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Ricorso inammissibile: la Cassazione e la reiterazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22463/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché i motivi erano una mera reiterazione di quelli già respinti in appello. L’ordinanza sottolinea che la Cassazione non può riesaminare il merito dei fatti o la valutazione delle prove, ma solo la corretta applicazione della legge. Anche le censure generiche sul trattamento sanzionatorio sono state ritenute inammissibili, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando Ripetere gli Argomenti non Basta

Presentare un ricorso in Cassazione richiede una strategia legale precisa e argomentazioni mirate. Non è sufficiente riproporre le stesse difese già bocciate in Appello. La recente ordinanza della Corte di Cassazione Penale n. 22463/2024 offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile possa nascere dalla semplice reiterazione di motivi già esaminati, confermando i consolidati principi che regolano il giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso e il Ricorso in Cassazione

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato una condanna per il reato previsto dall’art. 493-ter del codice penale. L’imputato, tramite il suo difensore, ha sollevato tre motivi di ricorso davanti alla Suprema Corte, sperando di ottenere l’annullamento della condanna. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, dichiarandolo inammissibile per ragioni procedurali e di merito ben definite.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte ha stabilito che nessuno dei motivi proposti possedeva i requisiti necessari per essere esaminato. Di conseguenza, ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa decisione ribadisce la funzione della Cassazione come giudice della legittimità e non come un terzo grado di merito.

Analisi del ricorso inammissibile: le ragioni della Corte

Le motivazioni della Corte si fondano su tre pilastri principali, corrispondenti a ciascuno dei motivi di ricorso presentati.

Primo Motivo: La Pedissequa Reiterazione degli Argomenti

Il primo motivo, che lamentava una presunta violazione di legge, è stato considerato una semplice e pedissequa reiterazione di argomenti già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla Corte territoriale. La Cassazione, citando una consolidata giurisprudenza, ha ricordato che i motivi di ricorso devono assolvere a una funzione di critica argomentata contro la sentenza impugnata. Riproporre le stesse tesi senza confrontarsi con le ragioni della decisione d’appello rende il motivo non specifico e, quindi, solo apparentemente fondato.

Secondo Motivo: Il Divieto di Rivalutare le Prove

Con il secondo motivo, il ricorrente contestava la logicità della motivazione sulla sua responsabilità penale, proponendo una diversa valutazione delle fonti di prova. La Corte ha ribadito un principio cardine del nostro sistema: alla Cassazione è precluso non solo sovrapporre la propria valutazione delle risultanze processuali a quella dei giudici di merito, ma anche saggiare la tenuta logica della sentenza confrontandola con modelli di ragionamento alternativi. Il giudice di merito aveva esplicitato le ragioni del suo convincimento in modo logico e coerente; pertanto, la censura è stata ritenuta inammissibile.

Terzo Motivo: La Genericità sulla Pena

Infine, il terzo motivo, relativo al trattamento sanzionatorio, è stato giudicato generico. Il ricorrente si era limitato a criticare la formulazione della motivazione sulla pena senza chiarire o allegare la ricorrenza di una pena illegale, anche in relazione alla contestata recidiva. Una critica di questo tipo, priva di elementi specifici che dimostrino un’irragionevolezza manifesta o un errore di diritto nella determinazione della pena, non può trovare accoglimento in sede di legittimità.

Le Motivazioni

Le motivazioni dell’ordinanza si concentrano sulla natura e sui limiti del giudizio di Cassazione. La Corte ribadisce che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti e le prove, ma quello di un giudice di legittimità, chiamato a verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere critiche specifiche e pertinenti ai vizi di legittimità (errori di diritto o vizi logici manifesti), e non può limitarsi a riproporre le stesse questioni di fatto già decise nei gradi precedenti o a contestare genericamente le valutazioni del giudice di merito.

Le Conclusioni

Questa pronuncia rappresenta un importante monito per chi intende adire la Corte di Cassazione. La preparazione di un ricorso efficace richiede uno studio approfondito della sentenza impugnata per individuare specifici vizi di legittimità. Un ricorso inammissibile non solo è destinato al fallimento, ma comporta anche conseguenze economiche per il ricorrente. La decisione evidenzia la necessità di una difesa tecnica che non si limiti a insistere su argomenti fattuali, ma che sappia articolare censure precise in punto di diritto, nel pieno rispetto dei limiti imposti dal ruolo e dalla funzione della Suprema Corte.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile principalmente per tre ragioni emerse in questa ordinanza: 1) se consiste nella mera ripetizione di motivi già respinti in appello, senza una specifica critica alla sentenza impugnata; 2) se contesta la valutazione dei fatti e delle prove, cercando un riesame del merito che è precluso alla Corte di Cassazione; 3) se le censure, come quelle sulla pena, sono formulate in modo generico e non evidenziano una violazione di legge o una palese irragionevolezza.

È possibile contestare la valutazione delle prove fatta dal giudice di merito in Cassazione?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione ha il compito di verificare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità) e non di riesaminare i fatti o la credibilità delle prove (giudizio di merito). È precluso alla Corte sovrapporre la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti, a meno che la motivazione della sentenza impugnata non presenti vizi logici manifesti e decisivi.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile. Inoltre, come stabilito in questa ordinanza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, il cui importo è determinato discrezionalmente dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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