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Ricorso inammissibile: le attenuanti generiche negate

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da due imputati contro la negazione delle attenuanti generiche. La Corte ha ritenuto i motivi del ricorso generici e meramente riproduttivi di censure già respinte, confermando la decisione della Corte d’Appello basata sui precedenti di un imputato e sulla condotta dell’altro.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Conferma la Negazione delle Attenuanti

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: un’impugnazione, per essere valutata nel merito, non può limitarsi a ripetere argomentazioni già esaminate e respinte. Il caso in esame ha visto due ricorrenti vedersi dichiarare il ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Analizziamo questa decisione per comprendere le ragioni dietro la negazione delle circostanze attenuanti generiche e i criteri di ammissibilità di un ricorso in Cassazione.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine dalla sentenza della Corte d’Appello di Firenze, che aveva confermato la condanna a carico di due individui. La difesa degli imputati aveva deciso di proporre ricorso per Cassazione, lamentando principalmente la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche. Secondo i ricorrenti, la Corte territoriale non aveva adeguatamente motivato la propria decisione di negare tale beneficio, che avrebbe potuto comportare una riduzione della pena inflitta.

L’Analisi della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato i ricorsi e li ha giudicati immediatamente inammissibili. La ragione principale risiede nella natura stessa delle argomentazioni presentate: sono state definite ‘generiche e riproduttive’. In pratica, la difesa non ha introdotto nuovi e specifici motivi di critica contro la logica giuridica della sentenza d’appello, ma si è limitata a riproporre le stesse censure che erano già state adeguatamente confutate nel grado precedente. Questo approccio rende il ricorso inammissibile, in quanto non adempie alla funzione di sottoporre alla Corte di Cassazione una vera e propria questione di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione non entra nel merito della richiesta di attenuanti, ma si concentra sulla correttezza della decisione impugnata e sulla validità del ricorso. Le motivazioni dell’ordinanza si articolano su due punti chiave.

I Precedenti e la Condotta degli Imputati

La Suprema Corte ha evidenziato come la Corte d’Appello avesse fornito una motivazione logica e sufficiente per negare le attenuanti. Per uno dei ricorrenti, pesava una precedente condanna a pena detentiva per un delitto, un elemento che il giudice di merito ha legittimamente considerato come ostativo alla concessione del beneficio. Per il secondo imputato, è stata determinante la sua condotta successiva al fatto, essendosi allontanato per alcuni giorni dalla propria abitazione dove era ristretto. Questi elementi concreti sono stati ritenuti idonei a giustificare il diniego delle attenuanti.

Il Corretto Esercizio del Potere Discrezionale del Giudice

Un altro aspetto cruciale, sottolineato dalla Cassazione, è che la pena applicata dalla Corte d’Appello era già stata fissata nel ‘minimo edittale’, ovvero la soglia minima prevista dalla legge per quel reato. Questa scelta, di per sé, dimostra che il giudice ha già esercitato il proprio potere discrezionale, come previsto dagli articoli 132 e 133 del codice penale, in maniera favorevole agli imputati. La decisione di non concedere un’ulteriore riduzione tramite le attenuanti generiche rientra pienamente in questa valutazione complessiva, che la Cassazione ha ritenuto immune da vizi logici o giuridici.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma che il ricorso in Cassazione non è una terza istanza di giudizio sul fatto, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge. Un ricorso inammissibile, perché generico o ripetitivo, non solo non ottiene il risultato sperato ma comporta anche conseguenze economiche per i ricorrenti, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende. La decisione insegna che per ottenere una revisione da parte della Suprema Corte è indispensabile formulare censure specifiche e pertinenti, che attacchino la coerenza e la legalità del ragionamento seguito dal giudice del grado precedente.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici e si limitavano a ripetere censure già adeguatamente respinte dalla Corte d’Appello, senza sollevare specifiche questioni sulla legittimità della decisione impugnata.

Quali sono state le ragioni specifiche per negare le attenuanti generiche?
Per un ricorrente, la negazione è stata giustificata da una precedente condanna a pena detentiva per un delitto. Per l’altro, è stata decisiva la sua condotta, essendosi allontanato per alcuni giorni dal luogo in cui era ristretto.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in questo caso?
Ciascun ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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