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Ricorso inammissibile: la genericità dei motivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della genericità dei motivi presentati. L’appellante, condannato per il reato di cui all’art. 497-bis c.p., non ha specificato in modo adeguato le proprie censure, violando i requisiti dell’art. 581 cod. proc. pen. Di conseguenza, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Cara

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio cruciale nel diritto processuale penale: la specificità dei motivi di impugnazione non è un mero formalismo, ma un requisito essenziale. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta della sua violazione, come dimostra il caso in esame, che si conclude non solo con la conferma della condanna ma anche con un onere economico per il ricorrente.

I Fatti del Processo

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte di Appello che confermava la condanna di un imputato per il reato previsto dall’articolo 497-bis del codice penale. Non accettando la decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo con cui contestava la correttezza della motivazione posta a fondamento della sua dichiarazione di responsabilità.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito della questione, ma si è fermata a un livello preliminare, quello dell’ammissibilità dell’atto di impugnazione. Secondo i giudici, il motivo presentato era “estremamente generico per indeterminatezza”, ovvero formulato in termini così vaghi da non rispettare i requisiti minimi imposti dalla legge.

Le Motivazioni della Scelta

Il cuore della decisione risiede nell’articolo 581, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. Questa norma impone a chi impugna una sentenza di indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta. Nel caso di specie, il ricorrente si era limitato a una critica generica della motivazione della sentenza d’appello, che la Cassazione ha invece ritenuto “logicamente corretta”.

La Corte ha sottolineato che, a fronte di una motivazione chiara, il ricorrente non ha indicato gli elementi specifici che la rendevano, a suo dire, errata. Questa mancanza ha impedito al giudice dell’impugnazione di individuare con precisione i rilievi mossi e, di conseguenza, di esercitare il proprio sindacato. In altre parole, non basta affermare che una sentenza è sbagliata; è necessario spiegare dettagliatamente perché, punto per punto. La genericità equivale a non fornire al giudice gli strumenti per decidere, rendendo l’atto del tutto inutile e, quindi, inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza funge da monito per la prassi legale. La presentazione di un ricorso in Cassazione richiede un’analisi meticolosa e una formulazione precisa delle censure. Un’impugnazione generica non solo è destinata al fallimento, ma comporta anche conseguenze economiche negative per l’assistito. La Corte, infatti, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La lezione è chiara: la specificità non è un’opzione, ma un obbligo fondamentale per garantire l’accesso alla giustizia e l’efficacia della difesa tecnica.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è estremamente generico, indeterminato e privo dei requisiti prescritti dalla legge, in particolare quando non indica gli elementi specifici su cui si basa la censura mossa alla sentenza impugnata, come richiesto dall’art. 581, comma 1, lett. c) cod. proc. pen.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in tremila euro.

Perché un motivo di ricorso generico non viene esaminato nel merito?
Un motivo generico non viene esaminato perché non consente al giudice dell’impugnazione di individuare i rilievi mossi alla sentenza e di esercitare il proprio controllo. Se le critiche sono vaghe e non specifiche, il giudice non ha gli elementi per valutare la fondatezza della contestazione rispetto alla motivazione della decisione precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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