Ricorso Inammissibile: La Necessità di Motivi Specifici secondo la Cassazione
L’esito di un processo non si decide solo nel merito, ma anche attraverso il rigoroso rispetto delle regole procedurali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la necessità di presentare motivi di ricorso specifici, pena la dichiarazione di ricorso inammissibile. Questo principio è cruciale per garantire l’efficienza del sistema giudiziario e per evitare impugnazioni generiche e dilatorie. Analizziamo insieme la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
Un individuo, condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Torino per il reato di falsa testimonianza (art. 372 c.p.), decideva di presentare ricorso per Cassazione. L’unico motivo di doglianza sollevato riguardava il giudizio di bilanciamento effettuato dai giudici di merito tra le attenuanti generiche e la recidiva contestata. Secondo la difesa, la sanzione applicata era eccessiva proprio a causa di un errato bilanciamento di queste circostanze.
La Decisione della Corte di Cassazione e il ricorso inammissibile
La Suprema Corte, con l’ordinanza n. 21292/2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito della questione sollevata (cioè se il bilanciamento tra attenuanti e recidiva fosse corretto o meno), ma si è fermata a un livello precedente, quello procedurale. I giudici hanno stabilito che il motivo presentato era “privo di specificità”. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
L’Importanza della Specificità dei Motivi del Ricorso
Questa pronuncia evidenzia un cardine del processo di impugnazione. Presentare un ricorso in Cassazione non significa semplicemente lamentare un’ingiustizia o un errore. È necessario articolare una critica puntuale e argomentata contro la decisione che si intende contestare. Non basta ripetere le argomentazioni già esposte nei gradi precedenti; occorre confrontarsi direttamente con la motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone le presunte falle logiche o gli errori di diritto.
Le Motivazioni
La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando come l’appellante non si fosse confrontato con la “puntuale esposizione dei criteri adottati dai giudici del merito”. In altre parole, la Corte d’Appello aveva spiegato dettagliatamente (in una specifica pagina della sentenza richiamata dalla Cassazione) perché aveva bilanciato in un certo modo le circostanze. Il ricorso, invece, si limitava a una critica generica senza smontare, punto per punto, il ragionamento dei giudici di secondo grado. Questa mancanza di un confronto specifico e dettagliato ha reso il motivo di ricorso astratto e, quindi, inammissibile.
Le Conclusioni
La decisione in esame è un monito per tutti gli operatori del diritto. La preparazione di un ricorso per Cassazione richiede un’analisi meticolosa della sentenza impugnata e la costruzione di motivi che ne critichino specificamente la struttura argomentativa. Un ricorso inammissibile non solo porta alla fine del percorso processuale con la conferma della condanna, ma comporta anche ulteriori conseguenze economiche per l’imputato. La specificità non è un mero formalismo, ma l’essenza stessa del diritto di impugnazione, che deve essere esercitato con tecnica e rigore.
Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile quando i suoi motivi sono considerati generici e non si confrontano specificamente con le argomentazioni dettagliate contenute nella sentenza impugnata, violando il requisito di specificità.
Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘privo di specificità’?
Significa che la doglianza è formulata in modo vago, senza individuare e contestare puntualmente gli errori di diritto o i vizi logici presenti nella motivazione della decisione che si sta appellando. In pratica, non dialoga criticamente con la sentenza.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, in questo caso fissata in 3.000 euro, in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21292 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21292 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 17/05/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a MILANO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 16/10/2023 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
n. 954/24 COGNOME
OSSERVA
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per il reato di cui GLYPH art. 372 cod. pen.);
Esaminati i motivi di ricorso;
Ritenuto che l’unico motivo di ricorso relativo al giudizio di bilanciamento fra le attenua generiche e la ritenuta recidiva – e di conseguenza all’eccessività del trattamento sanzionator – è privo di specificità in quanto non si confronta con la puntuale esposizione dei criteri ad dai giudici del merito (v. in particolare pag. 8);
Rilevato, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 17/05/2024