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Ricorso inammissibile: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per ricettazione e commercio di prodotti contraffatti. L’inammissibilità è stata motivata dalla genericità dei motivi di appello, che si limitavano a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in secondo grado, senza un confronto critico con la sentenza impugnata. La Corte ha inoltre confermato la congruità della pena inflitta.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta

Un ricorso inammissibile rappresenta uno degli esiti più netti nel processo di impugnazione. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito i severi requisiti di ammissibilità, sottolineando come la mera riproposizione di argomenti già esaminati non sia sufficiente per ottenere una revisione della sentenza. Il caso in esame riguarda una condanna per ricettazione e commercio di prodotti con marchi falsi, offrendo spunti fondamentali sulla tecnica redazionale dei ricorsi.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Palermo per i reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.) e ricettazione, decideva di presentare ricorso per Cassazione. I motivi di impugnazione erano principalmente tre: un presunto vizio di motivazione riguardo l’affermazione di responsabilità, una violazione di legge sulla sussistenza del reato di ricettazione e, infine, una contestazione sulla misura della pena inflitta.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate dall’imputato, ma si è fermata a un livello preliminare, quello dei requisiti formali e sostanziali dell’atto di impugnazione. Di conseguenza, la condanna è diventata definitiva e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni del Ricorso Inammissibile

La Corte ha basato la sua decisione su argomentazioni chiare e in linea con la propria giurisprudenza consolidata. I primi due motivi di ricorso sono stati giudicati manifestamente infondati e formulati in termini non consentiti in sede di legittimità. Secondo i giudici, le doglianze non costituivano una critica argomentata e specifica alla sentenza della Corte d’Appello, ma si limitavano a reiterare le stesse censure già presentate e puntualmente respinte nel grado precedente. Mancava, in sostanza, un effettivo confronto con le argomentazioni della sentenza impugnata, requisito essenziale per un valido ricorso in Cassazione. La Corte d’Appello, al contrario, aveva fornito una motivazione completa e logica, spiegando perché sussistessero tutti gli elementi, sia oggettivi che soggettivi, dei reati contestati.
Anche il terzo motivo, relativo alla pena, è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte territoriale aveva giustificato la sanzione sottolineandone la congruità e la proporzionalità, tenendo conto sia delle caratteristiche del fatto criminoso sia della significativa capacità a delinquere del ricorrente, desunta dai suoi precedenti penali specifici.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre una lezione fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza di appello; è necessario costruire un ricorso che demolisca, punto per punto e con argomenti giuridici pertinenti, la struttura logica della decisione impugnata. Un ricorso inammissibile è la diretta conseguenza di un atto che si limita a ripetere vecchie difese senza affrontare e criticare specificamente il ragionamento del giudice di secondo grado. La decisione riafferma inoltre l’ampia discrezionalità del giudice di merito nella determinazione della pena, un giudizio sindacabile in Cassazione solo in caso di motivazione assente, palesemente illogica o contraddittoria, e non per una mera divergenza di valutazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici, non si confrontavano criticamente con le argomentazioni della sentenza d’appello e si limitavano a riproporre le stesse questioni già discusse e respinte nel grado precedente.

Quali reati erano stati contestati al ricorrente?
Al ricorrente erano stati contestati i reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, ai sensi dell’art. 474 del codice penale, e il reato di ricettazione.

La Corte di Cassazione ha valutato se la pena fosse giusta?
No, la Corte non ha riesaminato la misura della pena. Ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello fosse adeguata e logica, avendo considerato la gravità del fatto e i precedenti penali del ricorrente. Pertanto, ha concluso che non c’erano i presupposti per un controllo di legittimità sulla decisione relativa alla sanzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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