generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile poiché fondato su motivi generici. La Corte ha ritenuto adeguata la motivazione della sentenza di secondo grado sulla determinazione della pena e sulla valutazione della recidiva. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro alla cassa delle ammende.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando i Motivi di Appello sono Troppo Generici

Un ricorso inammissibile rappresenta uno degli esiti più critici nel percorso giudiziario. Significa che l’impugnazione non verrà neppure esaminata nel merito, con conseguenze significative per il ricorrente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la genericità dei motivi di ricorso possa portare a questa declaratoria, con annessa condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte di Appello di Bari. La corte territoriale aveva confermato la sua condanna, fornendo una motivazione dettagliata sulla determinazione della pena. In particolare, i giudici di secondo grado avevano bilanciato le attenuanti generiche con la recidiva contestata (infraquinquennale), tenendo conto anche della gravità del reato e della manifesta incapacità dell’imputato di controllare i propri impulsi violenti. Non soddisfatto della decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o della congruità della pena, ma si ferma a un livello precedente: la correttezza formale e sostanziale dell’atto di impugnazione.

La conseguenza diretta, prevista dall’articolo 616 del Codice di Procedura Penale, è stata duplice:
1. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché un ricorso è inammissibile per genericità?

La Corte Suprema ha chiarito in modo netto le ragioni della sua decisione, incentrate sulla natura dei motivi presentati dal ricorrente. La motivazione della Cassazione si fonda su due pilastri principali.

In primo luogo, le doglianze relative alla dosimetria della pena sono state giudicate ‘generiche’. Il ricorrente si era limitato a chiedere una pena più mite, senza però indicare in modo specifico e concreto quale fosse il vizio di motivazione commesso dalla Corte di Appello. Di fronte a una motivazione ‘puntuale’ e adeguata dei giudici di merito, una semplice richiesta di clemenza, priva di argomentazioni giuridiche solide, non è sufficiente per attivare un giudizio di legittimità.

In secondo luogo, le censure relative al mancato accoglimento della richiesta di esclusione della recidiva sono state ritenute anch’esse inammissibili. La Corte ha rilevato che tale questione non era stata nemmeno sollevata nei motivi di appello presentati in secondo grado, rendendo impossibile la sua discussione per la prima volta in sede di Cassazione.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità negli Atti di Impugnazione

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riproporre le stesse valutazioni di fatto. È, invece, un giudizio di legittimità, volto a verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata.

Perché un ricorso abbia successo, è indispensabile che i motivi siano specifici, pertinenti e che attacchino in modo mirato i presunti vizi della decisione precedente. Un ricorso generico, che si limita a lamentare un esito sfavorevole senza individuare errori giuridici precisi, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con l’ulteriore aggravio di costi per il ricorrente. Per gli operatori del diritto, ciò sottolinea l’importanza cruciale di redigere atti di impugnazione tecnicamente impeccabili e fondati su argomentazioni giuridiche solide e ben definite.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici. Il ricorrente si è limitato a invocare una pena più mite senza indicare alcun vizio specifico nella motivazione della sentenza impugnata, la quale era stata invece ritenuta adeguata e puntuale.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della cassa delle ammende, che in questo caso è stata quantificata in 3.000,00 euro.

La Corte di Cassazione ha riesaminato la questione della recidiva?
No, la Corte non ha riesaminato la questione. Ha dichiarato inammissibili le censure sulla recidiva perché, tra le altre ragioni, non erano state nemmeno formulate nei motivi di appello presentati nel giudizio precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati