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Ricorso inammissibile: la Cassazione e le prove

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un indagato contro un’ordinanza di custodia cautelare per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. La Corte ha ritenuto il ricorso generico, poiché si limitava a proporre una lettura alternativa delle prove (intercettazioni e sequestri) senza individuare vizi logici nella motivazione del Tribunale del riesame, che si basava su un solido quadro indiziario. Questo caso ribadisce che la valutazione delle prove è competenza del giudice di merito.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione sulla Valutazione delle Prove nel Traffico di Stupefacenti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16668/2025, ha ribadito principi fondamentali in materia di impugnazioni, dichiarando un ricorso inammissibile perché generico e aspecifico. La decisione offre spunti cruciali sui limiti del sindacato di legittimità sulla valutazione della piattaforma probatoria, specialmente in contesti complessi come le associazioni finalizzate al traffico di stupefacenti. Questo caso evidenzia come la difesa non possa limitarsi a proporre una lettura alternativa degli indizi, ma debba invece individuare specifici vizi logici o giuridici nella decisione impugnata.

I Fatti del Caso

Il Tribunale del riesame di una grande città del sud Italia aveva confermato la misura della custodia in carcere per un individuo, gravemente indiziato di vari reati, tra cui la partecipazione a un’associazione di stampo mafioso e a un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. La decisione del Tribunale si basava su una solida piattaforma probatoria, che includeva:

* Dichiarazioni di collaboratori di giustizia: Due collaboratori avevano descritto il ruolo dell’indagato all’interno del gruppo criminale, indicandolo come responsabile della riscossione dei proventi delle piazze di spaccio.
* Intercettazioni telefoniche: Le conversazioni captate confermavano la sua collaborazione con altri membri del gruppo nell’attività di spaccio.
* Riscontri oggettivi: Durante una perquisizione, era stata rinvenuta una contabilità dello spaccio in cui compariva il soprannome dell’indagato accanto a una cifra. Inoltre, in un’altra occasione, l’uomo era stato trovato in possesso di un significativo quantitativo di marijuana, un bilancino di precisione e buste di plastica.

La difesa aveva presentato ricorso per cassazione contestando esclusivamente l’accusa di partecipazione all’associazione per il traffico di droga, sostenendo l’insufficienza delle prove e contestando l’interpretazione di una specifica conversazione intercettata.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per la sua genericità e aspecificità. Secondo i giudici, la difesa non ha sollevato censure pertinenti al giudizio di legittimità, ma si è limitata a una critica generica della valenza indiziaria degli elementi raccolti. In particolare, il tentativo di fornire un’interpretazione alternativa delle conversazioni intercettate è stato ritenuto inammissibile, poiché la valutazione del contenuto delle captazioni è una questione di fatto riservata alla competenza esclusiva del giudice di merito.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha sottolineato che il Tribunale del riesame aveva fornito una motivazione esaustiva e logicamente coerente, fondando la propria decisione su una pluralità di elementi convergenti. Le dichiarazioni dei collaboratori, le intercettazioni e i sequestri costituivano un “costrutto indiziario” solido e completo.

Il ricorso, invece, si è concentrato solo su alcuni aspetti, proponendo letture parziali e alternative che prescindevano dalla valutazione complessiva degli elementi di indagine. La Cassazione ha ricordato il suo consolidato orientamento: l’interpretazione delle intercettazioni non può essere messa in discussione in sede di legittimità, a meno che la motivazione del giudice di merito non sia manifestamente illogica o irragionevole, vizio che non è stato riscontrato nel caso di specie. Le censure relative al sequestro di droga e del bilancino sono state anch’esse giudicate non perspicue, in quanto non denunciavano un effettivo vizio di legittimità.

Le Conclusioni

La sentenza in esame riafferma un principio cardine del processo penale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito. La Corte non può sostituire la propria valutazione delle prove a quella effettuata dai giudici delle fasi precedenti. Per ottenere l’annullamento di un provvedimento, la difesa deve dimostrare l’esistenza di un vizio di legge o di un’illogicità manifesta nel ragionamento del giudice, non semplicemente suggerire che gli stessi fatti avrebbero potuto essere interpretati diversamente. La declaratoria di inammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, serve a sanzionare l’uso improprio di questo strumento di impugnazione, preservando la funzione della Corte di Cassazione come custode della corretta applicazione della legge.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile perché generico e aspecifico. La difesa si è limitata a contestare la valutazione delle prove operata dal Tribunale del riesame, proponendo una lettura alternativa senza denunciare specifici vizi di legittimità o palesi illogicità nella motivazione della decisione impugnata.

La Corte di Cassazione può riesaminare il contenuto delle intercettazioni telefoniche?
No, l’interpretazione e la valutazione del contenuto delle conversazioni intercettate sono questioni di fatto, rimesse alla competenza esclusiva del giudice di merito. La Cassazione può intervenire solo se la motivazione con cui il giudice ha interpretato tali conversazioni è manifestamente illogica o irragionevole.

Quali erano gli elementi di prova a carico dell’indagato?
La misura cautelare si basava su una pluralità di elementi: le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, numerose conversazioni telefoniche intercettate, il ritrovamento di una contabilità dello spaccio che riportava il soprannome dell’indagato e il sequestro a suo carico di 86,10 grammi di marijuana, un bilancino di precisione e buste di plastica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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