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Ricorso inammissibile: la Cassazione e i motivi di fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato contro una condanna emessa dalla Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla natura dei motivi proposti, ritenuti mere doglianze di fatto, non specifici e manifestamente infondati, ribadendo i limiti del giudizio di legittimità. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione non può riesaminare i fatti

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sui limiti del giudizio di legittimità e sulle conseguenze di un ricorso inammissibile. Con l’ordinanza n. 2689 del 2024, i giudici hanno respinto un ricorso, condannando l’imputato al pagamento delle spese e di una sanzione, perché i motivi presentati non erano conformi ai requisiti di legge. Analizziamo la decisione per comprendere meglio perché non tutte le critiche a una sentenza possono essere portate all’attenzione della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un individuo condannato dalla Corte d’Appello di Palermo per un reato previsto dalla legge sulle armi (art. 4, L. 110/1975). L’imputato, non accettando la condanna, ha deciso di rivolgersi alla Corte di Cassazione, sollevando diverse censure contro la sentenza di secondo grado. In particolare, contestava la correttezza della motivazione sulla sua responsabilità, la qualificazione giuridica del fatto e il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un livello preliminare, stabilendo che il ricorso non possedeva le caratteristiche necessarie per essere esaminato. Di conseguenza, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale.

Le Motivazioni: Analisi di un ricorso inammissibile

La Corte ha basato la sua decisione su una serie di principi consolidati della procedura penale, evidenziando le ragioni per cui il ricorso non poteva essere accolto.

Doglianze di Fatto e non di Diritto

Il primo motivo di rigetto riguarda la natura delle contestazioni. Il ricorrente criticava la motivazione con cui era stata affermata la sua colpevolezza. La Cassazione ha sottolineato che questo tipo di critica costituisce una ‘doglianza in punto di fatto’. In altre parole, si chiedeva alla Corte di rivalutare le prove e la ricostruzione degli eventi, un compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). La Cassazione, in ‘sede di legittimità’, può solo verificare la corretta applicazione della legge, non riesaminare i fatti.

Mancanza di Specificità e Manifesta Infondatezza

Altri motivi del ricorso sono stati giudicati ‘privi di specificità’ e ‘manifestamente infondati’. La Corte ha osservato che le censure erano una mera riproduzione di argomenti già esaminati e respinti con argomentazioni corrette dalla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione deve contenere critiche nuove e specifiche contro la decisione impugnata, non può limitarsi a ripetere le stesse difese. Inoltre, la richiesta di una diversa qualificazione giuridica e la lamentela per la mancata concessione delle attenuanti generiche sono state considerate manifestamente infondate, poiché in contrasto con orientamenti giurisprudenziali consolidati e con una motivazione adeguata da parte del giudice di merito.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: rivolgersi alla Corte di Cassazione richiede la formulazione di motivi di diritto precisi e pertinenti. Non è una terza istanza di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. Un ricorso inammissibile non solo non porta ad alcun risultato utile per il ricorrente, ma comporta anche conseguenze economiche significative, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione a favore della Cassa delle ammende. La decisione serve quindi come monito sull’importanza di redigere un ricorso tecnicamente corretto, focalizzato esclusivamente su vizi di legittimità e non su una sterile riproposizione di argomentazioni fattuali già respinte.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano costituiti da mere ‘doglianze in punto di fatto’, cioè contestazioni sulla valutazione delle prove, che non sono ammesse in sede di legittimità. Inoltre, altri motivi erano privi di specificità e manifestamente infondati.

Cosa significa che la Corte di Cassazione giudica in ‘sede di legittimità’?
Significa che la Corte non può riesaminare i fatti del processo o valutare nuovamente le prove. Il suo compito è unicamente quello di verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le norme di legge e che la motivazione della sentenza sia logica e non contraddittoria.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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