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Ricorso inammissibile: la Cassazione lo respinge

Un individuo, condannato per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi erano una semplice ripetizione di argomentazioni già respinte e formulate in modo generico, senza un confronto critico con la sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità

Quando si arriva dinanzi alla Corte di Cassazione, il giudizio entra in una fase cruciale, focalizzata non più sui fatti, ma sulla corretta applicazione della legge. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre l’occasione per analizzare un concetto fondamentale: il ricorso inammissibile. Comprendere perché un ricorso venga dichiarato tale è essenziale per capire i limiti e le funzioni del giudizio di legittimità. In questo caso, l’impugnazione è stata respinta perché i motivi erano generici e ripetitivi, un errore comune che preclude qualsiasi possibilità di successo.

Il Contesto del Ricorso

Il caso trae origine da una condanna per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, previsto dall’art. 341 bis del codice penale. L’imputato, dopo la conferma della condanna in appello, ha deciso di presentare ricorso per cassazione, contestando il giudizio di responsabilità e la sussistenza degli elementi costitutivi del reato. L’obiettivo era ottenere un annullamento della sentenza di secondo grado, mettendo in discussione la ricostruzione dei fatti e la valutazione delle prove operata dai giudici di merito.

La Decisione della Suprema Corte: Un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, esaminati gli atti, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza del ricorrente, ma si ferma a un livello preliminare, stabilendo che l’impugnazione non possiede i requisiti minimi per essere esaminata. La conseguenza diretta per il ricorrente è stata non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni dell’Inammissibilità

L’ordinanza della Corte si basa su due pilastri argomentativi interconnessi, che rappresentano principi consolidati nella giurisprudenza di legittimità. Analizziamoli nel dettaglio.

La Mera Ripetizione delle Censure

Il primo motivo di inammissibilità risiede nel carattere “meramente riproduttivo” delle censure. La Corte ha rilevato che i motivi di ricorso non facevano altro che riproporre le stesse argomentazioni già presentate e adeguatamente valutate dai giudici di primo e secondo grado. Un ricorso per cassazione non può essere una semplice fotocopia degli atti precedenti. Deve, al contrario, contenere una critica specifica e puntuale alla motivazione della sentenza impugnata, evidenziando vizi logici o errori di diritto, e non limitarsi a sollecitare una diversa valutazione delle prove, che è prerogativa esclusiva dei giudici di merito.

La Genericità dei Motivi e il Mancato Confronto

Il secondo profilo, strettamente collegato al primo, è la “genericità” dei motivi. Il ricorso è stato giudicato generico perché non si confrontava in modo specifico con le ragioni esposte nella sentenza della Corte d’Appello. In altre parole, l’appellante ha ignorato il percorso logico-giuridico seguito dai giudici di secondo grado per confermare la condanna, proponendo una propria ricostruzione alternativa senza demolire quella contenuta nel provvedimento impugnato. La legge processuale esige un dialogo critico con la sentenza che si contesta: è necessario individuare con precisione i passaggi errati della motivazione e spiegare perché sono sbagliati dal punto di vista giuridico.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Il suo compito è quello di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione delle sentenze. Un ricorso, per essere ammissibile, deve essere strutturato come una critica mirata e tecnica, non come un generico lamento o una richiesta di riconsiderare le prove. La declaratoria di un ricorso inammissibile, con le relative conseguenze economiche, serve da monito: l’accesso al giudizio di legittimità richiede rigore, specificità e un pieno rispetto dei limiti funzionali della Suprema Corte.

Per quali motivi principali un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Sulla base di questa ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile principalmente per due motivi: se è meramente riproduttivo di censure già valutate nei gradi precedenti e se è generico, ovvero non si confronta specificamente con le motivazioni della sentenza che si sta impugnando.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘meramente riproduttivo’?
Significa che l’appellante si limita a ripetere le stesse argomentazioni e critiche già presentate e respinte dai giudici di merito, senza formulare una critica puntuale e specifica contro la logica giuridica della decisione impugnata.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione non valida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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