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Ricorso inammissibile: la Riforma Cartabia spiegata

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per tentato furto aggravato. L’imputato sosteneva l’improcedibilità del reato per mancanza di querela, secondo la Riforma Cartabia. La Corte ha stabilito che se il ricorso è di per sé inammissibile, non si può esaminare la questione della nuova condizione di procedibilità, confermando la condanna.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile e Riforma Cartabia: Quando le Nuove Norme non si Applicano

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta su un tema di grande attualità: l’impatto della Riforma Cartabia sulla procedibilità dei reati e i suoi limiti di fronte a un ricorso inammissibile. La pronuncia chiarisce che le nuove, e in astratto più favorevoli, norme sulla necessità della querela non possono ‘salvare’ un’impugnazione che presenti vizi procedurali tali da renderla, appunto, inammissibile.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di una persona per il reato di tentato furto pluriaggravato, confermata sia in primo grado che dalla Corte d’Appello di Venezia. Avverso quest’ultima sentenza, la difesa ha presentato ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo di impugnazione legato a una novità legislativa.

Il Motivo del Ricorso: La Procedibilità dopo la Riforma Cartabia

Il fulcro dell’argomentazione difensiva risiedeva nell’entrata in vigore del D.lgs. 150/2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia). Tale riforma, intervenuta successivamente alla sentenza d’appello ma prima della presentazione del ricorso, ha modificato il regime di procedibilità per numerosi reati, tra cui quello contestato, rendendoli perseguibili solo a seguito di una querela della persona offesa. Poiché nel caso di specie la querela non era mai stata presentata, la difesa chiedeva alla Cassazione di dichiarare l’improcedibilità dell’azione penale.

La Decisione della Corte sul ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno affermato un principio procedurale di fondamentale importanza: l’inammissibilità del ricorso preclude l’esame di qualsiasi altra questione, inclusa quella relativa alla sopravvenuta condizione di procedibilità. In altre parole, se l’atto di impugnazione è viziato all’origine, il giudice non può spingersi a valutare nel merito le argomentazioni proposte, anche se basate su nuove leggi potenzialmente favorevoli all’imputato.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha chiarito che la modifica del regime di procedibilità introdotta dalla Riforma Cartabia non costituisce una abolitio criminis, ovvero una cancellazione del reato dall’ordinamento. Il furto aggravato rimane un illecito penale; è semplicemente cambiata la condizione per avviare il procedimento. Solo un’ipotesi di abolitio criminis avrebbe la forza di prevalere sull’inammissibilità del ricorso e di incidere sul cosiddetto ‘giudicato sostanziale’.

Basandosi su precedenti pronunce conformi, la Corte ha ribadito che la sopravvenienza della procedibilità a querela non opera quando il ricorso è inammissibile per altre cause. L’atto di impugnazione, per poter essere esaminato, deve superare un vaglio preliminare di ammissibilità. Se questo vaglio ha esito negativo, il processo si arresta e la sentenza impugnata diventa definitiva, senza possibilità di applicare le nuove disposizioni procedurali.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso. Un imputato non può beneficiare delle modifiche normative favorevoli introdotte dalla Riforma Cartabia se il suo ricorso per Cassazione è affetto da vizi che ne determinano l’inammissibilità. La decisione sottolinea l’importanza cruciale della corretta formulazione tecnica degli atti di impugnazione, poiché un errore procedurale può precludere la discussione di questioni che, altrimenti, potrebbero portare a un esito diverso del giudizio. Per la ricorrente, la conseguenza è stata non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

Se un reato diventa procedibile a querela dopo la condanna, si può chiedere l’improcedibilità in Cassazione?
No, se il ricorso per Cassazione è di per sé inammissibile per altri vizi. La Corte ha stabilito che l’inammissibilità del ricorso impedisce di esaminare la questione della sopravvenuta procedibilità a querela.

La Riforma Cartabia ha reso il tentativo di furto aggravato non più un reato?
No, non ha abolito il reato (cd. abolitio criminis). Ha solo modificato la sua condizione di procedibilità, richiedendo in molti casi una querela di parte che prima non era necessaria. Il fatto resta un illecito penale.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
La Corte non esamina il merito della questione e la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, la persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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