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Ricorso inammissibile: la specificità dei motivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per tentato furto aggravato. Il motivo è stato ritenuto intrinsecamente aspecifico, in quanto non si confrontava adeguatamente con le argomentazioni della sentenza di secondo grado. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Necessità di Motivi Specifici secondo la Cassazione

Un ricorso inammissibile rappresenta una delle insidie più comuni nel processo penale, specialmente in sede di legittimità. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la genericità dei motivi di impugnazione possa portare a una pronuncia di inammissibilità, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme questo caso per comprendere i principi applicati dalla Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna per il reato di tentato furto aggravato, confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo: un presunto difetto di motivazione della sentenza impugnata riguardo alla mancata applicazione dell’articolo 129 del codice di procedura penale, che disciplina l’obbligo di immediata declaratoria di determinate cause di non punibilità.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha stabilito che il motivo presentato era “intrinsecamente aspecifico”. Questo significa che la critica mossa alla sentenza di secondo grado era troppo generica e non si confrontava in modo concreto e puntuale con le argomentazioni sviluppate dai giudici d’appello. In sostanza, il ricorso non spiegava perché la motivazione della Corte territoriale fosse errata, limitandosi a una doglianza astratta.

Le motivazioni del ricorso inammissibile

La Corte ha sottolineato un punto cruciale: la sentenza d’appello, pur essendo stata impugnata formalmente solo per questioni relative alla dosimetria della pena (ovvero la quantificazione della sanzione), aveva comunque proceduto a una “congrua ricostruzione del fatto ascritto”. Il ricorrente, nel suo atto, ha completamente ignorato questa ricostruzione, fallendo nel dovere di confrontarsi specificamente con il ragionamento del giudice di merito. Un ricorso per Cassazione, per essere ammissibile, deve contenere critiche precise e pertinenti alla decisione che si intende contestare. Non è sufficiente enunciare un principio di diritto in astratto o lamentare un vizio in modo generico. È necessario dimostrare come quel vizio si sia concretizzato nella specifica sentenza impugnata.

Le conclusioni

La decisione in commento ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’importanza della specificità dei motivi di ricorso. Un’impugnazione non può essere una mera riproposizione di argomenti già vagliati o una critica vaga alla decisione del giudice. Deve, al contrario, essere un’analisi mirata che individui con precisione i punti di debolezza logico-giuridica della sentenza. In caso contrario, come dimostra questa ordinanza, la conseguenza è la declaratoria di un ricorso inammissibile, con la condanna del ricorrente, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro. Questo serve da monito sulla necessità di redigere atti di impugnazione rigorosi e ben argomentati.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato è stato ritenuto “intrinsecamente aspecifico”, ovvero troppo generico e non si confrontava in modo puntuale con le argomentazioni contenute nella sentenza impugnata.

Qual era l’unico motivo di ricorso proposto dall’imputato?
L’unico motivo era un presunto difetto di motivazione della sentenza in relazione alla mancata verifica dei presupposti per l’applicazione dell’articolo 129 del codice di procedura penale (immediata declaratoria di cause di non punibilità).

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della declaratoria di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende a titolo di sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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