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Ricorso inammissibile: la guida alla specificità

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per truffa. I motivi sono stati giudicati generici, in quanto si limitavano a riproporre argomenti già valutati in appello, senza contestare specificamente le motivazioni della sentenza impugnata. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Cara

Presentare un ricorso in Cassazione non è una mera formalità, ma un atto che richiede precisione e specificità. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile per genericità possa non solo precludere l’esame nel merito, ma anche comportare significative conseguenze economiche. L’ordinanza in esame riguarda il caso di due soggetti condannati per truffa che hanno visto il loro appello respinto proprio per la mancanza di specificità dei motivi.

I Fatti del Processo

Due persone, dopo essere state condannate dalla Corte d’Appello di Torino per il reato di truffa ai sensi dell’art. 640 del codice penale, hanno deciso di presentare ricorso per Cassazione. I loro motivi di impugnazione si concentravano su due aspetti principali: la contestazione della correttezza della motivazione che aveva portato alla loro condanna e la critica al trattamento sanzionatorio, ovvero alla pena inflitta.

L’Analisi della Corte e il ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, esaminando i motivi presentati, li ha rigettati entrambi, dichiarando il ricorso inammissibile. Vediamo nel dettaglio perché.

Il Primo Motivo: Genericità sulla Responsabilità Penale

Il primo motivo di ricorso contestava la valutazione di responsabilità fatta dalla Corte d’Appello. Tuttavia, secondo i giudici di legittimità, gli argomenti presentati non erano altro che una riproposizione delle stesse ragioni già discusse e ritenute infondate nel precedente grado di giudizio. In pratica, i ricorrenti non hanno attaccato specificamente il ragionamento logico-giuridico della sentenza impugnata, ma si sono limitati a ripetere le loro difese. Questa modalità, secondo la Corte, rende il motivo “generico” e privo della necessaria correlazione con la decisione che si intende criticare.

Il Secondo Motivo: Aspecificità sulla Pena Inflitta

Anche il secondo motivo, relativo alla pena, è stato giudicato “aspecifico”. I ricorrenti non hanno tenuto conto di quanto affermato dalla Corte d’Appello, la quale aveva giustificato la misura della pena facendo riferimento alle gravi modalità dei fatti e ai precedenti penali degli imputati. L’impugnazione, ignorando queste specifiche motivazioni, è risultata priva di fondamento e non pertinente.

Le Motivazioni

La decisione della Corte si fonda su un principio cardine del diritto processuale penale, sancito dall’art. 591, comma 1, lett. c), del codice di procedura penale: i motivi di impugnazione devono essere specifici. La specificità non è un mero requisito formale, ma una necessità sostanziale. L’atto di appello deve instaurare un dialogo critico con la sentenza impugnata, evidenziandone gli errori, le omissioni o le contraddizioni. Riproporre le medesime argomentazioni già respinte, senza spiegare perché la valutazione del giudice precedente sia stata errata, trasforma il ricorso in un atto sterile e, appunto, generico. La mancanza di correlazione tra le ragioni della decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell’impugnazione è la causa diretta dell’inammissibilità.

Le Conclusioni

Le conseguenze di un ricorso inammissibile sono severe. In primo luogo, la sentenza di condanna diventa definitiva e non può più essere messa in discussione. In secondo luogo, i ricorrenti vengono condannati al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, qui quantificata in tremila euro per ciascuno. Questa ordinanza ribadisce una lezione fondamentale per chiunque si approcci al processo penale: un’impugnazione efficace deve essere mirata, pertinente e critica, altrimenti il rischio non è solo quello di un esito sfavorevole, ma anche di un aggravio di costi.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano generici e aspecifici, ovvero si limitavano a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza contestare in modo specifico le motivazioni della sentenza impugnata.

Cosa significa che un motivo di ricorso è “generico”?
Significa che il motivo non è sufficientemente dettagliato e non si confronta criticamente con il ragionamento del giudice che ha emesso la sentenza. Un motivo è generico quando non individua i punti specifici della decisione che si ritengono errati e le ragioni di tale errore.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, a titolo sanzionatorio, in favore della Cassa delle ammende. Nel caso di specie, tale somma è stata di 3.000 euro per ciascun ricorrente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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