Ricorso Inammissibile in Cassazione: Perché la Difesa Tecnica è Indispensabile
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso davanti alla Suprema Corte deve essere obbligatoriamente presentato da un avvocato abilitato. La presentazione personale dell’atto da parte dell’imputato porta a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. Analizziamo questa decisione per comprenderne le ragioni e le implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di ricettazione di un assegno rubato. La sentenza di primo grado è stata confermata dalla Corte d’Appello di Milano. Ritenendo ingiusta la decisione, l’imputato ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione. Tuttavia, ha compiuto un errore procedurale decisivo: ha redatto e depositato il ricorso personalmente, senza l’assistenza di un difensore.
La Decisione della Cassazione su un Ricorso Inammissibile
La Suprema Corte, investita della questione, non è nemmeno entrata nel merito dei motivi di doglianza sollevati dall’imputato. La sua analisi si è fermata a un controllo preliminare di ammissibilità. L’esito è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha adottato una procedura snella, definita de plano, proprio perché la causa di inammissibilità era evidente e non richiedeva ulteriori approfondimenti.
Le Motivazioni
Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione e applicazione dell’articolo 613 del codice di procedura penale. Questa norma, come modificata dalla legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”), stabilisce in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale dei patrocinanti davanti alle giurisdizioni superiori.
La scelta legislativa è volta a garantire un elevato livello di tecnicismo e professionalità nel giudizio di legittimità, che non valuta i fatti del processo, ma solo la corretta applicazione delle norme di diritto e di procedura. La presentazione personale da parte dell’imputato costituisce una violazione diretta di questa regola, rendendo l’atto insanabilmente nullo.
Conclusioni
Le conseguenze di questa declaratoria di inammissibilità sono state significative per il ricorrente. In applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la Corte lo ha condannato al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, tenuto conto dei profili di colpa nell’aver attivato inutilmente il meccanismo giudiziario in violazione di una chiara norma di legge, lo ha condannato al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende. Questo caso serve da monito: il percorso verso la Corte di Cassazione è strettamente regolamentato e l’assistenza di un legale specializzato non è una facoltà, ma un requisito imprescindibile per evitare un esito sfavorevole e ulteriori oneri economici.
Perché il ricorso presentato alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato presentato personalmente dall’imputato, in violazione dell’art. 613 del codice di procedura penale, che impone la sottoscrizione dell’atto da parte di un avvocato abilitato al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che presenta un ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata determinata in 3.000,00 euro.
Un imputato può presentare personalmente un ricorso penale alla Corte di Cassazione?
No. In base alla normativa vigente, richiamata nell’ordinanza (art. 613 c.p.p. come modificato dalla legge n. 103 del 2017), la presentazione personale del ricorso da parte dell’imputato non è consentita e ne determina l’inammissibilità.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 12688 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 2 Num. 12688 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 05/03/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME NOME a NAPOLI il DATA_NASCITA avverso la sentenza del 21/12/2023 della CORTE d’APPELLO di MILANO udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME; ricorso trattato de plano
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
La Corte d’appello di Milano ha confermato la decisione del giudice di primo grado che ha condanNOME l’imputato per la ricettazione di un assegno rubato. Con ricorso per cassazione l’imputato deduce un unico motivo incentrato sulla mancata osservanza dell’art.129 c.p.p..
Il ricorso è inammissibile in quanto avanzato dall’imputato personalmente in violazione dell’art. 613 c.p.p. come modificato dalla legge n. 103 del 2017.
Il procedimento deve pertanto essere definito nelle forme de plano.
In conclusione, l’impugnazione deve ritenersi inammissibile; alla relativa declaratoria consegue, per il disposto dell’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali, nonché al versamento in favore della Cassa delle ammende di una somma che, ritenuti e valutati i profili di colpa emergenti dal ricorso, si determi pluo-4 equitativamente in C 3.000,00.
cO COGNOME
P.Q.M.
a COGNOME Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende. Roma, 5 marzo 2024
2r r: COGNOME A