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Ricorso inammissibile: la Cassazione e i vizi generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per usura. La sentenza evidenzia come la genericità dei motivi, la reiterazione di censure già respinte in appello e la proposizione di vizi procedurali infondati portino inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, confermando la condanna. Il caso offre spunti cruciali sulla corretta formulazione di un ricorso in Cassazione.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la lezione della Cassazione sui motivi d’impugnazione

Un ricorso inammissibile è l’incubo di ogni difensore e la fine delle speranze per ogni imputato. Con la sentenza n. 11753 del 2024, la Corte di Cassazione ribadisce con forza i criteri di specificità e fondatezza che un ricorso deve possedere per superare il vaglio di legittimità. Il caso, relativo a una condanna per usura, diventa un prontuario su come non redigere un’impugnazione, evidenziando gli errori più comuni che portano a una declaratoria di inammissibilità.

I Fatti del Processo

Un individuo, condannato in primo e secondo grado per diversi episodi di usura, proponeva ricorso per cassazione, lamentando una serie nutrita di presunti vizi. La Corte d’appello di L’Aquila aveva parzialmente riformato la prima sentenza, dichiarando la prescrizione per uno dei capi d’imputazione ma confermando nel resto il giudizio di colpevolezza.

L’imputato, attraverso la sua difesa, sollevava ben nove motivi di ricorso, spaziando da questioni procedurali complesse a critiche sulla valutazione delle prove e sul trattamento sanzionatorio. In sintesi, la difesa lamentava:

* L’omessa declaratoria di prescrizione per gli altri reati.
* Vari vizi processuali, tra cui l’incompatibilità di un giudice e la nullità delle conclusioni delle parti civili.
* Un presunto vizio di motivazione sulla credibilità delle vittime e sulla determinazione del tasso usurario.
* La violazione del diritto di difesa per una modifica del capo d’imputazione.
* Irregolarità legate al mutamento del collegio giudicante e al rigetto di un’istanza di legittimo impedimento.

L’analisi della Corte sul ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato meticolosamente ogni singolo motivo, concludendo per una declaratoria di inammissibilità totale. Vediamo perché.

### Genericità e Autosufficienza

Il primo motivo, relativo alla prescrizione, è stato giudicato generico. La difesa si era limitata a richiederne la declaratoria senza fornire una compiuta rappresentazione della sequenza processuale e dei calcoli che avrebbero dimostrato la maturazione dei termini. La Cassazione ricorda che la prescrizione non è un mero calcolo aritmetico, ma un evento giuridico che richiede una dimostrazione puntuale e autosufficiente nel ricorso stesso.

### Vizi Procedurali: quando la forma è sostanza

Molti motivi si concentravano su presunte nullità procedurali. La Corte ha chiarito che:
1. Incompatibilità del Giudice: La presenza nel collegio di un magistrato che aveva già partecipato al procedimento in fase di riesame non causa nullità, ma è un motivo di astensione o ricusazione, da far valere con una procedura specifica e tempestiva, non con il ricorso per cassazione.
2. Mutamento del Collegio: La difesa lamentava la mancata rinnovazione completa dell’istruttoria dopo il cambio di un giudice. Tuttavia, non ha dimostrato di aver mai richiesto specificamente il riesame dei testimoni. In caso di mutamento del giudice, è onere delle parti richiedere la rinnovazione, indicando i soggetti da riesaminare.
3. Legittimo Impedimento: La richiesta di rinvio per un concomitante impegno professionale del difensore è stata correttamente rigettata perché il difensore, già a conoscenza del conflitto al momento della fissazione della nuova data, avrebbe dovuto segnalarlo immediatamente per lealtà processuale.

### Il divieto di un terzo grado di giudizio

Il quarto motivo, che criticava la valutazione dell’attendibilità delle vittime e la prova del tasso usurario, è stato ritenuto l’emblema di un ricorso inammissibile. La difesa, infatti, non ha mosso una critica argomentata alla logica della sentenza d’appello, ma si è limitata a riproporre pedissequamente gli stessi argomenti già disattesi nel secondo grado di giudizio. La Cassazione non è un terzo grado di merito e non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella, logicamente coerente, dei giudici dei gradi precedenti.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su principi cardine del processo penale. In primo luogo, il principio di specificità dei motivi di ricorso, che impone al ricorrente non solo di indicare la violazione di legge, ma di argomentare in modo puntuale e critico le ragioni per cui la decisione impugnata è errata. Un motivo generico o assertivo è destinato all’inammissibilità.

In secondo luogo, la Corte ribadisce la distinzione tra vizi di legittimità e censure di merito. Il ricorso per cassazione può denunciare solo i primi, come la violazione di legge o un vizio di motivazione manifesto e illogico. Non è consentito riproporre una diversa lettura delle prove o contestare l’apprezzamento dei fatti operato dal giudice di merito, se la sua motivazione è esente da vizi logici.

Infine, la sentenza sottolinea l’importanza di utilizzare gli strumenti processuali corretti al momento giusto. L’incompatibilità del giudice va eccepita con la ricusazione, non con il ricorso finale. La richiesta di rinnovazione dell’istruttoria va formalizzata dopo il mutamento del collegio. Agire diversamente equivale a creare una nullità ad hoc, comportamento non tollerato dall’ordinamento.

Le Conclusioni

La sentenza in commento è un severo monito sull’importanza della tecnica processuale nella redazione dei ricorsi per cassazione. Un ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma anche la conseguenza di un’impostazione difensiva che non si confronta criticamente con la decisione impugnata, limitandosi a una sterile riproposizione di argomenti già vagliati. Per avere una possibilità di successo in sede di legittimità, è indispensabile formulare censure specifiche, pertinenti e giuridicamente fondate, dimostrando con rigore logico dove e perché il giudice di merito ha sbagliato nell’applicare la legge.

Quando un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile per genericità?
Un ricorso è generico, e quindi inammissibile, quando non fornisce una compiuta rappresentazione dei fatti processuali necessari a sostenere la censura e non dimostra in modo specifico le ragioni della sua decisività. Ad esempio, eccepire la prescrizione senza indicare le date rilevanti e il calcolo del termine massimo è considerato un motivo generico.

La modifica di un capo d’imputazione durante il processo costituisce sempre una violazione del diritto di difesa?
No. Secondo la Corte, non si ha una violazione del diritto di difesa quando la modifica consiste in una mera correzione di errori materiali (come la rettifica di numeri di assegni o di banche emittenti) che non altera il nucleo essenziale del fatto storico contestato e non crea un pregiudizio concreto all’esercizio delle prerogative difensive.

Se cambia la composizione del collegio giudicante, è sempre necessario riesaminare tutti i testimoni?
No. In caso di rinnovazione del dibattimento per mutamento del giudice, il consenso delle parti alla lettura degli atti già assunti non è necessario per le testimonianze. È onere della parte che vi ha interesse richiedere espressamente la rinnovazione degli esami testimoniali, indicando i soggetti da sentire nuovamente e le ragioni di tale richiesta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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