Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Conferma la Decisione di Merito
Un ricorso inammissibile rappresenta uno degli esiti più comuni davanti alla Corte di Cassazione. Questa recente ordinanza ci offre l’opportunità di approfondire le ragioni per cui un’impugnazione può essere respinta senza un esame del merito, confermando le decisioni dei giudici precedenti. Il caso analizzato riguarda un ricorso avverso una condanna per il reato di evasione, ma i principi espressi dalla Corte hanno una valenza generale.
I Fatti del Caso
Un soggetto, condannato dalla Corte di Appello di Perugia con sentenza del febbraio 2023, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione. I motivi del ricorso si concentravano su due aspetti principali: la valutazione del dolo, ovvero l’intenzionalità del reato di evasione contestato, e la misura della pena che gli era stata inflitta. L’imputato, attraverso il suo difensore, ha cercato di rimettere in discussione le conclusioni a cui erano giunti i giudici di merito.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 6049 del 2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel vivo delle argomentazioni difensive, ma si ferma a un livello precedente, quello della loro ammissibilità. La conseguenza diretta di tale declaratoria è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale.
Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Inammissibile?
La Corte Suprema ha chiarito in modo netto le ragioni della sua decisione. Il fulcro della motivazione risiede nel fatto che i motivi proposti dal ricorrente non erano ammissibili in sede di legittimità. La Cassazione, infatti, non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti e le prove, ma un organo che verifica la corretta applicazione della legge e la coerenza logica delle motivazioni delle sentenze impugnate.
I giudici hanno rilevato che le argomentazioni difensive erano ‘meramente riproduttive’. In altre parole, il ricorrente si è limitato a riproporre le stesse censure e le stesse doglianze già ampiamente vagliate e motivatamente respinte dai giudici della Corte d’Appello. Le argomentazioni dei giudici di merito sono state ritenute giuridicamente corrette, puntuali e coerenti con le prove emerse nel processo. Non è stata riscontrata alcuna ‘manifesta incongruenza logica’ né nella valutazione del dolo del reato di evasione, né nella commisurazione della pena. Proporre nuovamente le stesse questioni senza evidenziare un vizio di legittimità trasforma il ricorso in un tentativo di ottenere un nuovo giudizio di merito, compito che non spetta alla Cassazione.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione non può essere una semplice ripetizione delle argomentazioni difensive già respinte. Per avere successo, un ricorso deve individuare vizi specifici della sentenza impugnata, come l’errata applicazione di una norma di legge o un difetto logico palese nella motivazione. La decisione sottolinea l’importanza di strutturare un’impugnazione in modo mirato, concentrandosi sui profili di legittimità e non su una generica contestazione delle valutazioni di fatto. Per i cittadini, ciò significa che la possibilità di contestare una sentenza in Cassazione è limitata a specifici errori di diritto e non può trasformarsi in una terza valutazione dei fatti. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria funge da deterrente contro la proposizione di ricorsi dilatori o palesemente infondati.
Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi presentati non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità, ad esempio perché sono meramente riproduttivi di censure già adeguatamente vagliate e respinte dai giudici di merito.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della Cassa delle ammende.
La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti di un processo?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità. Il suo compito non è riesaminare i fatti o le prove, ma verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 6049 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 6049 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 08/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME METHAT NOME nato il DATA_NASCITA
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avverso la sentenza del 13/02/2023 della CORTE APPELLO di PERUGlA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
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letto il ricorso proposto nell’interesse di COGNOME NOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché i motivi prospettati non sono consentiti d legge in sede di legittimità in quanto meramente riproduttivi di profili di censur adeguatamente vagliati e disattesi dai giudici del merito con argomenti giuridicamente corrett puntuali rispetto al portato delle doglianze difensive, coerenti con riguardo alle emergen acquisite oltre che immuni da manifeste incongruenze logiche in relazione al dolo della evasione contestata e alla misura della pena irrogata rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616 c proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 8 gennaio 2024.