Ricorso inammissibile: quando la Cassazione non può riesaminare i fatti
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio dei limiti del giudizio di legittimità, ribadendo un principio fondamentale del nostro sistema processuale: la Suprema Corte non è un “terzo grado” di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. Quando un appello si configura come un ricorso inammissibile perché chiede una nuova valutazione delle prove, la sua sorte è segnata. Analizziamo insieme questo caso emblematico in materia di stupefacenti.
I fatti del processo
Il caso trae origine da una sentenza della Corte d’Appello di Firenze, che aveva condannato un individuo per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La condanna si basava su due elementi principali: l’ingente quantitativo di droga rinvenuto, pari a 391 dosi medie singole, e le modalità di confezionamento, in involucri di cellophane pronti per essere venduti. L’imputato, non accettando la decisione, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione.
I motivi del ricorso: una richiesta di rivalutazione del merito
Il ricorrente ha basato la sua difesa su due motivi principali:
1. Errata valutazione della destinazione della droga: Sosteneva che la Corte d’Appello avesse sbagliato nel considerare la sostanza destinata allo spaccio, chiedendo di fatto una nuova interpretazione delle prove a suo favore.
2. Eccessività della pena: Contestava l’entità della pena inflitta e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, sollecitando una valutazione più benevola della sua situazione, inclusi i precedenti penali.
Entrambi i motivi, come vedremo, si sono scontrati con la natura stessa del giudizio di Cassazione.
Le motivazioni della Cassazione sul ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo una motivazione chiara e lineare. I giudici hanno sottolineato che entrambi i motivi presentati dal ricorrente non sollevavano questioni sulla corretta applicazione della legge (vizi di legittimità), ma miravano a ottenere un diverso giudizio sui fatti (giudizio di merito).
Con riferimento al primo motivo, la Corte ha affermato che la valutazione della Corte d’Appello – basata su quantità e confezionamento – non era affatto illogica. Chiedere di riconsiderare questi elementi significa invadere un campo, quello della ricostruzione fattuale, che è precluso alla Suprema Corte.
Analogamente, per il secondo motivo, la Cassazione ha evidenziato che la decisione sulla pena e sulle attenuanti era stata motivata dalla Corte territoriale in modo non arbitrario, facendo leva sull’assenza di elementi positivi a favore dell’imputato e sulla presenza di numerosi precedenti, seppur datati. Anche in questo caso, sollecitare una diversa ponderazione di tali elementi equivale a chiedere un riesame del merito, non consentito.
Conclusioni
L’ordinanza in esame è un’importante lezione sul funzionamento del processo penale. Stabilisce con fermezza che il ricorso in Cassazione non può essere utilizzato come un’ulteriore istanza per rimettere in discussione le prove e la ricostruzione dei fatti già vagliate nei precedenti gradi di giudizio. La conseguenza di un ricorso inammissibile è severa: non solo la condanna diventa definitiva, ma il ricorrente viene anche condannato a pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende, a causa della manifesta infondatezza della sua impugnazione.
È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di rivalutare le prove, come la quantità di droga, per dimostrare che non era destinata allo spaccio?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che una richiesta del genere costituisce un giudizio di merito, non consentito in sede di legittimità. La Corte non riesamina i fatti, ma si limita a verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza precedente.
Si può contestare in Cassazione la decisione del giudice di non concedere le attenuanti generiche?
No, se la contestazione mira a ottenere una diversa valutazione degli elementi di fatto. L’ordinanza chiarisce che anche questo tipo di motivo è inammissibile se la decisione del giudice di merito è motivata in modo non arbitrario, come nel caso di specie, basandosi sull’assenza di elementi positivi e sui precedenti penali dell’imputato.
Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la condanna diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver presentato un ricorso infondato.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 3576 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 3576 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 25/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a PISA il 10/06/1969
avverso la sentenza del 19/02/2024 della CORTE APPELLO di FIRENZE
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminati i motivi di ricorso e la memoria inviata,
OSSERVA
Ritenuto che il primo motivo di ricorso è volto a sollecitare un diverso giudizio di merito, precluso in questa sede, in ordine alla destinazione della droga allo spaccio, che secondo la non illogica valutazione della Corte era desumibile sia alla consistenza del quantitativo, corrispondente a 391 dosi medie singole secondo un parametro correlato all’entità del principio attivo, sia dalla modalità d confezionamento in involucri di cellophane, pronti per la cessione, in assenza di elementi idonei a confutare tale giudizio;
Ritenuto che il secondo motivo, riguardante l’entità della pena e il riconoscimento delle attenuanti generiche, è parimenti volto a sollecitare una diversa valutazione di merito, non consentita in sede di legittimità, a fronte del rilievo non arbitrariamente attribuito dalla Corte all’insussistenza di elementi positivamente valutabili e ai numerosi precedenti, anche specifici, sia pur risalenti;
Ritenuto dunque che il ricorso, pur letto alla luce della memoria difensiva, è inammissibile, conseguendone la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in ragione dei sottesi profili di colpa, a quello della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende,
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 25 novembre 2024
Il Consigliere estensore
Il PresiderT