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Ricorso inammissibile: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19030/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla natura ripetitiva e generica dei motivi d’appello, che non superavano la soglia di ammissibilità. La Corte ha confermato la correttezza della valutazione del giudice di merito nel negare le attenuanti generiche, basandosi sul curriculum criminale dell’imputata e sulla totale opacità del movente.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Conferma la Decisione di Merito

L’ordinanza n. 19030 del 2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga gestito nel nostro sistema giudiziario. Quando i motivi di appello non presentano elementi di novità o critiche specifiche alla sentenza impugnata, ma si limitano a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte, la Suprema Corte interviene per porre fine al procedimento. Questo caso specifico ci permette di analizzare i criteri di ammissibilità e le ragioni che portano a una tale decisione.

I Fatti del Caso: Un Appello Contro la Sentenza di Condanna

Una persona condannata dalla Corte d’Appello di Palermo ha proposto ricorso per Cassazione, contestando la decisione dei giudici di merito. L’appello si basava su tre principali motivi: la presunta violazione delle norme sulla valutazione della prova (art. 192 c.p.p.), il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.) e l’errata applicazione di una norma sulla recidiva (art. 99 c.p.).

Analisi dei Motivi del Ricorso

La difesa della ricorrente ha tentato di smontare l’impianto accusatorio e la congruità della pena inflitta, ma senza introdurre argomenti nuovi o critiche puntuali alla motivazione della sentenza di secondo grado.

Critiche alla Valutazione della Prova e alle Attenuanti

I primi due motivi del ricorso erano strettamente collegati. La difesa sosteneva che i giudici d’appello avessero erroneamente valutato le prove a carico e, di conseguenza, avessero ingiustamente negato la concessione delle attenuanti generiche. Secondo la ricorrente, la pena era sproporzionata. Tuttavia, queste argomentazioni erano state già ampiamente discusse e motivate nella sentenza impugnata.

La Presunta Violazione sulla Recidiva

Il terzo motivo, invece, denunciava una violazione specifica dell’art. 99, sesto comma, del codice penale. La difesa riteneva che tale norma fosse stata applicata in modo errato, ma, come vedremo, questa tesi si scontrava con le evidenze documentali.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione: il ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha analizzato i motivi presentati e li ha ritenuti non meritevoli di un esame approfondito, dichiarando il ricorso inammissibile.

La Corte ha spiegato che i primi due motivi non superavano la cosiddetta “soglia di ammissibilità”. Essi erano, infatti, meramente riproduttivi di doglianze già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. I giudici di merito avevano fornito una motivazione sufficiente e non illogica, basata su un’attenta analisi del compendio probatorio. In particolare, la decisione di non concedere le attenuanti generiche era stata giustificata in modo corretto, facendo riferimento al “nutrito curriculum criminale” della ricorrente e alla “totale opacizzazione del movente”. Questi due elementi, secondo la Corte, escludevano in radice la possibilità di una valutazione più favorevole.

Per quanto riguarda il terzo motivo, la Cassazione lo ha definito “manifestamente infondato”. La presunta violazione di legge era “palesemente smentita dagli atti”, in particolare dalle risultanze del casellario giudiziale dell’imputata. Non vi era, quindi, alcun errore di diritto da correggere.

Le Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche della Decisione

La declaratoria di inammissibilità ha comportato due conseguenze immediate per la ricorrente. In primo luogo, la sentenza di condanna della Corte d’Appello è diventata definitiva. In secondo luogo, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge. Quando un ricorso è generico, ripetitivo o manifestamente infondato, esso viene inevitabilmente dichiarato inammissibile.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i primi due motivi erano riproduttivi di argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello con motivazione adeguata, mentre il terzo motivo era manifestamente infondato e smentito dagli atti processuali.

Quali elementi ha considerato la Corte per confermare il diniego delle attenuanti generiche?
La Corte ha ritenuto corretta la decisione del giudice di merito di negare le attenuanti generiche sulla base di due elementi specifici: il ricco curriculum criminale della ricorrente e la totale assenza di chiarezza riguardo al movente del reato.

Quali sono le conseguenze per la ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Inoltre, la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello è diventata definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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