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Ricorso inammissibile: la Cassazione e la prova

Un’imputata, condannata in Appello per falsa testimonianza, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che le argomentazioni proposte non denunciavano vizi di legge, ma miravano a una nuova valutazione delle prove, attività preclusa al giudice di legittimità. La decisione conferma che il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione per Falsa Testimonianza: Limiti e Conseguenze

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cardine del nostro sistema processuale: i limiti del giudizio di legittimità. La Suprema Corte, dichiarando un ricorso inammissibile avverso una condanna per falsa testimonianza, ha chiarito che non è possibile utilizzare questo strumento per ottenere una rivalutazione delle prove, trasformando la Cassazione in un terzo grado di merito. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere la funzione della Suprema Corte e le conseguenze di un’impugnazione infondata.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di una donna, emessa dalla Corte d’Appello, per il reato di falsa testimonianza previsto dall’articolo 372 del codice penale. Secondo i giudici di merito, l’imputata aveva deliberatamente riferito circostanze non veritiere durante una deposizione, in palese contrasto con quanto a sua reale conoscenza, al fine di favorire un’altra persona coinvolta nel procedimento. Ritenendo ingiusta la condanna, l’imputata ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, contestando l’affermazione della sua responsabilità penale.

Il Ricorso Inammissibile e la Decisione della Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La motivazione di tale decisione è netta: le censure sollevate dalla difesa non erano volte a evidenziare un errore di diritto o un vizio logico nella motivazione della sentenza d’appello. Al contrario, esse si traducevano in una richiesta di riconsiderare e rivalutare gli elementi di prova già ampiamente analizzati e giudicati dai giudici di merito.

La Corte ha inoltre osservato che le argomentazioni presentate erano sostanzialmente una ripetizione di doglianze già esaminate e respinte con argomenti giuridici corretti dalla Corte d’Appello. Questo tentativo di riaprire la discussione sul fatto è contrario alla natura stessa del giudizio di Cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della decisione si fonda sulla distinzione fondamentale tra il giudizio di merito e il giudizio di legittimità. I primi due gradi di giudizio (Tribunale e Corte d’Appello) valutano i fatti e le prove per accertare la verità processuale. La Corte di Cassazione, invece, ha il compito di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, senza poter entrare nel merito delle prove.

Nel caso specifico, il ricorso inammissibile è stato tale perché chiedeva alla Suprema Corte di fare ciò che la legge le vieta: sostituire la propria valutazione delle prove a quella, logicamente argomentata, dei giudici che avevano già condannato l’imputata. La Corte d’Appello, come richiamato dagli stessi giudici di legittimità, aveva spiegato in modo esauriente perché la testimonianza fosse da considerarsi falsa e resa allo scopo di favorire un terzo.

Le Conclusioni: Conseguenze dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso non è priva di conseguenze. In applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la Corte ha disposto due condanne a carico della ricorrente. La prima è quella al pagamento delle spese processuali sostenute nello stesso giudizio di Cassazione. La seconda, più onerosa, è il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, un fondo destinato a finanziare progetti di reinserimento sociale per i detenuti. Questa pronuncia riafferma con forza che l’accesso alla Corte di Cassazione deve essere fondato su motivi di diritto concreti e non può rappresentare un mero tentativo dilatorio o una speranza di rimettere in discussione l’intero processo.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure proposte miravano a una nuova valutazione delle prove, attività non consentita alla Corte di Cassazione, e perché erano una semplice ripetizione di argomenti già respinti correttamente dal giudice di merito.

Per quale reato la ricorrente era stata condannata?
La ricorrente era stata condannata per il reato di falsa testimonianza, previsto dall’articolo 372 del codice penale, per aver riferito circostanze non vere al fine di favorire un’altra persona.

Quali sono state le conseguenze economiche per la ricorrente dopo la decisione della Cassazione?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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