Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello in Cassazione Viene Respinto
Presentare un ricorso in Cassazione richiede tecnica e precisione. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza di condanna; è fondamentale articolare motivi di diritto specifici e pertinenti. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga gestito, evidenziando gli errori da evitare. L’ordinanza in esame riguarda un caso di ricettazione, ma i principi espressi hanno una valenza generale per chiunque intenda impugnare una decisione davanti alla Suprema Corte.
I Fatti del Caso
Un soggetto, condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Torino per il reato di ricettazione, decideva di presentare ricorso per Cassazione. L’obiettivo era ottenere l’annullamento della sentenza di condanna, contestando principalmente due aspetti della decisione dei giudici di merito.
I Motivi del Ricorso
L’imputato basava il suo ricorso su due principali doglianze:
1. Vizio di Motivazione sull’Elemento Soggettivo: Si contestava la valutazione dei giudici riguardo la consapevolezza della provenienza illecita dei beni, elemento psicologico necessario per configurare il reato di ricettazione. Secondo la difesa, la motivazione della Corte d’Appello era carente su questo punto cruciale.
2. Mancata Sostituzione della Pena: Si lamentava la mancata applicazione dell’articolo 20-bis del codice penale, che prevede la possibilità di sostituire la pena detentiva con sanzioni alternative. La difesa riteneva che la Corte d’Appello non avesse adeguatamente motivato il diniego di tale beneficio.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Di conseguenza, non solo la condanna è diventata definitiva, ma il ricorrente è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Analisi del Ricorso Inammissibile
La Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni della sua decisione, fornendo indicazioni preziose sulla corretta formulazione di un ricorso. Il primo motivo è stato giudicato indeducibile. La Cassazione ha osservato che le censure non erano altro che una “pedissequa reiterazione” di quelle già presentate e respinte in appello. Invece di criticare specificamente la logica giuridica della sentenza impugnata, il ricorrente si era limitato a riproporre valutazioni di fatto, che non possono essere riesaminate in sede di legittimità. Un ricorso, per essere ammissibile, deve svolgere una critica argomentata e specifica contro la decisione di secondo grado, non ripetere argomenti già vagliati.
Per quanto riguarda la seconda doglianza, la Corte l’ha ritenuta manifestamente infondata. I giudici hanno sottolineato che la Corte d’Appello aveva esplicitato le ragioni del suo convincimento, con una motivazione esente da vizi logici. Il diniego della sostituzione della pena era stato giustificato sulla base di una prognosi negativa per il futuro, fondata su corretti argomenti giuridici (in particolare gli articoli 58 della legge 689/1981 e 133 del codice penale). Pertanto, anche questa censura non poteva trovare accoglimento.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. È un giudizio di legittimità, volto a verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, è essenziale che i motivi di impugnazione siano nuovi, specifici e focalizzati sui vizi di diritto della sentenza impugnata. La semplice riproposizione delle argomentazioni già respinte in appello si traduce in un atto non solo inutile, ma anche economicamente svantaggioso, data la condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il primo motivo era una semplice ripetizione delle argomentazioni già presentate e respinte in appello, senza formulare una critica specifica alla sentenza impugnata. Il secondo motivo è stato ritenuto manifestamente infondato.
È possibile riproporre in Cassazione gli stessi argomenti dell’appello?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione ha chiarito che la ‘pedissequa reiterazione’ di argomenti già dedotti in appello rende il ricorso non specifico e, di conseguenza, inammissibile. Il ricorso deve contenere una critica argomentata rivolta specificamente contro la decisione di secondo grado.
Per quale motivo non è stata concessa la sostituzione della pena detentiva?
La sostituzione della pena non è stata concessa perché il giudice di merito, con una motivazione ritenuta logica e corretta dalla Cassazione, ha espresso una prognosi negativa sul comportamento futuro del condannato, basandosi sui criteri stabiliti dalla legge (art. 58, l. n. 689/1981 e art. 133 cod. pen.).
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 140 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 140 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/11/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato il 22/07/1992
avverso la sentenza del 21/03/2023 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME
Ritenuto che il primo motivo di ricorso, con cui si contesta un vizio di motivazione in ord alla sussistenza dell’elemento soggettivo del delitto di ricettazione, è incleducibile perché fo su censure che si risolvono nella pedissequa reiterazione di quelle già dedotte in appello fondate su valutazioni schiettamente fattuali, e puntualmente disattese con corretti argome giuridici dalla corte di merito (si veda pagina 4), dovendosi le stesse considerare non specif ma soltanto apparenti, in quanto omettono di assolvere la tipica funzione di una crit argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso;
Considerato che la seconda doglianza, che censura sotto il profilo rnotivazionale la mancata sostituzione della pena detentiva ai sensi dell’art. 20-bis cod. pen., è manifestamente infondata, in quanto con motivazione esente dai descritti vizi logici, il giudice di merito ha esplic ragioni del suo convincimento (si veda pagina 5) facendo applicazione di corretti argoment giuridici per negare la sostituzione della pena detentiva pena (apparendo ostativa la progno negativa, ex artt. 58, I. n. 689 del 1981, come sostituito dall’art. 71, comma 1, lett. f), d.lgs. 10 novembre 2022, n. 150, e 133 cod. pen.);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell Cassa delle ammende;
P.Q.M.
dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 21 novembre 2023
Il Cong*re estensore
Il Presidente