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Ricorso inammissibile: la Cassazione e l’attenuante

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il motivo del ricorso, basato sul mancato riconoscimento di un’attenuante, è stato giudicato manifestamente infondato. La Suprema Corte ha ribadito di non poter sindacare nel merito le valutazioni dei giudici precedenti, se prive di vizi logici, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità

Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, è fondamentale comprendere i confini del suo operato. La Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma un organo di legittimità che valuta la corretta applicazione della legge. Un recente provvedimento chiarisce perfettamente questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile perché tentava di ottenere una nuova valutazione di merito, mascherata da vizio di legge. Questo articolo analizza la decisione e le sue implicazioni.

Il Caso in Esame: La Contestazione sul Riconoscimento di un’Attenuante

Il ricorrente si era rivolto alla Corte di Cassazione dopo che la Corte d’Appello di Milano aveva confermato la sua condanna. L’unico motivo di doglianza riguardava il mancato riconoscimento dell’attenuante prevista dall’articolo 62, n. 4, del codice penale. Secondo la difesa, i giudici di merito avevano errato nel non concedere tale diminuzione di pena.

I Motivi del Ricorso Inammissibile secondo la Suprema Corte

La Settima Sezione Penale della Cassazione ha stroncato le argomentazioni difensive, ritenendo il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La Corte ha sottolineato come le censure mosse dal ricorrente non evidenziassero reali vizi di legge, ma si traducessero in una semplice richiesta di riconsiderazione delle valutazioni già operate dai giudici dei precedenti gradi di giudizio.

Valutazioni di Merito e Ruolo della Cassazione

Il punto centrale della decisione è il ruolo della Corte di Cassazione. I giudici hanno ribadito che le valutazioni di merito, come quella relativa alla concessione o meno di un’attenuante, sono di competenza esclusiva dei giudici di primo e secondo grado. La Cassazione può intervenire solo se la motivazione della decisione impugnata è illogica, contraddittoria o del tutto assente, ma non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito se questa è immune da tali criticità. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione coerente e giustificata per negare l’attenuante.

Contrasto con la Giurisprudenza Consolidata

Un ulteriore elemento che ha portato alla declaratoria di inammissibilità è stato il palese contrasto tra le argomentazioni del ricorrente e la giurisprudenza consolidata della stessa Corte di Cassazione. I giudici hanno richiamato diverse sentenze precedenti che confermano come la richiesta di una nuova e diversa valutazione delle prove o delle circostanze di fatto non sia ammissibile in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione dell’ordinanza si fonda su un principio cardine del nostro sistema processuale: la netta distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. Il ricorso è stato considerato un tentativo di superare questo confine, proponendo enunciati ermeneutici in contrasto con il dato normativo e con l’orientamento costante della giurisprudenza. La Corte ha ritenuto le valutazioni della Corte d’Appello esenti da criticità motivazionali e, pertanto, non sindacabili in quella sede. La manifesta infondatezza del motivo ha quindi determinato l’inevitabile esito dell’inammissibilità.

Le Conclusioni: Condanna alle Spese e alla Cassa delle Ammende

La conseguenza diretta della dichiarazione di un ricorso inammissibile non è solo il rigetto delle richieste del ricorrente, ma anche l’imposizione di sanzioni economiche. La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa misura ha una duplice funzione: sanzionare l’abuso dello strumento processuale e scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati che appesantiscono inutilmente il lavoro della Suprema Corte.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché contestava una valutazione di merito (il mancato riconoscimento di un’attenuante) senza dimostrare vizi logici o di legge nella motivazione della sentenza impugnata, proponendo argomenti in contrasto con la consolidata giurisprudenza di legittimità.

La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti di un caso?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione delle sentenze dei giudici di merito, non effettuare una nuova valutazione delle prove.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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