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Ricorso inammissibile: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per interruzione di pubblico servizio. Il ricorso è stato rigettato perché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già valutate e respinte dalla Corte d’Appello, senza introdurre nuove censure. La Suprema Corte ha quindi condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, ribadendo un principio consolidato in materia di ammissibilità dei ricorsi.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Ripetizione dei Motivi

Quando si presenta un appello o un ricorso, è fondamentale che questo introduca elementi di critica validi e, preferibilmente, nuovi rispetto a quanto già discusso. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione chiarisce cosa accade quando ci si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte: il ricorso inammissibile diventa una conseguenza quasi certa. Analizziamo insieme questa ordinanza per comprendere meglio i principi della procedura penale.

I Fatti del Caso: Aggressione e Interruzione di Pubblico Servizio

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello nei confronti di un individuo per il reato di interruzione di un pubblico servizio, previsto dall’articolo 340 del codice penale. Secondo la ricostruzione dei giudici di merito, l’imputato aveva tenuto un comportamento violento, inferendo un colpo a una vittima, con una gravità tale da causare l’interruzione del servizio di trasporto pubblico.

L’imputato, non accettando la condanna, ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, contestando la sussistenza dell’elemento psicologico del reato, ovvero il dolo. A suo dire, non vi era la prova della sua consapevolezza e volontà di interrompere il servizio pubblico.

La Valutazione del ricorso inammissibile

La Suprema Corte, tuttavia, ha preso una decisione netta, dichiarando il ricorso inammissibile. Il punto centrale della decisione non riguarda tanto il merito della questione sul dolo, quanto un aspetto puramente procedurale. I giudici di legittimità hanno osservato che le argomentazioni presentate nel ricorso erano una mera e semplice ripetizione di quelle già avanzate davanti alla Corte d’Appello.

Quest’ultima aveva già ampiamente e logicamente motivato la sua decisione, spiegando come la gravità dell’aggressione rendesse l’imputato pienamente consapevole che la sua azione avrebbe inevitabilmente causato un’interruzione o un turbamento del servizio di trasporto. Pertanto, presentare le stesse identiche doglianze in Cassazione, senza sollevare vizi specifici della sentenza di secondo grado, equivale a chiedere ai giudici supremi una nuova valutazione dei fatti, compito che non spetta loro.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su un principio giuridico consolidato, richiamando anche una precedente sentenza (n. 44882/2014). Il principio è chiaro: un ricorso per cassazione è inammissibile quando si fonda sugli stessi motivi proposti con l’appello e che sono stati motivatamente respinti in secondo grado.

Questo avviene per due ragioni principali:

1. Insindacabilità del merito: La Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Non può rivalutare i fatti del processo, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Se la motivazione della Corte d’Appello è adeguata e priva di vizi logici, la Cassazione non può intervenire.
2. Genericità delle doglianze: Riproporre le stesse censure senza criticare specificamente il ragionamento del giudice d’appello rende il ricorso generico. Le doglianze, così prospettate, denunciano solo apparentemente un errore di diritto, ma in realtà mirano a ottenere un nuovo giudizio sui fatti.

Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza offre un importante monito per chiunque intenda impugnare una sentenza davanti alla Corte di Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione precedente; è necessario individuare e argomentare specifici vizi di legittimità della sentenza di appello, come un’errata interpretazione della legge o un’illogicità manifesta nella motivazione. La semplice riproposizione dei motivi di appello è una strategia destinata al fallimento, che comporta non solo la conferma della condanna, ma anche ulteriori sanzioni economiche. Il ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma anche un aggravio di costi.

Quando un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile quando, tra le altre ragioni, si fonda sugli stessi motivi già proposti in appello e motivatamente respinti dal giudice di secondo grado, senza sollevare nuove e specifiche critiche alla sentenza impugnata.

Cosa significa che il ricorso è ‘riproduttivo di identica censura’?
Significa che il ricorso si limita a ripetere le stesse argomentazioni e critiche (censure) già presentate nel precedente grado di giudizio (l’appello), senza contestare in modo specifico il ragionamento logico-giuridico con cui il giudice d’appello le ha respinte.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo il rigetto del ricorso, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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