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Ricorso inammissibile: la condanna alle spese

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, confermando le severe conseguenze procedurali di un’impugnazione che non rispetta i requisiti di legge.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze e Condanna alle Spese

Quando si presenta un’impugnazione in Corte di Cassazione, è fondamentale che l’atto rispetti rigorosi requisiti procedurali e di merito. In caso contrario, il rischio è una declaratoria di ricorso inammissibile, un esito che non solo preclude l’esame della questione, ma comporta anche significative conseguenze economiche per il ricorrente. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre l’occasione per analizzare proprio questo scenario.

I Fatti del Processo

Il caso analizzato trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma nel novembre 2024. Il ricorrente, ritenendo ingiusta la decisione dei giudici di secondo grado, ha deciso di adire la Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. La Suprema Corte, riunitasi in udienza nel maggio 2025, ha preso in esame l’atto di impugnazione per valutarne, prima ancora del merito, la sua conformità ai presupposti richiesti dalla legge.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con una sintetica ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione ha impedito ai giudici di entrare nel vivo delle questioni sollevate dal ricorrente. La declaratoria di inammissibilità agisce come un filtro, bloccando i ricorsi che presentano vizi formali, che sono manifestamente infondati o che propongono questioni non consentite in sede di legittimità.

La conseguenza diretta e inevitabile di tale pronuncia è stata duplice:

1. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna del ricorrente al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Analisi delle conseguenze del ricorso inammissibile

La condanna alle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende non è una misura punitiva discrezionale, ma una conseguenza prevista dalla legge per chi attiva inutilmente la macchina della giustizia di legittimità. L’obiettivo è quello di scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate, che contribuiscono a sovraccaricare il lavoro della Corte di Cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza in esame è estremamente concisa, come spesso accade per le pronunce di inammissibilità. La Corte non entra nel dettaglio dei motivi specifici che hanno reso l’impugnazione inammissibile, limitandosi a rilevare la necessità di condannare il ricorrente al pagamento delle spese e della sanzione. Questo approccio si giustifica perché, una volta riscontrato un vizio che rende il ricorso inammissibile (ad esempio, la genericità dei motivi, la proposizione di censure di fatto, il mancato rispetto dei termini), la Corte non è tenuta a esaminare ulteriormente le doglianze. La decisione si fonda sull’applicazione diretta della norma processuale che sanziona l’abuso dello strumento processuale. Il riferimento a un “cumulo materiale di pene” suggerisce che il ricorso potrebbe aver tentato, in modo non consentito, di rimettere in discussione aspetti già definiti.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

La decisione in commento ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio eccezionale, non un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda. Chi intende presentare un ricorso deve essere consapevole che un’eventuale inammissibilità comporta costi certi e non trascurabili. Questo provvedimento serve da monito sull’importanza di affidarsi a professionisti esperti per la redazione di un’impugnazione, capaci di valutare con attenzione i presupposti di ammissibilità e di formulare censure che rientrino nei limiti del giudizio di legittimità, evitando così esiti sfavorevoli e onerose condanne economiche.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Se un ricorso viene dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

Chi deve pagare le spese processuali in caso di ricorso inammissibile?
Le spese processuali sono a carico del ricorrente, ovvero della parte che ha presentato l’impugnazione dichiarata inammissibile. La condanna al pagamento è una conseguenza automatica della decisione.

Cos’è la Cassa delle ammende e perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma in suo favore?
La Cassa delle ammende è un ente che finanzia programmi di reinserimento per i detenuti. La condanna al versamento di una somma, come i tremila euro in questo caso, è una sanzione prevista dalla legge per scoraggiare ricorsi infondati o dilatori, che gravano inutilmente sul sistema giudiziario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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