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Ricorso inammissibile: la Cassazione e la reiterazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in materia di stupefacenti (art. 73, co. 5, D.P.R. 309/90) perché l’atto si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già presentate in appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 28 luglio 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione e la reiterazione

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è un passo delicato che richiede precisione e specificità. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza precedente; è necessario dimostrare un errore di diritto. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: la semplice ripetizione dei motivi d’appello rende il ricorso inammissibile. Questo articolo analizza la decisione e le sue implicazioni pratiche per chi si appresta a navigare le complesse acque del giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per un reato in materia di stupefacenti, qualificato come fatto di lieve entità ai sensi dell’art. 73, comma 5, del D.P.R. 309/90 (Testo Unico Stupefacenti). Dopo la conferma della condanna da parte della Corte d’Appello, l’imputato ha presentato ricorso per Cassazione. L’obiettivo era contestare la sentenza di secondo grado, sperando in un annullamento o in una riforma della decisione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 29242/2019, ha stroncato sul nascere le speranze del ricorrente. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto ‘manifestamente infondato’. La conseguenza di questa declaratoria non è stata solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’imposizione al ricorrente del pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale.

Le Motivazioni: Perché un Ricorso è Inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su un punto cruciale: il ricorso non era altro che una ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi già presentati e discussi davanti alla Corte d’Appello. In altre parole, l’atto difensivo si limitava a riproporre le stesse lamentele senza sviluppare una critica argomentata e specifica contro le motivazioni della sentenza impugnata. La Cassazione ha sottolineato che il ricorso di legittimità non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti, ma una sede in cui si controlla la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza precedente. Un ricorso che non svolge questa funzione critica, ma si limita a ripetere, è considerato ‘non specifico’ e, quindi, inammissibile. La Corte ha anche affrontato la doglianza relativa al bilanciamento tra attenuanti generiche e recidiva, chiarendo che la valutazione congrua e logica della Corte d’Appello su questo punto è un giudizio di merito, non sindacabile in sede di legittimità.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità nel Ricorso per Cassazione

Questa ordinanza è un monito importante. Chi intende ricorrere per Cassazione deve elaborare motivi di ricorso che attacchino specificamente la struttura logico-giuridica della sentenza impugnata. Non basta ripetere che la decisione è ingiusta. Bisogna identificare e spiegare dove e perché il giudice di secondo grado ha commesso un errore di diritto o ha sviluppato un ragionamento palesemente illogico o contraddittorio. Un ricorso inammissibile non solo è inefficace, ma comporta anche significative conseguenze economiche per il ricorrente. La sentenza rafforza il ruolo della Cassazione come giudice della legittimità e non del fatto, esigendo dagli avvocati uno sforzo argomentativo mirato e tecnicamente ineccepibile.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché costituiva una ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi già dedotti in appello. Mancava di una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata, limitandosi a riproporre le stesse lamentele in modo acritico.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
A norma dell’art. 616 del codice di procedura penale, la declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende a titolo di sanzione pecuniaria. In questo caso, la somma era pari a tremila euro.

La Corte di Cassazione può riesaminare la valutazione sul bilanciamento tra attenuanti e recidiva fatta dalla Corte d’Appello?
No, se la Corte d’Appello ha fornito una motivazione congrua e logica per la sua valutazione. Tale giudizio è considerato una valutazione di merito, che non può essere riesaminata dalla Corte di Cassazione in sede di legittimità, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge e non rivalutare i fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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