Ricorso inammissibile: quando e perché la Cassazione lo dichiara
Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è un’opportunità per ridiscutere l’intera vicenda. La Corte Suprema ha un ruolo ben preciso: verificare la corretta applicazione della legge. Un recente provvedimento della settima sezione penale chiarisce perfettamente quali sono i limiti di questo giudizio e le severe conseguenze di un ricorso inammissibile. Analizziamo il caso per comprendere meglio.
I Fatti del Caso
Un imputato, condannato dalla Corte d’Appello di Palermo per un reato previsto dalla legge sulle armi (art. 4, L. 110/1975), ha deciso di impugnare la sentenza davanti alla Corte di Cassazione. Attraverso il suo ricorso, contestava diversi aspetti della decisione, tra cui la valutazione della sua responsabilità e la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso totalmente inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un livello precedente, stabilendo che il ricorso non aveva i requisiti minimi per essere esaminato. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte ha basato la sua decisione su tre pilastri fondamentali che delineano chiaramente i confini del giudizio di legittimità.
1. Divieto di Contestazioni sui Fatti
Il primo motivo di inammissibilità risiede nella natura delle censure. Il ricorrente, contestando la correttezza della motivazione sulla sua responsabilità, stava in realtà chiedendo alla Cassazione di rivalutare i fatti. La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di un “terzo grado di merito”. Non può riesaminare prove, testimonianze o la ricostruzione degli eventi. Il suo compito è solo verificare se il giudice di merito ha applicato correttamente la legge e se la motivazione della sentenza è logica e non contraddittoria. Le “mere doglianze in punto di fatto” sono, per legge, inammissibili.
2. Genericità e Ripetitività dei Motivi
Un altro fattore decisivo è stata la mancanza di specificità dei motivi. Il ricorso, secondo la Corte, si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte con motivazioni adeguate dalla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, deve individuare errori di diritto specifici nella sentenza impugnata, non può essere una semplice riproposizione di difese già valutate. La genericità e la ripetitività rendono il ricorso inammissibile.
3. Manifesta Infondatezza della Questione Giuridica
Infine, anche la censura relativa alla qualificazione giuridica del fatto è stata giudicata “manifestamente infondata”. Questo significa che la tesi del ricorrente si poneva in netto e palese contrasto con l’orientamento consolidato e costante della giurisprudenza della Cassazione su quel tema specifico. Quando un motivo di ricorso va contro principi di diritto ormai stabili, senza offrire argomenti nuovi e persuasivi per un cambio di rotta, viene respinto senza un’analisi approfondita.
Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche e Sanzioni
La dichiarazione di inammissibilità non è priva di conseguenze. L’articolo 616 del codice di procedura penale prevede che, in caso di ricorso inammissibile, il ricorrente sia condannato al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, se non emergono elementi che escludano una sua colpa nella presentazione di un ricorso palesemente infondato, viene condannato anche al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000 euro. Questa ordinanza serve da monito: il ricorso in Cassazione è uno strumento serio, da utilizzare solo in presenza di vizi di legittimità concreti e specifici, pena sanzioni economiche significative.
Perché un ricorso può essere dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando solleva questioni di fatto, che la Corte non può riesaminare, oppure quando i motivi sono generici, ripetitivi di argomenti già respinti in appello, o manifestamente infondati perché in contrasto con la giurisprudenza consolidata.
Cosa succede dopo che un ricorso viene dichiarato inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso (ricorrente) viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende. Nel caso specifico, questa somma è stata determinata in 3.000 euro.
La Corte di Cassazione può riesaminare le prove di un processo?
No. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le leggi e che le loro sentenze siano motivate in modo logico, senza poter entrare nel merito della ricostruzione dei fatti o della valutazione delle prove.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2688 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 2688 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 19/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a PALERMO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 17/05/2023 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Ritenuto che il motivo di ricorso, che contesta la correttezza della motivazi posta a base della dichiarazione di responsabilità per il reato dell’art. 4 l aprile 1975, n. 110, non è consentito dalla legge in sede di legittimità, p costituito da mere doglianze in punto di fatto;
Considerato che i motivi di ricorso, che contestano la correttezza della motivazi posta a base della condanna, sono privi di specificità perché merament riproduttivi di profili di censura già adeguatamente vagliati e disattesi con co argomenti giuridici dal giudice di merito (si vedano, in particolare, pag. 1, ritenuta responsabilità per il contestato reato, e pag. 2 sulla esclusione della di non punibilità ex art. 131-bis cod. pen.);
Ritenuto che il motivo di ricorso, che contesta la violazione di legge in ordine qualificazione giuridica del fatto, è manifestamente infondato, in considerazio dell’orientamento consolidato della giurisprudenza (Sez. 1, n. 19307 d 30/01/2019, COGNOME, Rv. 276187; Sez. 1, n. 18925 del 26/02/2013, Carrara, Rv. 256007);
All’inammissibilità del ricorso consegue, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pe condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in mancanza d elementi atti a escludere la colpa nella determinazione della causa inammissibilità (Corte Cost., sentenza n. 186 del 2000), anche la condanna a versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende nella misura che si stima equo determinare in euro 3.000,00.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento del spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa del ammende.
Così deciso il 19 dicembre 2023.